02.04.2013 Views

Padre padrone - Sardegna Cultura

Padre padrone - Sardegna Cultura

Padre padrone - Sardegna Cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

zi come Nanni, mietevano sin dai dieci anni così bene<br />

come io a otto sapevo fare il pastore. Era il suo mestiere.<br />

E ora la mietitura era lì anche per me. Mio padre me<br />

l’avrebbe insegnata sempre con due o tre lezioni fugaci<br />

e cicloniche.<br />

Toccò al grano de sa Pedròsa inaugurare l’impresa.<br />

La mattina del giorno di San Pietro piombammo sul<br />

campo, vicino a Sìligo, armati di falci. Giunti sul grano<br />

per mio padre iniziò la battaglia, per me la lezione. In<br />

fretta e in furia mi insegnò subito come fare. Come tenere<br />

la falce. Come tagliare le spighe e tenerle in mano.<br />

Come fare la manciata e legarla e come fare i covoni (comènte<br />

la incrabistàre e comènte fàghere sos mannùjos).<br />

Non era passata mezz’ora dall’inizio della lezione che<br />

lui pretendeva fossi già divenuto un mietitore, quasi lui<br />

fosse il creatore che avesse la facoltà di infondermi in<br />

un attimo tutta la sua esperienza e mi rendesse simile a<br />

lui con un balenio del suo cervello.<br />

– Tu non sei buono a nulla. Nanni sa mietere da quando<br />

era piccolo. E ora è capace di legarti dentro il covone,<br />

insieme alle manciate. Smidollato. Non vedi che ti<br />

cadono tutte le spighe che tagli? Sei un disastro.<br />

– Non ci riesco perché non l’ho mai fatto.<br />

– Così devi fare! Uhmmmmm! Hummmmm! Così!<br />

Cosìì! – infuriava tondendo furiosamente le stoppie.<br />

– Prova! Su! Su!<br />

Io mi sforzavo al massimo, fino allo spasimo. La cosa<br />

non era facile. Sotto la tempesta, poi, impossibile. E<br />

quando si accorse che le spighe che tagliavo non riuscivo<br />

a tenerle tutte per mano e che molte mi cadevano tra<br />

le stoppie tosate, la sua bocca tuonò di nuovo.<br />

152<br />

– Rammollito! Poltrone! Mangiapane a tradimento!<br />

Mangione (budegòne)!<br />

Con quanta rabbia aveva in corpo mi faceva vedere<br />

nervosamente ancora una volta come mietere. Evidentemente,<br />

preoccupato, per altre ragioni, si angosciava<br />

ancora di più per il tempo che stava perdendo ad insegnarmi<br />

a fare le manciate. Che io sapessi mietere dopo<br />

mezz’ora, purtroppo, non era possibile. È un’arte che<br />

si apprende con il tempo. Come al solito, la lezione da<br />

rabbiosa si fece feroce. Come se le spighe che mi cadevano<br />

fossero una parte del suo sangue e avesse paura di<br />

essere dissanguato, perse la calma. Rituonò con le sue<br />

bestemmie quasi per suscitare il temporale delle sue<br />

botte. Subito fischiò la bufera. Dietro di me sentii il<br />

turbine. I nembi s’addensarono e l’uragano scoppiò<br />

subito. Fu la grandine dei suoi colpi. Mi percosse atrocemente.<br />

Gli schiaffi si alternavano ai pugni sull’aiuola<br />

che avevo mietuto, mentre i suoi calci uno mi atterrava<br />

e l’altro mi rimetteva in piedi per ricolpirmi con le mani.<br />

Uno dei suoi pugni, purtroppo, mi prese alla nuca.<br />

Il buio mi sommerse. Vidi le stelle, un turbinio di luci,<br />

di bagliori e caddi per terra stramortito, privo di sensi<br />

sulle stoppie. Mi lasciò lì finalmente; lui si sfogò mietendo<br />

covoni a catena. Se li lasciava in piedi alle spalle e<br />

con la loro testa foltissima di ariste sembravano dirmi<br />

continuamente: – I tuoi covoni non nascono! Dài che<br />

anche tu diventerai come tuo padre! Qui ce ne sono<br />

passati di ragazzi ad imparare a mietere. Poi son ripassati<br />

mietendo come atleti. Messa, Gavì, messa! (Mieti,<br />

Gavì, mieti!).<br />

Si prese in affitto un’altra tanca vicina. Era boscosa e<br />

153

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!