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– Con l’oceano Atlantico e a nord con il Mar Glaciale<br />
Artico.<br />
– Il lago più grande del mondo?<br />
– Il Mar Caspio, mi avevi detto.<br />
– Vediamo, di storia. Giulio Cesare?<br />
– Il più grande generale romano.<br />
– Il sommo poeta?<br />
– Dante Alighieri. Ha scritto la divina commedia.<br />
– Matematica. Tre per tre?<br />
– Nove.<br />
– Sei per sei.<br />
– Trentasei.<br />
– Nove per nove?<br />
– Cinquantasei.<br />
– Ottantuno fa! Stanotte ripassati la tavola pitagorica.<br />
Non la sai ancora bene.<br />
– Sì, sì.<br />
Con questo stato culturale mnemonico e senza saper<br />
scrivere, dietro le mie insistenze, mio padre mi presentò<br />
ad una maestra di Sìligo.<br />
– Sì, ora ti pigli la licenza elementare. Non voglio<br />
questo scrupolo. È ora ormai. È un sacrificio che debbo<br />
fare. Te lo avevo anche promesso quando ti portai<br />
via dalla scuola.<br />
La maestra mi insegnò ancora meglio la conoscenza<br />
dell’alfabeto e alcune nozioni di carattere generale che<br />
mio padre era riuscito a insegnarmi tra una sfuriata e<br />
l’altra. Dopo tre mesi nel giugno mi presentai all’esame<br />
da privatista con i ragazzi di 12 anni. Fui promosso.<br />
Debbo confessare che il temino (“Una lieta scampagnata”)<br />
lo feci malissimo. Non ero in grado di scrivere<br />
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correttamente. La lettura poi era ansimante, affannosa,<br />
forzata, sillabica. Nelle parole lunghe quando giungevo<br />
alla fine mi erano già sfuggite le sillabe iniziali sicché<br />
non sapevo più che parola avessi letto. Mi risollevò un<br />
po’ l’orale. Quello che avevo sentito sin da piccolo dagli<br />
stessi pastori, da mio padre e dalla maestra non mi<br />
usciva più di testa. Tra le maestre che mi stavano esaminando<br />
c’era ancora qualcuna che si ricordò il mio allontanamento<br />
dalla scuola a sei anni. S’intenerirono<br />
nel rivedermi di nuovo sui banchi vestito da pastore.<br />
Così la commissione mi regalò la promozione. Certo<br />
non solo per fare un piacere a me. Le autorità scolastiche<br />
avevano l’ordine di promuovere i pastori già arruolabili<br />
anche se fossero quasi analfabeti. In questo modo<br />
la nazione combatteva l’analfabetismo sulla carta e<br />
creava una base arruolabile per la difesa della patria.<br />
Con questo diplomino honoris causa in latitanza esistenziale,<br />
zio Gellòn poté stendermi la domanda per<br />
arruolarmi come volontario. Ero risoluto a tutto. Avevo<br />
poco da perdere. Ero convinto che un ambiente<br />
peggiore del mio lo avrei potuto vivere solo in galera. E<br />
senza per nulla interrompere la monotonia dei miei lavori<br />
attesi con impazienza la chiamata per la visita psico-attitudinale.<br />
Così arando e erpicando da un campo<br />
all’altro, finalmente i carabinieri di Sìligo mi comunicarono<br />
di recarmi al distretto. Un “leone” si era interessato<br />
della mia domanda e fu accolta subito. In seguito,<br />
per la visita, mi mandarono a Cagliari. Non avevo mai<br />
visto un centro così grande. Sassari l’avevo vista l’anno<br />
prima approfittando della libertà che mio padre mi<br />
concesse per la festa di San Vincenzo. Con un gruppo<br />
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