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DEL SEGNO, DELL’EQUILIBRIO<br />
Domenico Mezzatesta<br />
Occasioni di dialogo con gli artisti<br />
L’arte contemporanea, specchio-testimone della condizione storica odierna<br />
pone oggi nuove problematiche sotto il profilo espressivo, socioculturale,<br />
politico e produttivo. La moltitudine d’input, l’assetto segnico<br />
poliedrico e la sintassi evolutiva assolutamente inedite, sconvolgono le<br />
consonanze armoniche e gli equilibri già precari imponendo all’uomo di<br />
rivedere dimensione e ideologie secondo il nuovo stile di vita. Il motore<br />
di ricerca dell’arte, generatore di processi complessi e delicati, innesca<br />
così un meccanismo di strutture polimorfiche - all’interno della ricerca<br />
ideativa nuova e crescente - che sollecita e condiziona la sensibilità<br />
dell’artista. Siamo circondati da immagini pubblicitarie, sinonimi di vita<br />
accattivanti, che ci propongono modelli culturali fittizi frutto di una lettura<br />
asettica della realtà. In un contesto in cui alteriamo il rapporto significante-significato,<br />
non riusciamo più a decidere, siamo più vulnerabili.<br />
Giulio Carlo Argan, in una conferenza del 1973 alla Galleria Nazionale<br />
d’Arte Moderna di Roma, sosteneva che la crisi dell’arte aveva raggiunto<br />
un punto limite di non ritorno con la conseguente polverizzazione del<br />
sapere e la destabilizzazione dell’essere. Sostituiti i vecchi miti con i<br />
nuovi, l’uomo perseguiva l’estetica del bello, preferendo gli attributi alla<br />
sostanza…L’autonomia di una ricerca estetica oggi è ancora possibile. Il<br />
riscatto dell’arte può avvenire in termini di segno, colore, forma, svincolati<br />
dal sistema sociale condizionante. Immergendoci nella natura (e<br />
riscrivendone il codice di sopravvivenza) siamo in grado di ritrovare un<br />
ordine cosmico inalterato, riproponendo situazioni spaziali, psicologiche,<br />
gestuali e tecnologiche innovative…il punto cardine dell’orientamento<br />
creativo.<br />
E’ così che, in Domenico Mezzatesta, il concetto fisico di sperimentazione<br />
segnica e cromatica spazio-temporale diventa sedimentazione emozionale,<br />
abbracciando la storia dell’uomo dalla gestualità preistorica al<br />
villaggio globale. Il prodotto finale, sinonimo di equilibrio e raffinatezza, è<br />
di grande effetto e trova la soluzione stilistica più appropriata nella giustapposizione<br />
degli elementi, una ricerca di contenuti che riassume l’omogeneità<br />
delle ideazioni progettuali, un percorso visivo di estrema purezza,<br />
un libro, dove le pagine esprimono il senso e la dimensione della<br />
vita.<br />
Fabrizio Costanzo / Del segno, dell’equilibrio - personale di Domenico Mezzatesta<br />
Valore Art Gallery – Palermo, marzo 2007