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Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil

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irrinunciabile. E’ importante che il protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori vada<br />

adeguatamente ricordato, valorizzato e riproposto alle giovani generazioni.<br />

Questo è un modo per far vivere il 25 aprile 2005 sessantesimo anniversario della liberazione<br />

consapevoli che il ricordo non può essere inteso come una celebrazione vuota e neppure come<br />

un’ esaltazione idealizzata del passato.<br />

Il ricordo può essere uno stimolo importante per agire nel presente e per costruire il futuro<br />

nella fedeltà degli ideali.<br />

Per queste ragioni, per difendere nuovamente le conquiste della democrazia, il 60°<br />

anniversario della lotta di liberazione assume il valore di una ricorrenza non formale.<br />

Lavoratrici e lavoratori per questi motivi noi ci sentiamo impegnati a far vivere e a trasmettere<br />

il valore della resistenza, dell’antifascismo, della democrazia, della centralità del lavoro.<br />

L’occasione della manifestazione conclusiva del 25 aprile che vedrà la presenza della più alta<br />

carica dello Stato Carlo Azeglio Ciampi è l’appuntamento a cui tutti noi non possiamo<br />

mancare per rinnovare il nostro impegno per gli anni a venire.<br />

Intervento di Aldo Aniasi<br />

Erano le dieci del mattino del 23 marzo 1943, quando, come ogni giorno nelle fabbriche<br />

milanesi suonò la sirena del segnale di prova per l'allarme aereo.<br />

Quel giorno però al segnale gli operai risposero in un modo inatteso<br />

che sconcertò e mise in allarme i presidi fascisti delle fabbriche: le maestranze incrociarono le<br />

braccia, dando il via ad una serie di scioperi che dovevano rappresentare uno dei momenti di<br />

maggior valore della lotta al fascismo, la prima azione coordinata di sfida alla dittatura, la<br />

prima espressione di quella fermezza e di quella determinazione che divennero l'anima della<br />

Resistenza.<br />

L'agitazione a Milano iniziò alla Pirelli Bicocca, dove, per primo si fermò il reparto "40"<br />

quello dei pneumatici, seguito immediatamente dai meccanici dell'officina. Alle tredici<br />

avevano incrociato le braccia anche gli operai della Falk, della Breda, della Ercole Marelli,<br />

della Montecatini. II giorno seguente aderivano allo sciopero anche la Borletti, la Brown<br />

Boveri, la Face, La Bianchi, la Caproni, la Salmoiraghi, la Geloso e molte altre fabbriche più<br />

piccole.<br />

Milano si era fermata, i lavoratori milanesi davano il primo grande esempio al Paese dicendo<br />

basta alla guerra e al fascismo. La voce che si sarebbe entrati in agitazione covava da qualche<br />

tempo nei diversi reparti delle fabbriche: giungevano infatti gli echi degli scioperi messi in<br />

atto agli inizi del mese dai lavoratori torinesi.<br />

Erano principalmente i camionisti che, facendo la spola fra una azienda e l'altra, portavano le<br />

notizie. Incominciavano però anche a circolare fra gli operai i primi giornali clandestini: fogli<br />

come "Il Garibaldino", "L'Italia Libera", "L'Unità", "Ricostruzione" che portavano agli operai<br />

la voce di quanti in Italia e in esilio già si battevano contro il regime, contro la dittatura,<br />

contro la guerra.<br />

E furono proprio i camionisti e i ferrovieri che dopo il 23 marzo continuarono a portare in<br />

tutta Italia le notizie degli scioperi, mentre le autorità fasciste facevano di tutto perché queste<br />

venissero taciute, perché l'ondata di opposizione non si allargasse a macchia d'olio in ogni<br />

parte del paese: Le spie del regime erano anzi in piena attività, correvano da un reparto<br />

all'altro per individuare gli scioperanti e riferirne i nomi alla polizia politica: l'OVRA. Dai<br />

primi di marzo al 25 luglio del '43 ogni notte qualcuno veniva arrestato: 500 furono i<br />

lavoratori prelevati dalle loro case: ventidue erano donne: molti a quelle case non fecero più<br />

ritorno.<br />

Ma anche questa repressione, anche le minacce, anche i ricatti, non riuscirono a fermare il<br />

movimento che oramai aveva investito tutta la nazione. A ogni arresto, a ogni assassinio i<br />

lavoratori rispondevano con un maggiore impegno, con una più grande volontà di lotta.<br />

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