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Vecchio - 2011 - Il paesaggio nell'era della globalizzazione

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cosicché egli manifesti la sua appartenenza ad un luogo essenzialmente<br />

con il consumo, appunto come il turista. Vi sono di conseguenza tre<br />

tipologie di luoghi dove la trasformazione del cittadino in turista ha<br />

pieno compimento e sono i centri commerciali, il museo e le «città<br />

senza gente», come ad esempio Milano 2.<br />

Questi scenari trasformati dal turismo, il cui punto estremo è<br />

costituito dai parchi tematici come Disneyland, sono già luoghi<br />

dell’iperreale, che hanno cancellato la realtà a favore di un fruizione<br />

dell’illusorio. <strong>Il</strong> problema è che il mondo globalizzato del post-turismo<br />

tende troppo spesso a mercificarsi come prodotto turistico e quindi a<br />

distruggere le peculiarità vere del luogo, lasciando in piedi una patinata<br />

ricostruzione che fa assomigliare il luogo più ad un parco per il tempo<br />

libero che a se stesso.<br />

V.3. S<strong>paesaggio</strong><br />

C’erano sempre stati quei panorami di case<br />

novecento in rovina, coi fianchi tenuti su a<br />

malapena da travi di legno, con le finestre<br />

turate da carta incatramata e con i tetti di ferro<br />

ondulato, e quelle staccionate intorno ai<br />

giardini che pendevano sghembe da tutte le<br />

parti? E i luoghi bombardati dove la polvere di<br />

calcestruzzo mulinava nell’aria, e le erbacce<br />

crescevano sparse sui muchi di sassi? E quegli<br />

altri luoghi in cui le bombe avevano aperto dei<br />

buchi più larghi e dov’erano germogliate<br />

miserabili colonie di capanne di legno simili a<br />

pollai? (George Orwell, 1984).<br />

Gli spaesaggi sono dei paesaggi che per varie ragioni hanno perso la<br />

loro capacità di essere percepiti positivamente, dove per positivo si<br />

include naturalmente anche il tratto “spaventevole” del sublime, per<br />

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