Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino

TOMO ^V / N r 0, 281
né fi de ammettere !a fua dipolì/ione, dovendo in ciò il giudice elfere
molto accorto, e notare tal preltezza, che mollra bugia, e falfità .
La fpada,ela faetta , che ha nelle mani, lcmbrano,che più nocumen-
to porta la falfa teftimonianza, che altrimenti quelle nel ferire.
t finalmente il Cielo, per prenderlo in tal lignificato, dimofira, che
ficcome non è pofTibile , che Uomo nato in terra non fia fotto il cerchio
celeile , parimente non può elfer falfario fenza punizione evidente , e fea-
za che gli caggiano dal Cielo duri flagelli
Alla Scrittura Sagra . Sta vellita di color cangiante la teflimonianza_j
falfa, per le molte frodi, che operano quei , che hanno tal vizio : Et fra::des
Libia eomrn loqumtnr Prov. 24. v. i. Ed altrove, ^i aiitem mentitm
te/iis ejì frxudolentus . Idem 12. v. 17.
Il fuoco fui capo , per V odio , che Iddio gli porta , come divisò il
Sa\'io : Sex fmt qtae odit Dominus , & fcptimum deteflatur . Ocidos fublimes %
liììgium mendacem-, manus eff'.tndentes fang:ùneìn innox'mm -, cor machinans cogita'
tiones
tejìem
pp//:mas , pedes 'jeloces ad currendum in malum ,
falUcem , & qui femìnat inter fratres difcordias .
profereutem
Idem 6. v.
mendacia ,
16.
La fpada e la faetta , fimigliante a
Ó" gladius, & [agìtta acita , homo qui
quali è
loquitur
il falfo telHmonio : Jacuìnm»
centra proximum fuum fdfur^
teflimonìum . Idem 25. i». 18.
Il fulmine repentino fembra il teftimonio falfo, che volentieri depone:
^li autem tejìis ejl repentinns , concitmat lingnam mendacii , Idem 12. v. 19.
£ per fine il Cielo , fotto il 'quale ficcome non è poffibile , che non
fliamo tutti, cosi non andrà impunito il falfario, perchè non retta fenza
penitenza quello' peccato : Tejiis faijus non erit ìinpmìtus , & qui mendacia^
loqmtur non ejfugiet : Idem 19. v. 5.
UOmo
TIMIDITÀ',© TIMORE.
Dì Cefare Bjpa,
vecchio veillto di giallolino , col corpo curvo. La faccia alqi*an-
to pallida, gli occhi piccoli, e bianchi, le mani lunghe, e fottili, e
! piedi aìati . Starà merto, e fotto il braccio finillro terrà un Lepre , febbene
fra il timore , e la timidità vi è qualche poco di differenza , ncn però
tanta, che non fi polfano abbracciare forto im' ìileflTa immagine ; onde
diciamo, che il timore è una paffione dell'animo, nata negli Uomini dal
dubbio , che hanno , che le opinioni fatte non vengano giuflificate abba-
ftanza
.
_K' vecchio perchè lì genera dove non è abbondanza di fangue , né vi-
vacità di fpiriti , il che fi vede avvenire ne' Vecchi , che perdono il vi-
gore infieme coli' età , e facilmente temono gì' infortuni »
.
N n U