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FABRIZIO COSTANZO WORK IN PROGRESS 1

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Consideriamo subito alcuni aspetti del pensiero di Edouard Jeanneret,<br />

in arte Le Corbusier.<br />

C’E’ UNO SPIRITO NUOVO…<br />

O DELL’EQUILIBRIO TIMBRICO<br />

Franco Mineo<br />

Occasioni di dialogo con gli artisti<br />

Nell’opera Verso un’architettura, 1920-21 – pietra miliare dell’architettura<br />

moderna - a proposito del fare creativo, l’artista sosteneva che ogni<br />

prodotto estetico presuppone un quantum di interesse sensoriale ed<br />

intellettuale rispondente il primo, al colore, di pertinenza dei popoli semplici,<br />

dei contadini e dei selvaggi; il secondo, all’armonia-proporzione,<br />

come attività dell’intelletto dell’uomo colto. Le Corbusier diceva inoltre,<br />

che il colore - il superfluo necessario – e l’armonia-proporzione - il necessario<br />

superfluo - rappresentavano i due estremi ideologici su cui si<br />

orientava l’attività creativa dell’uomo. Questa particolare impalcatura<br />

concettuale, poneva le basi di un discorso più complesso, comprendente<br />

altri fattori, la cui meta finale sintetizzava un’idea sostanziale di purezza<br />

formale a cui Ozenfant e Le Corbusier lavorarono a lungo, condividendola<br />

e difendendola per tutta la vita. Che senso ha, quindi, oggi,<br />

presentare una mostra su Le Corbusier – un omaggio che non è un<br />

omaggio – che ripropone un’idea così apparentemente astrusa? Franco<br />

Mineo, evidentemente, sta attuando una ricerca seria e meticolosa, coraggiosa<br />

e non comune direi, sul solco di un rigore filologico che tuttavia<br />

lascia ampio spazio a quegli impulsi emozionali di cui l’uomo abbisogna,<br />

e l’artista si serve, per poter condurre il suo studio. Un giorno, Matisse -<br />

grande maestro del colore - rivelando candidamente di essersi innamorato<br />

di un bel blu, fece una dichiarazione d’amore e da contadino, ma<br />

sappiamo tutti quanto fosse colto e intellettuale… Mineo dal canto suo,<br />

intende dare ordine alla molteplicità del Creato, esplorandone le leggi<br />

per trarne fuori una linfa fresca e vitale, gioiosa, positiva negli intenti e<br />

nei fatti. Scruta il mondo, la natura vegetale e animale, gli oggetti inanimati<br />

e le persone, sublimando la vita come manifestazione di perfezione.<br />

La tabula di Mineo ha un alto valore evocativo ma è, strutturalmente,<br />

tessitura di equilibri spaziali e cromatici in cui ogni oggetto, pur avendo<br />

peso, forma e vita autonomi, si relaziona con gli altri. Nel mutuo sostegno,<br />

i suoi segni-struttura e i timbri-forma, avvalorano un’azione ludica<br />

che toglie l’amaro al quotidiano donando sorriso al prossimo. Siamo<br />

certamente distanti dal luogo degli eventi così caro a Jackson Pollock, in<br />

cui l’intervento dell’artista generava input difficilmente controllabili e che<br />

acquistavano vita autonoma. In Mineo i segni e i timbri si simbiotizzano<br />

– in un gioco di rimandi - con la forma strutturale, definendo la scatola<br />

scenica del quadro e della realtà, acquistando incisività e significato,<br />

materializzandosi in un pensiero lucido, chiaro. La sedia di Le Corbusier,<br />

indice di un nuovo approccio estetico-funzionale al mondo del design<br />

- e così affettivamente resa protagonista da Franco Mineo - chiude<br />

il cerchio della sua ricerca bi-tridimensionale, configurandosi come unità<br />

di sintesi del processo visivo: siamo in presenza di un unicum sensoriale

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