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Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino

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2ii ICONOLOGIA<br />

Gir occhi, e le orecchia fignificuno gli llromenci , co' quali le Spie cler-<br />

cicano tal urte, per compi icere a' Signori, e Padroni, conforme a quello<br />

AJagio: M l'cce l\ecrt a :nres, atqte m tltìoctli , il qua! proverbio pigliafi per<br />

le fpie, perche i Principi col m^zio degli occhi, ed orecchia di altri vedono,<br />

e od mo quello c'ie fi ta » e eh;; fi dice, e cotali Spie fi dimandano<br />

da'Gre-ci Oracude , .che vuol dire Uomini, che fcmpre vanno porgendo<br />

orecchio , per intend^rre quella che fi fa , e che (\ dice , come abbiamo<br />

detto di r)pra . Di D^ihillo Siracufiiu fino chiamati Profagogida; »<br />

'ì::-^ jing'i''r:im dìBji » f.uì.iq:e rcferel>.int , come dice Plutarco, ed Alelfandro<br />

ne* Geniali lib. 4. cap. 22. a' quali dalla Legge Papia fu coftituito petr<br />

premio la metà <strong>del</strong>la pena , e per ingordigia di tal fozzo pagamento , lemprè<br />

fé ne Ibno trovati fin' a<strong>del</strong>To in gran numero, fomentati da' Superio-<br />

ri , come d>i Tiberio Imperadore , parimente per lo guadagno : ^li fantj»<br />

Imperjtor c.i^'.j.t prxcìp:» qi.eìns-, tanttm Del.ìtorihns trìb'iìt , ut nembii fidern a-'<br />

brogaret -, fi-vc q.iii ixrì ^ jl-jc qiiJ l'ani refer.Dit , e però crebbero in colma<br />

grandi ili -no , perilchè il Senato, acciò fcemaJe il numero de' Spioni , tratto<br />

di fiiinuire loro il falario , ma Tiberio non volle dicendo in favor<br />

degli Spioni , che le Leggi fi loverteriano » fé i Cuilodi di eife Ci levaP<br />

fero: '^ura f-b-verti -, fi afiodes legitm aiao'vertnt'ir 'y e Domiziano Imperadore)<br />

che nei principio <strong>del</strong>l' imperio cercava dar buon faggio- di fé , e di parer<br />

clemente per acquillar la grazia <strong>del</strong> Popolo , volle opprimere le calunnie<br />

fifcali <strong>del</strong>le Spie, dicendo fpello ^ Trìnceps , q-ii DeLitores non cafìigat , ìr-<br />

ritat . Il Principe che non calHga le Spie le fomenta, ed irrita far 1' ofS-<br />

2I0 <strong>del</strong>la Spia, e lo tanno più alla peggio, querelando altri a torto,, con<br />

falfe accufe colorite col v^erlllmile, per efciuderli dalla grazia de' Princi~<br />

pi , e Signori. In procelfj poi di poco tempo, trafcorfo Domiziano In reprobo<br />

fenf), diede tantoltre le orecchia agli Spioni , per far rapina , e con-<br />

lìfcar beni de' vivi , e de* morti , che ninna cofa era ad alcuna ficuro »<br />

né uno Spione <strong>del</strong>l* altro fi fidava , ma ciafcuno temeva 1' altro , ed iii_S'<br />

tanto favore appreffo I' Imperadore erano gli Spioni , che li Proccuratori ><br />

ed altri Caufidici lafciate le caufe, fi davano alla Spia: vituperio di que*<br />

Principi, che tengono aperte le orecchia agli accufatori, e danno loro fu-<br />

bita credenza. Ammiano Marcellino vitupera CoUanzo Imperadore » eh-:..»<br />

tutte le relazioni de* Spioni teneva per chiare , e vere » e badava folo »<br />

che uno foiTe fiato nommato , e Imputato da Sarimicho Spione . Quindi<br />

nafce , che difficilmente fi può sfuggire dalle moleltie <strong>del</strong>la Corte per<br />

innocente che fia uno ». llandofi al detto di una Spia. Giuliano Imperadore<br />

prudentemente , per raffrenare la lingua ad uno Spione , diife t<br />

^ìs innoccns effe pottrlt jt .zcCHfafj't; fiificiet ? Sono da effere efclufe le vipe-<br />

rine lingue da' Palazzi de' buoni Principi, acciò non turbino la innocenti_><br />

vita de'buoni Corteglanl, e devono edere abuorrltu più che pelle» veleno,<br />

e morte j ficcome diceva Annibale. Deve un buon Principe imltare_!»<br />

que* due ottimi Impcradori Padre, e figlio, Vefpafiano» e Tito, t quali<br />

odiorono gli Spioni, come Uorainf defiinati al pubblico danno, e fpelfo ne<br />

fecero txullare fet li Teatri, acciò fi^ attcnelllro gli altri dA perverfo uf-<br />

fizio

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