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Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil

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sottolineare la permanenza e l'importanza fondamentale e continua dei valori della Resistenza nello<br />

sviluppo della nostra azione e della nostra politica nazionale.<br />

È giusto certamente creare le condizioni perché il confronto politico avvenga con rispetto reciproco,<br />

con la volontà di pervenire quanto prima e il più rapidamente possibile a soluzioni valide e concordate,<br />

però queste non devono avvenire al prezzo di certi abbandoni. E, per essere un po' attuale, certi<br />

congressi si aprono con le canzoncine americane, dimenticando<br />

altre canzoni storiche, che sono un patrimonio. A me non<br />

entusiasmano, perché credo che pure malgrado la mia ormai lunga,<br />

lunghissima età, io, i miei figli e i miei nipoti continueremo a<br />

cantare Bella ciao, ma non perché siamo dei conservatori,<br />

assolutamente. Ormai pervenuti alla terza generazione, bisogna<br />

rinnovarla questa storia della Resistenza, togliere da essa alcuni<br />

episodi che l'appesantiscono, ma perché con tutto questo lavoro che<br />

pur bisogna fare, con questo ammodernamento indispensabile, essa<br />

rimane l'espressione dei valori fondamentali sui quali si basa un<br />

popolo, e il suo ordinamento, e la nostra Costituzione. E di qui l'importanza del valore dell'apporto<br />

femminile.<br />

Io dico, per la mia esperienza abbastanza complessa, perché io sono stato partigiano di città e<br />

partigiano di montagna, che senza le donne la Resistenza non ci sarebbe stata. Certi numeri sono<br />

significativi e importanti, ma senza il complesso dell'apporto femminile in ogni suo significato, forse<br />

noi non saremmo stati in grado di portare avanti la nostra azione. È stata una partecipazione decisiva,<br />

consapevole, che ha subito mostrato il grado di maturità che avevano raggiunto le masse femminili.<br />

SCIOPERI<br />

BELLA<br />

CIAO<br />

In questa direzione voglio ricordare soltanto, perché a me sembra<br />

significativa, la partecipazione delle donne agli scioperi del '43, del 44 e<br />

del '45; voglio ricordare quelle operaie che si sono opposte alle SS e alle<br />

truppe fasciste che venivano in fabbrica per portare via gli operai, a<br />

Tutto quel complesso dell'azione, di un movimento così vasto, che è stato<br />

l'unico in Europa. All'infuori della Iugoslavia, non c'è in Europa un<br />

episodio così importante, così largo, così incisivo, come sono stati gli<br />

scioperi dal '43, che ha segnato la data dell'inizio della fine del fascismo,<br />

al '44, quando si sono salvate le fabbriche e si è consentito che gli alleati arrivassero nelle nostre città<br />

salve, ancora una volta.<br />

E forse non è il caso di insistere troppo che certo revisionismo, molto, molto discutibile, oggi venga a<br />

contestare il fatto che a Milano, a Genova e a Torino sono arrivati prima i partigiani delle truppe<br />

alleate. E direi di mancare ai fatti storici fondamentali a condurre quel tipo di revisionismo che non<br />

serve, di fare della strumentalizzazione bassa, inutile e contraddittoria. In questa direzione, la<br />

partecipazione femminile è lì a dimostrare, insieme a tutta l'altra partecipazione di tutta la popolazione,<br />

che la nostra è stata, è e rimane, malgrado certi storici, una partecipazione popolare, di tutti. La<br />

Resistenza non è stata di una minoranza di volontari nel quadro dell'azione del popolo italiano, ma è<br />

stata la risposta completa, larga, decisa di tutto il popolo italiano, sia da quando essa è cominciata a<br />

Napoli, fino a quando essa è terminata, a Piazza del Duomo, il 25 aprile.<br />

E quindi in questa direzione, ormai alla terza generazione, vorrei che finalmente sul concetto di<br />

Resistenza, su quello che la Resistenza ha segnato nella storia italiana, su quello che essa continua ad<br />

essere, un permanente indirizzo, ci fosse ormai il consenso. Ricordiamo e speriamo che accompagni<br />

questa cultura di lasciare alle spalle le polemiche e la storia peggiore, la recente decisione della<br />

Comunità Economica Europea, nella quale i 26 Paesi hanno considerato reato penale non riconoscere<br />

l'apporto della shoah in tutte le comunità. Anche questa è un'indicazione.<br />

Noi non vogliamo una legge, ma vogliamo appunto questa cultura, nella quale si riconosca tutto il<br />

popolo e nella quale prosegua l'affermazione delle masse femminili. E in questa direzione due<br />

brevissime osservazioni. Vorrei che le masse femminili fossero più coerenti nell'affermare la loro<br />

presenza. È merito del sindacato avere concorso alla loro presenza negli organismi dirigenti; c'è la<br />

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