50 RICERCA la <strong>di</strong>fferenza: gli esempi sono più incisivi delle parole e credo sia essenziale <strong>di</strong>mostrare con i fatti, alle bambine e alle giovani ragazze, che “si può fare”. Cosa che per me vale anche nel privato: nella mia famiglia non vige alcuna separazione dei ruoli ». Quanto all’ambito professionale, Antonietti afferma <strong>di</strong> non avere « mai sentito il peso <strong>di</strong> essere una donna, nemmeno quando, come spesso accadeva e accade, ero l’unica donna al tavolo ». Ma sottolinea <strong>di</strong> aver « sperimentato, negli anni, il peso della segregazione orizzontale – le donne nelle materie STEM sono sotto-rappresentate – e <strong>di</strong> quella verticale, legata alla <strong>di</strong>sparità <strong>di</strong> genere nei ruoli apicali ». E continua: « Serve un cambiamento culturale. Sotto questo aspetto la Commissione europea, tramite l’inserimento della <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> genere in tutte le politiche <strong>di</strong> sviluppo, sta facendo molto: i segnali <strong>di</strong> un progresso iniziano a vedersi un po’ ovunque, non è un caso che il <strong>Politecnico</strong> sia oggi guidato, per la prima volta dalla sua nascita, da una rettrice ». Anche da questa prospettiva, aggiu<strong>di</strong>carsi un ERC Synergy Grant è un traguardo da festeggiare: quest’anno, su 395 progetti che hanno partecipato al bando, solo 37, cinque dei quali partecipati da scienziati italiani, hanno ottenuto il finanziamento, coinvolgendo 135 ricercatori chiamati a realizzarli presso 114 università e centri <strong>di</strong> ricerca in 19 Paesi europei e non solo. « Quella <strong>di</strong> ERC è senza dubbio la linea più prestigiosa <strong>di</strong> finanziamento della ricerca a livello europeo – <strong>di</strong>chiara Antonietti – Sono orgogliosa <strong>di</strong> questo traguardo raggiunto con NEMESIS, anche perché a essere valutate sono proposte in ogni campo della scienza, senza argomenti predefiniti e valutate sulla base del solo criterio dell’eccellenza scientifica ». E gettando lo sguardo in<strong>di</strong>etro, a quando, ancora bambina, si <strong>di</strong>vertiva ad assemblare i mattoncini del Lego, precisa: « Non sono ossessionata dalla matematica, mi piace anche leggere, anzi, sono una <strong>di</strong>voratrice <strong>di</strong> libri. E ce n’è uno che per me ha significato tantissimo, Cuore <strong>di</strong> Edmondo De Amicis: mi fu regalato alle elementari dalla maestra, come premio per essere stata una lettrice d’eccezione, e mi ha accompagnata nei momenti più importanti della mia vita, quando sono andata via <strong>di</strong> casa, quando mi sono sposata, quando l’ho passato alle mie figlie. Perché è un inno all’educazione, al rispetto, alla gentilezza, alla gratitu<strong>di</strong>ne, al coraggio, al sacrificio, ed è dall’educazione e dalla cultura che passano i valori imprescin<strong>di</strong>bili <strong>di</strong> tutela e <strong>di</strong>fesa dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> tutti ». ●
DAL RETTORATO 51 51 Come si stu<strong>di</strong>a oggi? Docenti e studenti raccontano tutta l’innovazione nella <strong>di</strong>dattica politecnica, i nuovi corsi <strong>di</strong> laurea, i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> insegnamento, le aule interattive, l’affiancamento delle aziende e le best practices che accompagnano le solide competenze tra<strong>di</strong>zionalmente trasmesse dal <strong>Politecnico</strong> <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> 51–54 Didattica