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"La scrittura delli rev.di Padri e Convento di Maddalene<br />
20 giugno nella cancelleria episcopale ben dimostra la<br />
levidezza de loro pensieri mentre difficultano <strong>il</strong> pagamento<br />
all’esattor della povera Coltura di S. Croce della pubblica<br />
imposta con giusto equ<strong>il</strong>ibrio datoli da scoder da tutti<br />
prencipiando da essi rev.di Padri et acciocchè cessino ogni<br />
loro maraviglia et indolenza. La Coltura mediante i suoi<br />
interventi ha voluto esibire la ferma delle lore azioni, nella<br />
qual facendo <strong>il</strong> dovuto riflesso, una ad altra scrittura che<br />
congiuntamente prodursi anderanno dall’ingiustizia della<br />
contesa, a che non possano un qualunque progetto sottrarsi<br />
dal pagamento da essi altre volte pratticato e però quando<br />
volontariamente non li rinoncino, seguirà la confermatione<br />
della intimazione fatagli ad effetto di poter eseguire così<br />
priv<strong>il</strong>egiato credito a sollievo di essa Coltura e di suoi<br />
miserab<strong>il</strong>i habitanti a nella specie di che far ricorrenza."<br />
Come si vede, l’accusa formulata dall’esattore Calibran è<br />
piuttosto pesante e circostanziata. Interessato della vicenda<br />
anche <strong>il</strong> competente magistrato veneziano, perchè esprima<br />
<strong>il</strong> suo parere in proposito, in data 28 giugno 1670 Nicolò<br />
Foscarini emette una sentenza che mortifica le attese dei<br />
frati di Maddalene. Dice infatti questo magistrato veneziano:<br />
"Ci espongono li huomeni e governatori della Coltura di<br />
S. Croce di questi città (di Vicenza) avere secondo <strong>il</strong> solito<br />
loro uso imposto le lore collette e contribuzioni e avervi<br />
alcuni delli collettari, e principiando dalli Rev.di Padri delle<br />
Maddalene, che ricusano di fare <strong>il</strong> pagamento alli medesimi<br />
imposto, dicemo che senza alcun intervallo, o ritardo fatto<br />
che sia d’ogni uno delli collettati <strong>il</strong> pagamento effettivo, qual<br />
fatto siano poi salve le ragioni di chi si sentisse agravato, a<br />
quali dimetterà poi Giustitia non admetendo avanti esso<br />
pagamento alcuna eccettione in contrario, et così eseguirà e<br />
si farà."<br />
Come è fac<strong>il</strong>mente intuib<strong>il</strong>e, l’intimazione è categorica:<br />
prima si faccia <strong>il</strong> pagamento delle imposte dovute e poi chi<br />
ritiene di essere tassato ingiustamente faccia ricorso alla<br />
Giustizia. Questo in sintesi <strong>il</strong> concetto espresso dal<br />
magistrato veneziano Nicolò Foscarini.<br />
Tale ordinanza viene recapitata alla autorità vicentina<br />
che provvede di conseguenza a notificarla agli interessati.<br />
Infatti, <strong>il</strong> 2 luglio seguente, <strong>il</strong> Podestà di Vicenza comunica ai<br />
religiosi <strong>il</strong> parere del Collegio dei X Savi, così esordendo:<br />
"Per istanza riverente fattagli per <strong>il</strong> molto Rev.do Padre<br />
Porto priore del convento di Maddalene, ha sospeso et<br />
suspende l’essecutione delle tre levate per la Coltura et<br />
huomeni di S. Croce e contro detto convento dagli ecc.mi<br />
Signori del Collegio dei X Savi per giorni sei prossimi ad<br />
effetto che detto Padre priore possa provvedere a suoi<br />
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