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"Riceviamo con lettera di V.S. <strong>il</strong>l.ma in data del 23<br />
novembre passato responsive a precedenti nostre scritte<br />
sopra istanza fataci dalli Sig. ri Scipion e fratello Repeta <strong>il</strong><br />
disegno formato col mezo di pubblico perito, dal quale<br />
vediamo rappresentarci l’intacco et usurpazione in presente<br />
d’una strada comune in pertinenza di Costafabrica, che<br />
conduceva dalla strada Regia sin al comun della Costa a<br />
pubblico pregiuditio. Dalli Padri della Maddalena di codesta<br />
città si compiacerà perciò col mezzo di cotesto suo<br />
cancelliere far formar d<strong>il</strong>igente a rigoroso processo così<br />
contro li suddetti Padri come cadaun altro ch’havesse<br />
intento la strada stessa, <strong>il</strong> che fatto trasmetterà <strong>il</strong> tutto sotto<br />
sue lettere et sig<strong>il</strong>lo, al Magistrato nostro a niun palese, et le<br />
raccomandiamo.<br />
D'ordine del Magistrato alle Rason Vecchie li 5 dicembre<br />
1703.<br />
Anzolo Pisani Prov.tor"<br />
Alla massima autorità di Vicenza non resta che far<br />
rispettare l’ordinanza ricevuta, consentendo così ai conti<br />
Repeta di respirare per una volta, aria di rivincita. Con fare<br />
da buoni samaritani, tentano di lenire <strong>il</strong> dispiacere dei frati<br />
avvicinandoli e convincendoli a non temere per 1'esito della<br />
azione da loro intrapresa. Sembrano credib<strong>il</strong>i i conti Repeta,<br />
perchè effettivamente trascorrono altri quattro anni senza<br />
nessuna novità. Il 3 gennaio 1707, <strong>il</strong> priore di Maddalene,<br />
padre Angelo Bettini, inoltra al Magistrato alle Rason Vecchie<br />
un’altra lettera nella quale cerca di chiarire la questione che<br />
sembra essersi arenata e per la quale, tuttavia è ancora<br />
pendente l’ingiunzione al convento di Maddalene di ripristino<br />
della strada contestata.<br />
"E’ così destituito d’ogni fondamento e ragione e giustitia<br />
<strong>il</strong> ricorso fatto al Mag.co ed Ecc.rno di V.E. dal signor<br />
Marchese Scipion Repeta col mezzo di tali quali lettere<br />
impetrate sino sotto li cinque settembre 1703 contro di noi<br />
padri delle Maddalene fuori di Vicenza professati da esso<br />
usurpatori d’una strada pubblica nel Comun di<br />
Costafabbrica, et praticato dal medesimo sin dall’anno 1684<br />
avanti l’ecc.mo Capitano di Vicenza, et postisi noi in difesa,<br />
ha dovuto quello abbandonare. Credette tuttavia, col manto<br />
benefico della Loro Autorità, con egual formatione di<br />
processo, disturbarci, ma lode a Iddio Benedetto, la loro<br />
riverita Giustitia non potrà ritrovare in noi la pretesa reità<br />
d’usurpazione di questa strada. Sono tre secoli che<br />
possediamo alcuni pochi beni nelle pertinenxe di detto<br />
Comune et nella positura ch’ora s’attrovano, in passato sono<br />
sempre stati nè mai si farà cadere con pretese legali et<br />
sussistenze esservi stato incorporato in detti nostri pochi<br />
beni alcuna publica strada. Quanto fu opposto nel costituto<br />
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