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Vecchio - 2011 - Il paesaggio nell'era della globalizzazione

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CAPITOLO SECONDO<br />

UOMO E NATURA<br />

II.1. Spazio e tempo<br />

Come c’è una geometria nello spazio, c’è una<br />

psicologia nel tempo, dove i calcoli di una<br />

psicologia piana non sarebbero più esatti,<br />

perché non si terrebbe conto del Tempo e di una<br />

delle forme che assume, l’oblio: l’oblio, di cui<br />

cominciavo a sentire la forza e che è uno<br />

strumento di adattamento alla realtà tanto<br />

potente perché a poco a poco distrugge in noi la<br />

sopravvivenza del passato, che è in costante<br />

contraddizione con lei (Marcel Proust, La<br />

Fuggitiva).<br />

La storia futura non produrrà più macerie. Non<br />

ne ha il tempo (Marc Augé, Rovine e macerie).<br />

<strong>Il</strong> modo in cui l’uomo guarda alla natura, alla città o al <strong>paesaggio</strong><br />

sottintende per ciascuno di essi una diversa, ma tuttavia sempre<br />

imprescindibile, relazione spazio-tempo, che diviene un punto cardine<br />

dell’approccio filosofico all’interpretazione dei cambiamenti<br />

paesaggistici. È il mutamento, infatti, che conferisce una certa<br />

conformazione visiva ad un luogo; esso è il frutto dell’«accadere» che,<br />

per riferirci a quanto dice Venturi Ferriolo, «diventa il contenuto dei<br />

nostri luoghi e del loro divenire, caratterizzandoli» (Venturi Ferriolo M,<br />

2009, p. 80).<br />

Spazio e tempo giocano un ruolo decisivo. Gli svolgimenti<br />

temporali rendono un <strong>paesaggio</strong> peculiare. I suoi accadimenti<br />

passati e presenti ne fissano l’immagine attuale. Alla<br />

molteplice contemporaneità degli elementi, in relazione nel<br />

medesimo tempo tra loro, si aggiunge la doppia coesistenza<br />

di presente e passato. Gli accadimenti prendono visibilmente<br />

corpo nell’aspetto delle località. La loro lettura ne rivela<br />

l’identità, a partire dal presente, verso il passato o proiettata<br />

nel futuro (ibidem, p. 81).<br />

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