Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino

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^4o ICONOLOGIA graziolo fguardo ; circa la voce confille nel graziofo parlare , nel qualcj fpecialmente fi ricerca il faporito Tale delle lagge » foavi , angeliche parole ; e però dille Qiiinciliano , lib. 6. cap. 3. che la venultà è quella co- fa « che fi dice d
E nel feguente Sonetto . TOMO ^V l N r 0, J4I ^ntor, ed io sì pìen dì meraviglia. Come chi mai coja ìncredibil vide, Miriam coflei , quando ella parla « o ride . Neil' altro Sonetto confiderò meclefimamente il graziofo pa.To , e moto del piede , ed il foave parlare . Lieti fiori , e felici , e ben nat' erba , Che Madonna paffando premer [noie » Tiaggia eh' afcolii lue dolci parole -, E del bel piede alcun i'efligio [erbe . In quelle parti dunque, nel colore, nel moto, ne! rifo , nello fguardo» e nel parare confitte la venullà , che rende grazia alla bellezza; perciò l* abbiamo vellita di cangiante, compollo di varj colori, per le varietà delle grazie , che fi ricercano in un bell'oggetto, acciocché abbia una com- pita bellezza . Perchè fecondo il Platonico Ficino , la bellezza è una certa veniiità , e grazia , la quale il più delle volte fi deriva , fpecialmente da uno adornamento • ed eleganza di più cofe , ed è di tre forta : Primieramente per 1' ornamento di più virtù fi forma la grazia negli animi ; fecondariamente per la concordia , e proporzione de' colori , e linee nafce_> ne' corpi la venullà, e la grazia ; terzo venullà, e grazia parimente gran- diffima nafce dalla confonanza delle voce , e della dolce armonìa delle parole ; ficchè di tre forta è la bellezza dell'animo, del corpo, e della voce . La bellezza dell' animo fi gode colla mt;nte , la bellezza del corpo cogli occhi , la bellezza della voce colle orecchia ; onde 1' illelfo Ficino in l'Iatone de Tulchro , dice : Vidchrum effe gratiam quandam , qnê animiim per mentem > vifum t & audititm mo-vet , & allicit ; ove in follanza concluderli deve , che la bellezza confiile in una certa grazia , e venullà , che commuove , e tira l'animo, mediante la mente, l'occhio, e l'udito; tutte_> quelle tre forta di bellezze , nelle quali unite infieme apparifce la grazia» e la venullà , fono dal Petrarca meditate , fpecialmente la virtù , che for« ma la grazia negli animi, in quel Sonetto: d' ardente virtù , onefla , e bella •> Îrna gentil Ed in quello , che comincia , Chi mol 'veder. , redrS:
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