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Padre padrone - Sardegna Cultura

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palesemente l’imbarazzo del fatto che mi doveva dire<br />

qualcosa di importante.<br />

Com’era suo carattere non riuscì a fingere né a contenere<br />

la sua preoccupazione che gli lessi subito negli occhi<br />

torvi. E senza preamboli né indugi, il suo temperamento<br />

focoso gli fece esplodere quel che aveva dentro<br />

non appena mise piede nello studio.<br />

– Sono venuto a dirti che ho paura che tu mi stia nascondendo<br />

qualcosa. Tu stai seguendo una strada sbagliata<br />

da cui ho cercato più volte di distoglierti. La tua<br />

è una fissazione. Chi sei tu a pretendere di laurearti? I<br />

tuoi fratelli stanno lavorando per conto proprio e mandano<br />

anche qualcosa a casa. Tu, invece, sei inattivo e devi<br />

spendere i soldi per i libri e per le esigenze della tua<br />

età. Te ne stai tutto il giorno in paese e io so che ci sono<br />

molte cose che ti possono tentare e deviare. Le cattive<br />

compagnie in breve tempo ti possono rovinare, anzi, se<br />

continui così rovinerai anche noi, i tuoi fratelli e la famiglia.<br />

Tutti hanno da ridire sul tuo congedo. La gente<br />

se ne sta ridendo. Sei la beffa del paese. Prima che sia<br />

troppo tardi, ti conviene cercarti un lavoro qualsiasi<br />

per il momento, in attesa di andartene via da Sìligo, come<br />

stanno facendo tutti i giovani. Puoi fare il bracciante<br />

o quello che vuoi. Non puoi startene così senza far<br />

nulla, senza produrre.<br />

– Lascia da parte l’onore della famiglia, che non si rovina<br />

con il congedo. E i miei fratelli stanno facendo del<br />

loro meglio, ma lasciali da parte anche loro. Di’, piuttosto,<br />

quello che pensi dentro. Perché non lo confessi e<br />

hai quasi vergogna? Ti fa paura dirmi che io sono un ladro<br />

in casa tua?<br />

286<br />

– Sì, chi non lavora è un ladro.<br />

– D’accordo. Giustissimo.<br />

– Io ho paura che tu faccia qualcosa per corrompere<br />

tua madre. Chi non lavora è capace di tutto: è un essere<br />

da scartare.<br />

– Ma io sto lavorando anche troppo. Studio otto o nove<br />

ore al giorno per recuperare il tempo perduto, per<br />

cercare di darmi qualcosa che a suo tempo avresti dovuto<br />

darmi tu. Non ci hai mai pensato a questo?<br />

– Io ti ho fatto grande. Ti ho allevato e campato fino a<br />

ventun anni e non ho nessun scrupolo in proposito. Il<br />

mio dovere l’ho fatto.<br />

– Tu mi hai rovinato fino a ventun anni. Mi hai sfruttato<br />

ed usato fino a ventun anni, e hai fatto lo stesso con<br />

i miei fratelli. Cosa, naturalmente, che hanno fatto tutti<br />

i pastori. Ma se guardi bene tu hai allevato forse la famiglia<br />

più ignorante di Sìligo. Nessuno ha potuto frequentare<br />

regolarmente le scuole elementari, mentre<br />

avresti potuto fare altrimenti. Ci hai esiliato a Baddhevrùstana.<br />

– Io non avevo la possibilità di mandarvi a studiare né<br />

a te né ai tuoi fratelli. E ho lavorato come un dannato<br />

per sostentarvi e per sfamarvi.<br />

– Nessuno mette in dubbio che tu abbia lavorato, anzi,<br />

si può dire che tu abbia lavorato anche troppo, ma<br />

non per sostentarci, come dici tu.<br />

– E allora?<br />

– Allora? Tu è vero che hai lavorato, ma ci hai anche<br />

fatto lavorare con la smania di arricchirti. E questo non<br />

lo puoi negare. Hai prestato e presti soldi a tutto il parentado<br />

con alti interessi.<br />

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