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Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil

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elazione al congresso del 1993, inoltre scrive: ”La gamma dei diritti del lavoro è funzionale<br />

allo sviluppo e da esso dipende: non sono interessi costituiti che si oppongono ad altri<br />

interessi. È materia sociale e civile che interessa il Paese e le caratteristiche della sua crescita.<br />

È materia sociale, è una grande questione politica. (…) Noi siamo e resteremo il sindacato<br />

della solidarietà, il sindacato dei diritti, il sindacato delle responsabilità, il sindacato della<br />

partecipazione, un sindacato di lotta. (…) Il sindacato è uno strumento con una ragione<br />

sociale, che deve contenere ed esprimere valori; valori che resistono nel tempo, perché<br />

appartengono a tutti coloro che in essi si riconoscono”.<br />

Nell’ultimo congresso “Il valore del lavoro”, celebrato a Torino nel 2002, Luigi Angeletti<br />

sottolinea tra l’altro: “La necessità di ricollocare al centro dello scenario economico e politico<br />

il fattore lavoro non è il frutto di una scelta ideologica, bensì il segno del XXI secolo. La forza<br />

intrinseca del lavoro sarà l’elemento di una nuova rivoluzione culturale che riproporrà la<br />

persona al centro dell’evoluzione del sistema sociale. (..) Siamo nel mondo della conoscenza.<br />

Il lavoro in quanto espressione di conoscenze avrà più valore del capitale: la creazione di<br />

ricchezza sarà determinata più dall’accumulazione delle conoscenze che da quella dei capitali.<br />

La formazione è il motore dello sviluppo. Non c’è progresso, non c’è modernizzazione se non<br />

si alimentano i processi della conoscenza e, in un’epoca in cui i beni immateriali<br />

rappresentano una vera risorsa, la ricchezza di una nazione risiede proprio nella capacità di<br />

mettere a frutto il valore delle persone. Sono più familiari ai giovani i valori che le ideologie,<br />

le forti speranze che le illusorie certezze, la proposta di impegni che le altisonanti e vuote<br />

prospettive politiche. Ed è innanzitutto una sfida culturale quella alla quale il Sindacato è<br />

chiamato nel proporsi come soggetto rappresentativo anche di questo mondo, ancora poco<br />

sindacalizzato ma non meno bisognoso di forti tutele. Noi siamo gli eredi di uomini e di<br />

donne che hanno sempre creduto che la libertà e la giustizia sociale fossero indivisibili. (..)<br />

Noi siamo gli eredi del riformismo, di quella cultura politica che ha rappresentato il tratto<br />

migliore della storia sociale di questo paese. Abbiamo un dovere ed una grande<br />

responsabilità: perpetuare nel tempo questi valori e consegnarli a coloro che verranno dopo di<br />

noi così come essi ci sono stati tramandati”.<br />

Nel 2006 si è svolto a Roma il 14° congresso della UIL con lo slogan: “Il lavoro vera<br />

ricchezza del Paese”. Il documento finale elenca 14 obiettivi da raggiungere. Tra questi si<br />

legge: ” E’ l’ora di restituire il giusto a chi vive del proprio salario …. un’Italia che non<br />

valorizza e riconosce il lavoro, le lavoratrici, i pensionati è destinato alla emarginazione.<br />

Troppa ricchezza si è spostata verso altri. …. Vogliamo che il Paese cresca, con equità e<br />

velocemente. …. Si deve, e si può rimettere al centro la dignità del lavoro. La flessibilità può<br />

essere una opportunità per far crescere il lavoro e l’impresa. se utilizzata solo come copertura<br />

alle difficoltà dell’azienda non serve e diventa inutile e ingiusta precarietà. …. La buona<br />

contrattazione che possa, e debba, ridistribuire anche ai lavoratori la ricchezza che si crea, che<br />

valorizzi, con una vera formazione, il lavoro e che premi chi favorisce il lavoro sicuro e<br />

salubre. …. Più contrattazione sarà possibile con più concertazione. …. Tanti e grandi<br />

obiettivi necessitano di un sindacato ancora più aperto, più giovane, più multietnico e attento<br />

alle differenze di genere. A tutti i livelli. Un sindacato sempre più attento e sensibile a capire,<br />

conoscere e accompagnare i cittadini e lavoratori, donne e uomini di questo Paese. Un<br />

sindacato che potrà, e dovrà, sentirsi dire, da milioni di persone: cara UIL, mi fido di te”.<br />

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