Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil
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eplica al dibattito congressuale sottolineava: “Il sindacato dei cittadini è una grande<br />
acquisizione e non è giusto falsificarla fingendo di credere che il sindacato dei cittadini non<br />
sia più il sindacato dei lavoratori. (…) Certo, siamo per il metodo del dialogo anziché per<br />
quello dello scontro. Siamo per il metodo della partecipazione e del confronto”. E proseguiva:<br />
“Per farla funzionare, l’Italia bisogna capirla. Bisogna capire e vivere dentro i processi di<br />
trasformazione. (…) Quando parliamo di flessibilità del Sindacato pensiamo proprio alla<br />
capacità di leggere dentro questa complessità e di interpretarla sul piano della domanda<br />
sociale e politica”.<br />
La <strong>Uil</strong> non ha cercato il consenso per il consenso, infatti, non si è lasciata scoraggiare dalle<br />
critiche o dalle contingenze ed ha sempre risposto riproponendo le proprie convinzioni che<br />
poi erano, sono e saranno, le idee che ne hanno portato alla sua fondazione e guidato lo<br />
sviluppo. Ciò è avvenuto anche nei confronti di verità scomode, con percorsi alternativi, non<br />
allettanti e non sempre limpidi.<br />
E’ in questo periodo che la UIL offrirà un altro grande contributo per il rilancio della cultura<br />
riformista e della partecipazione. Accetta, infatti, la sfida della gestione, sostenendo la politica<br />
dei redditi ed assumendo la propria parte di responsabilità, non lasciando fare solo agli altri.<br />
La costruzione di una democrazia edificata semplicemente come rapporto istituzione—<br />
sudditi, non risponde più alle reali situazioni del Paese. Anche la Costituzione comincia ad<br />
essere messa in discussione. Prende avvio, con scosse sempre più forti, quel lento distacco tra<br />
paese legale e paese reale che peserà non poco sull’ordinamento costituito.<br />
La <strong>Uil</strong> si avviava ad essere nuovamente protagonista del riformismo e della laicità con<br />
l’apertura del sindacato alla società. Con il Sindacato dei cittadini tutto il gruppo dirigente ha<br />
voluto segnare definitivamente il distacco dalle logiche dei partiti e da quelle tradizionali<br />
contrattuali, per ridisegnare un sindacato impegnato nel Paese, come rappresentante non solo<br />
dei lavoratori in quanto tali, ma di tutti i soggetti che si identificano nelle analisi e proposte<br />
che la <strong>Uil</strong> ha inteso realizzare. Resta traccia di questa attenzione nelle tantissime iniziative che<br />
hanno portato la <strong>Uil</strong> a denunciare: la massiccia evasione fiscale tra i professionisti (il<br />
convegno “Io pago le tasse, e tu?), le condizioni di profondo disagio in cui la sanità si trovava<br />
e, di conseguenza, tutti gli operatori sanitari (il convegno “La sanità è malata”), le nuove<br />
malattie sociali, come le droghe pesanti e l’Aids, le condizioni e la qualità dei trasporti e non<br />
per ultimo la sensibilità verso l’ambiente e le trasformazioni dell’habitat.<br />
Gli anni novanta hanno avuto per il sindacato in generale, e nello specifico per la <strong>Uil</strong>, un<br />
particolare significato, poiché con il crollo della prima repubblica, in seguito al ciclone di<br />
tangentopoli, il sindacato rimase uno dei pochi punti di riferimento saldi e costanti per i<br />
lavoratori e per la nazione tutta. La <strong>Uil</strong> aveva visto scomparire in breve tempo i partiti a cui si<br />
ispirava, ma non ha lasciato che ciò comportasse un naufragio anche delle idealità di cui erano<br />
depositari e di cui la <strong>Uil</strong> se ne è sempre fatta orgogliosamente portatrice.<br />
Il segno della continuità dell’assunzione di responsabilità di cui il sindacato si è fatto carico<br />
nella lotta all’inflazione e per la difesa del potere d’acquisto di tutti i lavoratori, come<br />
sostegno all’azione per lo sviluppo del Paese, è la firma del protocollo della politica dei<br />
redditi il 25 luglio 1993.<br />
Pur in presenza di un impegno sempre più ampio sul versante della democratizzazione<br />
dell’economia, come verso le necessità di fornire alcuni servizi per la tutela e l’assistenza ai<br />
cittadini e, ovviamente agli iscritti, la <strong>Uil</strong> non ha mai distolto l’attenzione dal lavoro, inteso<br />
come valore assoluto, rivendicandone la difesa e la dignità, così come indicato dalla<br />
Costituzione repubblicana. La UIL, infatti, ha realizzato gli ultimi congressi proprio su questo<br />
valore, che, purtroppo, si va perdendo, su questo diritto che rischia continuamente di essere<br />
negato. Il valore del lavoro e del sindacato, sono stati posti al centro del dibattito richiamando<br />
con forza l’attenzione di tutto il Paese. Gli slogan dei congressi sono stati: “I diritti del lavoro.<br />
Il lavoro per lo sviluppo” del 1993; “Più sindacato” del 1998. Pietro Larizza nella sua<br />
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