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Peppe e lo freddò con una fucilata. Sorpresa dei danzatori!<br />
– Don Peppe, che sapeva ciò che passava tra i due,<br />
forte della sua autorità sulla Giustizia, fece chiamare i<br />
carabinieri di Banari e sul sospetto fece arrestare thiu<br />
Giommarìa. Certo! non lo aveva visto nessuno, no.<br />
– I carabinieri mentre lo portavano in caserma passarono<br />
davanti alla casa del don che era sull’uscio.<br />
– “Ora don Pè può stare tranquillo: ha fatto arrestare<br />
Giommarìa Ledda.”<br />
– “Certo! Guardateli bene gli alberi di Monte Santu.<br />
Quando tu sarai libero saranno già alberi fatti.”<br />
– “Ho l’animo che io ritorno.” Fece thiu Giommarìa<br />
tra le braccia dei gendarmi. “E credo che lei non ci sarà<br />
più qui.”<br />
– Quello che diceva quell’uomo era una sentenza,<br />
era. Non parlava mai all’aria.<br />
– Don Peppe era un uomo senza scrupoli e faceva<br />
razzia delle donne dei paesi vicini, specie delle mogli<br />
dei pastori suoi dipendenti e delle loro figlie. Più volte<br />
avevano tentato di eliminarlo, ma riuscì sempre illeso<br />
dagli assalti. Correva fama che le palle non lo passassero.<br />
Era fatturato.<br />
– Una notte lo appostarono in Parruogliàri, tra Banari<br />
e Sìligo, dove sarebbe passato di ritorno. Allo scalpitìo<br />
del suo cavallo i suoi attentatori lo presero di mira e<br />
lo spararono a palle d’oro. L’oro passa qualsiasi fattura,<br />
anche se viene fatta dallo stesso demonio. Lo crivellarono<br />
di colpi e lo ridussero a colabrodo.<br />
– E chi erano?<br />
– Indubbiamente amici di thiu Giommarìa.<br />
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– Lui non c’era?<br />
– Lui era ancora in prigione in attesa del dibattimento.<br />
Uscì poco dopo: assolto per insufficienza di prove,<br />
dopo oltre due anni di carcere.<br />
Thiu Juànne raccontava sempre senza interruzione<br />
estirpando le radici senza tregua tra una scorreggia e<br />
l’altra che tuonavano nel silenzio del bosco. Quando<br />
c’era lui la giornata mi passava senz’accorgermene.<br />
Purtroppo se non faceva brutto tempo lui non veniva.<br />
Io pregavo che piovesse e spesso l’inverno mi dava retta.<br />
Così mi rivedevo thiu Juànne spuntare all’orizzonte.<br />
– Ciao! Gaviné! Come va? Hai freddo?<br />
– No. Oggi me ne raccontate di storie di thiu Giommarìa?<br />
– Sì. Ora però mangiamo alla capanna. Poi mentre io<br />
farò la legna...<br />
Così come al solito thiu Juànne si sceglieva un ceppo<br />
e incominciava a sterrarlo praticando delle gore per recuperare<br />
anche le radici. Al mio invito non si tirava mai<br />
indietro e raccontava.<br />
– Per dimostrarti quanta stima e rispetto avesse thiu<br />
Giommarìa a Sìligo e nei paesi vicini ti racconto questa.<br />
Un suo amico, thiu Jonbattìsta, durante l’inverno aveva<br />
affidato il gregge minuto e non figliato, montoni<br />
compresi (sa laghìnza), al suo servo, qui, in Bestìa. Era<br />
costui un semplicione, senza spirito. Solo un buon pastore.<br />
Thiu Jonbattìsta se ne stava a Baccattìna con il<br />
gregge da latte (cun su madrigàdu) dove aveva anche un<br />
allevamento di cavalli (unu asòne de caddhos). Una volta<br />
la settimana si recava a Bestìa per portare le provviste<br />
e il vino al servo e per perlustrare il suo pascolo. Un<br />
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