air, water and soil quality qualité - ER Ambiente - Regione Emilia ...
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elevata funzionalità anche i suoli nei siti contaminati, mediante scelte tecnologiche<br />
innovative ambientalmente compatibili.<br />
Anche nell’ambito della problematica dei siti contaminati, esiste quindi una spinta<br />
ad aumentare la sostenibilità rivolgendo un’attenzione specifica alla qualità del<br />
suolo, a partire dalla fase di caratterizzazione del sito fino alla scelta delle tecnologie<br />
da impiegare delle quali si deve verificare non solo l’efficienza ma anche<br />
l’impatto sull’ambiente ed in particolare sul suolo. Questa nuova strategia di bonifica<br />
identifica come necessaria una valutazione molto più approfondita di quella<br />
che attualmente viene data agli aspetti progettuali che coinvolgono la qualità del<br />
suolo, evidenzi<strong>and</strong>o la necessità di un confronto su base sito specifica tra le possibili<br />
tecnologie impiegabili, in relazione agli effetti ambientali complessivi derivanti<br />
dalle operazioni di bonifica.<br />
La considerazione della qualità del suolo entra a far parte di una strategia innovativa<br />
che si accompagna anche ad una scelta di riduzione di consumi energetici, indirizz<strong>and</strong>o<br />
verso quelle tecnologie che si basano sull’impiego di energie rinnovabili.<br />
Si guarda al terreno non più esclusivamente come ad un contenitore di sostanze<br />
inquinanti, ma come una matrice ambientale a cui affidare la funzione di protezione<br />
degli altri comparti dell’ambiente.<br />
Il concetto di qualità del suolo dovrebbe da sempre attraversare tutte le fasi degli<br />
interventi di bonifica, dalla caratterizzazione alla scelta delle tecnologie necessarie,<br />
tuttavia finisce per essere spesso un aspetto trascurato dal momento che sul piano<br />
normativo è necessario esclusivamente rispettare, al termine degli interventi, i livelli<br />
di concentrazione dei contaminanti nel suolo ritenuti adeguati per la protezione<br />
dell’uomo e dell’ambiente. Finisce così per passare in secondo piano la considerazione<br />
concreta della qualità del suolo e questa mancanza può portare nel medio e<br />
lungo periodo a conseguenze molto negative e particolarmente insidiose, perché le<br />
risposte dal suolo arrivano sempre in tempi piuttosto lunghi, cosicché i pericoli non<br />
sono spesso immediatamente percepibili. Nella fase di caratterizzazione la ricerca<br />
esclusiva dei valori di concentrazione dei contaminanti presenti in un sito, può<br />
produrre molti dati analitici in grado di soddisfare le richieste della normativa, ma<br />
che spesso non forniscono alcuna informazione sui meccanismi di contaminazione<br />
e sui processi di trasferimento dei contaminanti dal suolo all’uomo ed agli altri<br />
comparti ambientali.<br />
Nella fase di selezione delle tecnologie, la scelta di puntare sulla qualità del suolo<br />
significa prendere in considerazione non solo l’efficienza del trattamento, ma anche<br />
gli aspetti che comportano una ridotta invasività, privilegi<strong>and</strong>o gli interventi ad<br />
energia passiva (bioremediation , phytortemediation) sia come rimedi primari che<br />
come fasi finali di rifinitura se sono state necessarie differenti tecnologie. Altrettanto<br />
accattivanti appaiono in questo contesto, quelle tecnologie che bas<strong>and</strong>osi sulla<br />
mobilità dei contaminanti nel suolo ne riducano la biodisponibilità impedendo il<br />
loro trasferimento nei cicli ambientali e da qui all’uomo.<br />
L’approfondimenti di alcuni aspetti dei processi che regolano la biodisponibilità a<br />
livello sito specifico, rappresenta un momento essenziale per una più approfondita<br />
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