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FABRIZIO COSTANZO WORK IN PROGRESS 1

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I Cinquant’anni del Cenacolo<br />

Cinquant’anni di storia, cinquant’anni di memoria.<br />

La galleria d’arte Il Cenacolo dopo mezzo secolo di attività si racconta, festeggiando con stile e professionalità il suo<br />

lungo cammino, fin da quando, negli anni Cinquanta, Ninni Pampalone e Silvana Paladino svolgevano qui la loro attività<br />

coinvolgendo pittori, scultori, architetti, fotografi ed artigiani.<br />

Oggi, la presenza di una rappresentanza di artisti di primo piano appositamente invitati (alcuni dei quali già storicizzati<br />

nella Storia della Sicilia dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato), dà lustro alla manifestazione in atto. Molti i nomi di<br />

critici d’arte e giornalisti particolarmente noti che sono rimasti legati al Cenacolo: Raffaele Biordi, Giovanni Cappuzzo,<br />

Francesco Carbone, Carlo Castronovo, Bianca Maria Cordaro, Mario Crispo, Federico De Maria, Melo Freni, Francesco<br />

Gallo, Aldo Gerbino, Pino Giacopelli, Renato Giani, Franco Grasso, Nino Martinez, Pietro Mazzamuto, Bent Parodi,<br />

Albano Rossi, Giuseppe Servello e tanti altri, tutti esponenti della cultura che hanno accostato il loro talento artisticoletterario<br />

alla galleria ed a Vincenzo Vinciguerra in particolare. L’avvenimento cade nella fase storica in cui le gallerie<br />

d’arte (e non solo quelle) attraversano una crisi d’identità (mancanza di comunicazione nel rapporto arte-pubblico),<br />

conseguenza diretta del difficile e complesso momento che registra la società odierna. L’immagine, oggi, come pura<br />

visibilità, ha acquisito una dimensione comunicativa senza precedenti ed un valore estetico e psicologico fortemente<br />

condizionante. La conseguenza più immediata è l’allargamento del piano d’offerta e l’accesa competizione dei vari<br />

settori interessati. L’artista, faber imaginis, diventa genius loci di un luogo totalizzante, il mondo intero, contenitore di<br />

tutti i linguaggi specifici, incisivo nell’identità spaziale e psichica in cui opera, consapevole soprattutto delle altrui culture.<br />

All’interno di questo contesto cangiante, l’avanguardia artistica odierna mostra un volto multiforme, una pelle camaleontica<br />

che punta dritto al futuro pur rimanendo saldamente ancorata al passato. E’ una situazione di grande instabilità,<br />

che genera un panorama variegato intriso di contraddizioni, ma che ha anche il gran merito di scatenare un processo<br />

iperattivo in cui, alla moltitudine di input corrispondono altrettante risposte.<br />

L’arte, specchio dell’anima ed elemento cardine della società, deve proporre una profonda riflessione su se stessa,<br />

manipolando con cura e sapienza i propri meccanismi rappresentativi, le tecniche, le ideologie e quant’altro intimamente<br />

collegato ad essa, consapevole dell’enorme carico di responsabilità che porta con sé. In senso lato, l’immagine si<br />

schiera, ponendosi al centro della nostra stessa esistenza, consentendo un riscatto all’indifferenza comune. I linguaggi<br />

presentati al Cenacolo sono la sfaccettatura di sensibilità poliedriche nate e cresciute nella nostra isola, ma che hanno<br />

trovato occasione di dialogo e confronto nel panorama nazionale. Contro gli estremismi delle ideologie e della gestualità<br />

la galleria propone un’arte limpida, tecnica, di contenuti, facilmente decifrabile.<br />

Fabrizio Costanzo / Cinquant’anni del Cenacolo - Galleria d’Arte Il Cenacolo - Palermo, 17 aprile 2004

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