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l-ultimo-rifugio-di-riina

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consapevoli che non si poteva mettere in relazione l’ ingresso<strong>di</strong> una autovettura dal cancello carraio <strong>di</strong> via Bernini conla frequentazione dell’ abitazione <strong>di</strong> Riina. Significa cheosservare delle autovetture in ingresso ed in uscita dal carraionon avrebbe determinato l’ imme<strong>di</strong>ato riconoscimento equin<strong>di</strong> la cattura <strong>di</strong> latitanti ne tantomeno la visionedello smantellamento e della ”bonifica” della abitazione <strong>di</strong>Riina Salvatore ed in special modo delle “molte carte” ipotizzatedal “testimone privilegiato” dell’ Accusa GiovanniBRUSCA .”Più avanti, prosegue:“…le conclusioni a cui giunge la Pubblica Accusa sono coerentisolo rispetto a premesse costruite in maniera <strong>di</strong>fformedalla realtà, e sono funzionali ad una tramadogmaticamente da qualcuno tracciata e da altri ben recepita.La Pubblica Accusa in <strong>di</strong>fformità dai contenuti degliatti, riconduce sempre ossessivamente le mie <strong>di</strong>chiarazionialla volontà <strong>di</strong> vedere se altri latitanti si sarebberorecati presso il complesso <strong>di</strong> via Bernini.Omette sistematicamente <strong>di</strong> rappresentare le complete e piùvolte riba<strong>di</strong>te motivazioni ben recepite dalla Procura nellanota 12 febbraio 93 , riba<strong>di</strong>te dal testimone questo sì privilegiato, il Procuratore Caselli nel 18 novembre 2003 al Tribunale<strong>di</strong> Milano e che si rilevano anche dalle<strong>di</strong>chiarazioni del teste Aliquò del 16 <strong>di</strong>cembre 2003. Non sivuole accettare la realtà dei fatti e degli atti , cioè che il ca-187

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