Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil
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Così ha scritto, con un uso sapiente e pesante di quel aggettivo: “buono”, che pensiamo spesso sia<br />
confinato al lessico ingenuo dell'infanzia e che invece segna come un marchio a fuoco il solco tra il<br />
lecito e l'illecito, il giusto e l'ingiusto.<br />
Per sentirsi dalla parte buona della vita non basta avere buoni sentimenti e buoni principi, non basta<br />
neanche sentirsi a posto nei propri rapporti personali e famigliari, e neppure ben amministrare o<br />
governare con cura e coscienza i nostri territori e il nostro Paese. Va tenuta aperta ogni giorno una<br />
finestra sul mondo e va agita attraverso di essa una politica di giustizia e di liberazione. Significa,<br />
insomma, lavoro duro, scienza, cultura e pratica di una nuova mondialità, con il qui ed ora della nostra<br />
politica. Dobbiamo, insomma, saper dialogare ed intrecciare.<br />
Le donne che oggi qui ricordiamo, le prime note bibliografiche che abbiamo sentito dagli artisti, i<br />
nomi che ha fatto nella relazione Salvarani, i numeri presenti nella brochure, i numeri appunto sono<br />
storie di persone che, se lette, ti danno qualcosa di più del numero tragico che pure esse rappresentano.<br />
E quindi le donne che ricordiamo, i loro compagni, scelsero nella loro gioventù di rischiare le loro vite<br />
e quelle dei propri cari per conquistare per sé e per tutti noi la condizione per poter prestare attenzione<br />
e cura alla politica che prima di tutto significa arte del vivere collettivo e sapienza della giustizia. La<br />
libertà può essere oggi il nostro luogo proprio perché donne e uomini come loro ce l'hanno consegnata.<br />
Qui oggi verranno riconosciute e insignite due donne. Io voglio dire due cose per concludere. Nella<br />
mia esperienza, nel mio percorso di vita ho incontrato molte donne ex partigiane, ex<br />
resistenti, ex combattenti. Le ho conosciute nella mia vita politica, molte sono<br />
citate in questa raccolta di storie da Nilde Iotti, incontrata nel mio percorso<br />
politico, mai vista troppo da vicino: eravamo distanti ed io ero troppo giovane.<br />
Due, però, le ho conosciute molto dall'interno. Una è Marisa Murro, che<br />
appunto ci raccontava che a 17 anni, con i calzini corti, in bicicletta portava<br />
le armi da una parte all'altra, perché lei era una di quelle armate che appunto<br />
portava le armi. E stupiva anche il suo coraggio, la sua forza, proprio perché<br />
era una ragazzina. E Marisa anche dopo la Resistenza - anche lei è stata in<br />
carcere, non deportata, però - dopo la Liberazione ha continuato nella sua<br />
attività pedagogica, da giornalista e da insegnante.<br />
Un'altra che ho conosciuto, invece - è quasi un interno famigliare - negli ultimi 3-4 anni della sua vita,<br />
è stata Joyce Lussu. Ho avuto questo privilegio, ho conosciuto la scrittrice, la donna curiosa, la donna<br />
severa, la donna difficile, perché difficile era il rapporto con lei, mai retorica e spesso difficile persino<br />
da trattare. Che però raccontava, e ricordava i suoi viaggi, i suoi trascorsi, la sua via con Lussu, il non<br />
essersi mai accomodata.<br />
Ecco, io ho conosciuto queste due donne e ne sono stata davvero onorata e lieta, perché le ho<br />
conosciute più dall'interno. Credo che oggi a queste due donne, queste che ho voluto ricordare perché<br />
conosciute più da vicino e che non ci sono più, a chi c'è – ce ne sono molti, ma magari non possono<br />
essere qui per problemi di salute, come si diceva prima, perché l'età avanza – noi oggi abbiamo ancora<br />
da chiedere di continuare ad insegnarci la strada della libertà e di una liberazione che non è mai data<br />
per sempre; di indicarci la strada della democrazia, e di aiutarci soprattutto a prendere il testimone. È<br />
nelle grandi associazioni, dall'ANPPI ad altre, che noi, donne e uomini di altre generazioni, dobbiamo<br />
assolutamente entrare perché la memoria è fondamentale; perché non si pensi che chi ha potuto vivere<br />
- anche l'attimo (perché è morto immediatamente) – per la speranza della liberazione di un Paese<br />
migliore, non l'abbia fatto invano. E perché la memoria ci serve ogni giorno non solo per conservare<br />
quello che abbiamo, ma per poterlo rilanciare e qualificare.<br />
Serenella BARTOCCI<br />
Portavoce della Sottosegretaria alle Pari Opportunità On. Linguitti<br />
Rubo l'incipit a una famosa storica, Gianna Pomata, che iniziava il suo saggio sulla storia delle donne<br />
citando Jane Austin, che fa dire alla protagonista di un suo romanzo, a proposito dei libri di storia: “Li<br />
leggo qualche volta per dovere, ma non mi dicono niente che non mi irriti o non mi annoi. Ad ogni<br />
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