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Vecchio - 2011 - Il paesaggio nell'era della globalizzazione

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spazio temporale. Ciò ha posto una sorta di barriera tra l’uomo e la<br />

natura, conducendo all’attuale processo di denaturalizzazione del<br />

<strong>paesaggio</strong>. Questo diviene un <strong>paesaggio</strong> privato degli effetti dell’agire<br />

individuale, distrutto dalla tensione che spinge ad uniformarsi al sistema<br />

globale. Esso è il mondo dell’Atopia, del nonluogo, un mondo privato<br />

del senso locale e delle sue caratteristiche di specificità e diversità, come<br />

ha affermato l’antropologo Marc Augè. Augè si chiede se la società <strong>della</strong><br />

surmodernità non stia distruggendo il concetto di luogo, le cui<br />

caratteristiche fondamentali sono quelle di essere identitario, relazionale<br />

e storico, producendo al suo posto nonluoghi, spazi dello standard dove<br />

si transita ma non si abita, che non integrano i luoghi antichi ma li<br />

relegano in un posto circoscritto e specifico, dove vengono<br />

artificialmente classificati come “luoghi <strong>della</strong> memoria”. Legati alla<br />

conservazione del <strong>paesaggio</strong> sono anche le moderne preoccupazioni per i<br />

cambiamenti ambientali su scala globale. I ritmi del cambiamento<br />

paesaggistico, infatti, si sono accelerati nel tempo, con i progressi <strong>della</strong><br />

tecnologia, la crescente complessità <strong>della</strong> società e gli aumenti <strong>della</strong><br />

popolazione. Contro la minaccia di Atopia e contro i rischi di perdere il<br />

<strong>paesaggio</strong>, l’uomo, tuttavia, reagisce attivamente: rendendo il <strong>paesaggio</strong><br />

un contenitore di memorie territoriali, culto delle testimonianze passate,<br />

e combattendo contro una sempre maggiore omologazione e uniformità<br />

paesaggistica con una rivalutazione del luogo e del “locale”, cercando, a<br />

tal fine, di permettere alle pratiche antropiche di mantenere una grande<br />

varietà di comportamento che non cancelli la tipicità e la diversità.<br />

<strong>Il</strong> <strong>paesaggio</strong>, infatti, al pari <strong>della</strong> società umana, è sottoposto a due<br />

tensioni fondamentali, una che tende verso continui cambiamenti e<br />

l’altra che vorrebbe mantenere lo stato raggiunto. Per mediare queste<br />

tensioni e trovare il giusto equilibrio sono necessari uno studio e una<br />

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