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Vecchio - 2011 - Il paesaggio nell'era della globalizzazione

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associata a quella del <strong>paesaggio</strong> inteso in senso moderno, e la cui<br />

influenza si è manifestata, in qualche maniera, anche nell’ orientare la<br />

stessa percezione del <strong>paesaggio</strong> reale.<br />

L’inizio <strong>della</strong> pittura di <strong>paesaggio</strong> si fa risalire alla pittura fiamminga<br />

<strong>della</strong> fine del XV secolo, anche se stabilire delle cronologie può<br />

presentare delle difficoltà. Infatti perché si parli di pittura di <strong>paesaggio</strong><br />

devono ricorrere delle condizioni che lo differenzino da quelli che sono i<br />

dipinti del Quattrocento, dove già il <strong>paesaggio</strong> compare, anche se<br />

soltanto nella forma di piccoli ritagli di sfondo totalmente funzionali alle<br />

logiche estetiche, religiose o allegoriche dei dipinti in cui esso è inserito.<br />

Alain Roger, fra gli altri, si è proposto di individuare quali siano state le<br />

condizioni che abbiano favorito il passaggio dal <strong>paesaggio</strong> come sfondo<br />

poco rilevante al <strong>paesaggio</strong> come soggetto di un dipinto, e ne ha<br />

individuate due, ovvero la laicizzazione e l’unitarietà del soggetto.<br />

Laicizzazione in quanto il <strong>paesaggio</strong> comincia a essere inteso in maniera<br />

indipendente dalle tematiche religiose, e unitarietà perché esso tende ad<br />

acquistare una sua dignità rappresentativa come sfondo unitario e non<br />

più come dettaglio marginale nello spazio <strong>della</strong> tela (Roger A., 2009, p.<br />

56). Inoltre è spesso sottolineato come uno degli elementi decisivi<br />

attraverso i quali il <strong>paesaggio</strong> ha acquistato dignità nella<br />

rappresentazione figurativa sia quello <strong>della</strong> finestra, come sostiene anche<br />

Giorgio Bertone che a tal proposito afferma che dopo l’iniziale apporto<br />

<strong>della</strong> finestra alla nascita del <strong>paesaggio</strong>, nella modernità «il quadro e la<br />

cornice sfumano o diventano finestrini di automobili, di treni e di<br />

funicolari. O scompaiono» (Bertone G., 1999, p. 33). Ma Roger, che in<br />

merito al <strong>paesaggio</strong> propone anche un’altra teoria, quella <strong>della</strong> doppia<br />

artialisation <strong>della</strong> natura, secondo la quale il <strong>paesaggio</strong> nella pittura<br />

viene percepito in visu ovvero mediato dalla percezione, sostiene anche<br />

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