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Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil

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Animata da elevati sentimenti, dimostrava in ogni circostanza spiccato sprezzo del pericolo, degna rappresentante<br />

delle nobili virtù delle donne italiane.<br />

Italia occupata, settembre 1943 – luglio 1944. Medaglia d'Oro al Valore Militare conferita alla memoria nel 1944.<br />

Lettura di Marisa SOLINAS<br />

Versari Versari Iris, Iris, partigiana partigiana combattente combattente – Partico Partico Partico San San Benedetto Benedetto (Forlì)<br />

(Forlì)<br />

Giovane di modeste origini, poco più che ventenne, fedele alle tradizioni delle coraggiose genti di<br />

Romagna, non esitò a scegliere il suo posto di rischio e di sacrificio per opporsi alla tracotante<br />

oppressione dell'invasore, unendosi a una combattiva formazione autonoma partigiana locale.<br />

Ardimentosa ed intrepida, prese parte attiva a numerose azioni di guerriglia, distinguendosi come<br />

trascinatrice e valida combattente.<br />

Durante l'ultimo combattimento, circondata con altri partigiani in una casa colonica isolata, ferita<br />

ed impossibilitata a muoversi, non esitò e indusse i compagni a rompere l'accerchiamento e, impegnando gli avversari<br />

con intenso e nutrito fuoco, agevolò la loro sortita. Dopo aver abbattuto l'ufficiale nemico che per primo entrò nella<br />

casa colonica, consapevole della sorte che l'attendeva cadendo viva nelle mani del crudele nemico, si diede la morte.<br />

Immolava così la sua giovane vita a quegli ideali che aveva nutrito nella sua breve ma gloriosa esistenza.<br />

Terra di Romagna, 9 settembre 1943 – 18 agosto 1944. Medaglia d'Oro al Valore Militare conferita alla memoria nel<br />

1976.<br />

Vera MICHELIN SALOMON<br />

Deportata,Vice Presidente ANED – Lazio<br />

Vi ringrazio tutti di aver avuto la pazienza di arrivare fino alle nostre parole, dopo le<br />

tante cose giuste e importanti che sono state dette e che comunque hanno un valore<br />

di sintesi, di memoria di quello che è oggi nelle persone più informate, che più si<br />

occupano della vita pubblica e amministrativa del nostro Paese, della vita politica, e<br />

che hanno riflettuto per noi, che abbiamo avuto un'esperienza anche particolare,<br />

come la mia, e non hanno però potuto partecipare alla gioia del 25 aprile.<br />

La commozione poi in me è aumentata e comincerò con questo ricordo: la mamma di Iris Versari,<br />

Ines, era mia compagna di cella in Germania. Non sapeva certo che la figlia era morta; lei e il marito<br />

erano stati presi in ostaggio al posto della figlia,<br />

Che i tedeschi sapevano benissimo essere una comandante partigiana, ed erano stati trasportati<br />

ambedue in Germania, in un carcere. Io non ho fatto l'esperienza, mi è stata risparmiata l'esperienza<br />

del campo di concentramento, del lager nazista, perché sono stata arrestata a Roma come protagonista,<br />

se vogliamo, collaboratrice della Resistenza non armata romana, e in particolare del movimento<br />

studentesco, che si occupava di distribuire davanti alle scuole e all'università dei volantini che<br />

cercavano di spiegare la situazione ai giovani che ancora uscivano, come d'altronde anche noi, dalla<br />

scuola fascista, disorientati dall'occupazione tedesca dell'8 settembre, e disorientati anche dall'ambigua<br />

posizione e dalle parole di Badoglio che annunciavano l'armistizio.<br />

Eravamo in guerra, con chi non si sapeva, o la guerra era veramente finita?<br />

Che cosa ci si aspettava a Roma, quali le conseguenze, per i giovani, di<br />

questa occupazione tedesca e del risorgere della Repubblica di Salò?<br />

Ebbene, i nostri volantini cercavano di indurre questi giovani a nascondersi.<br />

Allora la Resistenza cominciava ad esistere, ma non era ancora conosciuta;<br />

comunque, i nostri volantini esortavano a reagire nascondendosi al bando di<br />

consegna di presentazione ai distretti militari per essere arruolati nell'esercito di Salò. E invitava le<br />

scuole a chiudere per uno sciopero definitivo, per non dare l'impressione ai tedeschi che questa città<br />

comunque chinava il capo e riusciva a funzionare nelle sue cose essenziali. E una di queste cose,<br />

essenziali per allora e essenziali anche per adesso, è certamente la scuola o, per lo meno, lo dovrebbe<br />

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