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Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino

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Jj;S ICONOLOGIA<br />

,> dìj f.b'ji-.i ::i3r:j.y gj.'.j unc^r.i ddl.i d'j!cj jjcìeLÌ dì Mrfctim -, e ds'U 'Ninfe<br />

,; vìk Co,'np.i7ne . In fatti prcifo la Tua Sepoltura fi v-jdc un Mercurio di<br />

forma quadrangolare ; alla finiilra precipita una forgente à' acqua in un<br />

bacino » ove Ibnovi <strong>del</strong>le ftatue di Ninfe . Gli Eritrei inno tra tutti i<br />

Greci quelli , che foltengono le parti di quella Sibilla con più calore<br />

degli altri . Vantano il loro monte teorico, e nel detto monte un an-<br />

„ tro f ove pretendono foffc nata Erofile . Secondo efTì , un Pallore dì<br />

5, quei contorni detto Teodoro fu fuo Padre , ed una Ninfa fua Madre .<br />

„ Qiietla Ninfa era cognominata Idea» perchè allora ogni luogo folto di<br />

„ Alberi , chiamavafi Ida . Gli Eritrei levano dalle Poefie di Erofile<br />

„ quei verii , ov' Ella parla <strong>del</strong>la Città di M^rpeife » e <strong>del</strong> Fiume Ai-<br />

j, doneo 1 come <strong>del</strong> fuo paefe natio .<br />

Collantino Magno Augnilo nell' Orazione, che Eufebio ha aggiunto ai<br />

libri mandati fuori da lui <strong>del</strong>la Vita dì Collantino » recita uà Oracolo' di<br />

quella Sibilla <strong>del</strong>l' avvenimento di Grillo al Giudizio, dove nel principio<br />

<strong>del</strong>le lettere de* verfi li notano q'ieile p-arole r JFSUS. CliìllSl'US DBI<br />

FlLfUS SERVATOR , ed il modefimo I^nperadore afTerma che Marco<br />

Tullio Cicerone raolTo dall'artificio di tal Poema» che nji v^nne in ma-<br />

iio , lo fece latino , e lo pofe nel nu r.ero <strong>del</strong>le altre fue f .riche S'è il<br />

vero fia non. mi azzarderei mai ad alfe ri rio . S, Agoitino ne dilcorre ne! lib.<br />

i8. <strong>del</strong>la Città, di Dio cap. 25. e fcopre molto bv'ue Tarcitiiio di tai<br />

verfì latini, come fi può appieno vedere nel citat") luogo-<br />

Dai vcrfi rapportati come fapra da Siilo Betulei'» il rileva: aver quefti<br />

Sibilla predetta la nafciti <strong>del</strong> Divin Redentore . e pero fi diping;^erà il fo~<br />

pradefcritto Qnadro nella Nube àc»<br />

L' Aquila» fecondo Celio Augullo Curione , fimb jleggia la prcfenza <strong>del</strong>ia<br />

Deità Divina , e però ponendola appreilo quella Sibilla fi vuol denotale<br />

che quel tanto che alla fua niente li pr^fentò intorno allx Redenzione<br />

<strong>del</strong> Mondo , tutta fu opera <strong>del</strong>lo lleifo Altiflimo . Ecco le parole <strong>del</strong><br />

riferito Celio in noilra lingua tradotte per M. Camillo Spanocchi Santfej<br />

„ L'Aquila, oltre quelle cofe , che ne ha fcritto il Pierio, nelle cofe^<br />

», Sacre fignifica la prefenza, ovvero un certo fubito influlTo <strong>del</strong>la Divina<br />

«, Deità, con il quale fiamo guidati a maggiore, e più fuprema cognizia»<br />

), ne <strong>del</strong>le cofe Divine &c^<br />

Il fignificato <strong>del</strong>la Tromba eoi cartello, e^motto Cx. è già {piegato*<br />

•nde aon it^aremo a. ripeterlo ,<br />

•W4;*»r«"«V» r«"4V»r/*"«W »/?"vVir«'<br />

.<br />

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