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FABRIZIO COSTANZO WORK IN PROGRESS 1

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LA PITTURA FAVOLISTICA DI <strong>FABRIZIO</strong> <strong>COSTANZO</strong><br />

Professore, qual è la sua formazione artistica?<br />

Mi sono laureato in Architettura all’Università di Palermo svolgendo inizialmente la professione dell’architetto, in seguito<br />

ho insegnato Disegno e Storia dell’arte nei licei e, contemporaneamente, ho ripreso a dipingere scoprendo ben presto<br />

la pittura come passione e ragione di vita.<br />

Questa sua formazione artistica che si avvale di apporti culturali così diversificati, la danneggia?<br />

Al contrario, mi arricchisce professionalmente e nella vita; oggi, nel nostro ambito, siamo abituati a pensare e ad agire<br />

settorialmente dimenticandoci che l’arte è unica e che diversi sono soltanto gli approcci: pittura, scultura e architettura<br />

(solo per citare le classiche) fanno parte di un’unica formazione e di un unico bagaglio culturale.<br />

Quando si ha la sensazione di essere un artista?<br />

Molti sono artisti potenziali senza saperlo: per la società, però, solo chi ha il coraggio di esternare ad un pubblico i propri<br />

sentimenti ed il proprio lavoro diventa artista “catalogato”.<br />

Mi parli della sua pittura.<br />

E’ sempre particolarmente difficile parlare di se stessi e del proprio lavoro; la mia pittura è stata definita in vari modi:<br />

“onirica”, “simbolica”, “favolistica”, “surreale” ecc… ma ogni pittura ha un suo preciso significato al di là della corrente<br />

artistica cui appartiene. Spesso storici e critici d’arte “inscatolano” le opere all’interno di periodi e correnti solo per comodità<br />

di trattazione.<br />

Come nascono i suoi quadri?<br />

Nei luoghi più impensabili e meno probabili, indifferentemente di giorno o di notte, sicuramente quando uno viene colto<br />

dal “momento magico”.<br />

Quali sono i temi della sua pittura?<br />

Da anni descrivo il borgo medioevale, non quello ormai storicizzato bensì un borgo proiettato nel futuro, onirico e favolistico<br />

(se proprio devo usare un’etichetta), composto da piccole tessere e da geometrie pure… ma in realtà il borgo è<br />

solo un pretesto per poter parlare di rappresentazione.<br />

Cos’è per lei la rappresentazione?<br />

La rappresentazione è la chiave di lettura dell’universale; essa è nelle cose più semplici ma anche nel nostro modo di<br />

comportarci più complesso.<br />

Recentemente lei ha disegnato il manifesto della Prima Sagra di Primavera di Mondello: come le è venuto in mente<br />

quel disegno?<br />

Per l’occasione ho pensato ad un luogo della borgata marinara ben riconoscibile anche se non prettamente storicizzato:<br />

“la passeggiata a mare”. Su un vaso della ringhiera, che delimita e separa la pavimentazione dal mare, ho immaginato<br />

tanti fiori con un bel sole soprastante che sorride: questa per me è la cornice ideale di Mondello.<br />

Quali sono stati i suoi ultimi impegni artistici nel 1992?<br />

Per quanto riguarda l’Italia, le partecipazioni di Torino (Galleria La Telaccia), Ferrara (Galleria Alba), Roma (Accademia<br />

Internazionale d’Arte Moderna). All’estero, New York (Jacob Javits Convention Center), Stoccolma (Museo Nazionale),<br />

Budapest (Museo Nazionale).<br />

Quali i suoi programmi futuri?<br />

Certamente un ritorno a Palermo e, spero, anche a Mondello!<br />

Ignazio Aiello / Mondello – Palermo, agosto 1992

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