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(…) Questo libro di ricette di Concetta Amella, è veramente<br />
“cibo per la mente”.<br />
Un libro-catalogo che mi convince…un susseguirsi di<br />
pietanze dimenticate, accompagnate, in questa mostra,<br />
dalla regia di Salvo Ferlito, che ha invitato per l’occasione<br />
sedici artisti a “pranzo”, alla galleria Studio 71, per far<br />
festa a Concetta. Così che ognuno di loro ha “portato” ciò<br />
che meglio lo rappresentava: Fabrizio Costanzo e Francesco<br />
Pintaudi hanno apparecchiato una tavola con ogni<br />
“ben di dio” dedicata a Giafar…<br />
Francesco M. Scorsone / Io sono quello che mangio<br />
Galleria 71 – Palermo, 2009<br />
(In Scorsone Arte Contemporanea, gennaio 2009)<br />
(…) Quando nel 965 gli arabi divennero padroni dell’isola,<br />
la cucina siciliana “toccò” la punta più alta, estendendo<br />
la sua influenza in tutto il bacino del Mediterraneo. Di<br />
questo straordinario periodo, Esculentiae memorie (Il<br />
pranzo di Giafar), ci sussurra gli splendori: frutto della ben<br />
rodata co-produzione tra i due pregevoli artisti Fabrizio<br />
Costanzo e Francesco Pintaudi. Nella loro tela prende<br />
così forma l’opulenza della corte dell’Emiro Giafar II, della<br />
dinastia Kalbita, definito dagli storici come il Lorenzo il<br />
Magnifico della rinascenza araba in Sicilia: in un trionfo di<br />
frutti della terra e del mare, soffusi nella nebbia di vapori<br />
odorosi, che pare si sprigioni dalle pietanze per avvolgere<br />
le cupole e raggiungere il cielo…<br />
Elina Chianetta / De gustibus<br />
Istituto Cervantes – Palermo, feb./mar. 2009<br />
(In Sicilia Tempo, marzo 2009)<br />
(…) Obbligata e doverosa citazione degli antichi graffiti<br />
dell’Addaura. Non mero omaggio di carattere formale,<br />
ma piuttosto sentita rivisitazione contemporanea, finalizzata<br />
ad enucleare quell’intensa ieraticità del segno primitivo,<br />
di cui – da almeno cent’anni a questa parte – si nutrono<br />
il pensiero e il gesto di tanti artisti.<br />
Salvo Ferlito / Graffiti Day (commento al totem Inno alla luna)<br />
Addaura Hotel – Palermo, maggio 2009<br />
(In Graffiti Day, catalogo 2009)<br />
(…) Ironia e pensosa disanima della fragilità di un ecosistema<br />
e della condizione umana, nel dittico Metamorfosi,<br />
di Fabrizio Costanzo e Francesco Pintaudi, impegnati,<br />
ancora una volta, in una collaborazione che ha già prodotto<br />
risultati di grande interesse. I pesci di queste due<br />
tele in dittico, “umani troppo umani” nella loro espressività,<br />
sono toccati da un trasformazione che cancella in loro<br />
“colore e forma”: una metafora della progressiva disumanizzazione<br />
degli uomini e un atto di accusa contro l’impoverimento<br />
delle specie marine. Una perdita di “certezze”<br />
che tocca due mondi, strettamente legati tra loro. “Comme<br />
dans la mer, comme dans les cœurs humains”- “come nel<br />
mare, così nel cuore degli uomini” - potrebbe essere il<br />
sottotitolo del loro lavoro, frutto di una ricerca a due, che<br />
ha messo a confronto stili pittorici differenti, che si sono<br />
però ritrovati e fusi sulla comune percezione di un mondo<br />
che cambia, a volte “furtivamente”, dentro una sottotraccia<br />
di cui spesso non si ha sentore, e che svela i suoi<br />
disastri quando è già troppo tardi.<br />
Elina Chianetta / Blu? Il mare come non lo avete mai visto<br />
(commento all’opera Metamorfosi)<br />
Addaura Hotel - Palermo, lug./set. 2010<br />
ORIZZONTI D’ATTESA<br />
E’ meraviglioso, come la complessità del pensiero possa<br />
racchiudersi in un tratto essenziale, in colori che riescono<br />
ad esprimere mille parole…<br />
Guardando i quadri di Fabrizio Costanzo, viene voglia di<br />
vivere in quei paesaggi puliti, in quel mondo ordinato e<br />
rarefatto, dove il male è assente.<br />
Uno stato di grazia pervade quei luoghi nei quali è possibile<br />
soltanto l’attesa del miracolo o nei quali, forse, il miracolo<br />
è già avvenuto… Una mano benigna è scesa dal<br />
cielo ed ha ordinato le case, ha piantato l’albero, ha ripulito<br />
le vie; la stessa mano ha dato vita a tenere creature<br />
che, infinite e uguali, ripetono nel silenzio, la loro solitudine,<br />
grate dello stare insieme nello stesso spazio.<br />
Non si sente la mancanza dell’essere umano: ci sono le<br />
stelle, gli steli, le lune e i campanili, ci sono gli orizzonti<br />
dorati che certo una creatura con un cuore ha sognato…<br />
ci sono pesci riuniti in rispettosa assemblea che con<br />
stupore attendono che qualcosa avvenga… c’è la luce,