Vecchio - 2011 - Il paesaggio nell'era della globalizzazione
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delle tracce materiali degli abitanti del passato in rapporto al contesto<br />
naturale e sociale da essi abitato. Questa nuova disciplina che coniugava<br />
geografia e archeologia, si concentrò sugli studi del <strong>paesaggio</strong> storico<br />
ponendo grande attenzione soprattutto all’archeologia ambientale e alla<br />
prospettiva aerea. La maggiore differenza, comunque, fra l’archeologia e<br />
l’archeologia del <strong>paesaggio</strong> risiede nel fatto che la seconda non si<br />
focalizza sul sito ma sul territorio circostante, superando i limiti<br />
geografici in modo da far emergere gli intrecci meno evidenti del<br />
<strong>paesaggio</strong>. Grazie alle fotografie aeree, che attraverso ombre e segni del<br />
suolo e delle colture permettono di svelare interi paesaggi poco visibili o<br />
addirittura totalmente nascosti a livello terrestre, si sono così potuti<br />
osservare non solo le relazioni tra <strong>paesaggio</strong> e pratiche insediative del<br />
passato, ma anche le fragilità del <strong>paesaggio</strong>.<br />
Nell’ambito degli studi italiani sulla lettura del <strong>paesaggio</strong>, per<br />
esempio, Francesca Mazzino e Adriana Ghersi in Per un atlante dei<br />
paesaggi italiani articolano la loro ricerca strutturando l’archeologia<br />
storica su più piani che comprendono sia un’analisi storica del <strong>paesaggio</strong><br />
che una visiva. Nell’analisi storica – relativa a un progetto di studio sul<br />
<strong>paesaggio</strong> ligure – che si propone di individuare le permanenze e le fasi<br />
di trasformazione e evoluzione del <strong>paesaggio</strong>, vengono proposti degli<br />
schemi che comparano i principali fini dell’archeologia del <strong>paesaggio</strong><br />
(«rilevamento delle tracce dell’evoluzione storica del passato -<br />
ricostruzione delle scelte di localizzazione degli insediamenti -<br />
individuazione delle permanenze degli usi del suolo»), dell’ecologia del<br />
<strong>paesaggio</strong> e dell’archeologia ambientale (Mazzino F., Ghersi A., 2003, p.<br />
32). Per quanto riguarda l’analisi visiva essa tiene conto di determinati<br />
criteri quali quello geomorfologico, dei corpi d’acqua, dei corsi d’acqua,<br />
vegetazionale, e antropico (ibidem p. 36). Valerio Romani, invece,<br />
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