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Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil

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E’ in questo periodo, che la <strong>Uil</strong> mette a fuoco come e quanto il sindacato confederale abbia<br />

ormai raggiunto pienamente la condizione per avanzare rivendicazioni ed esprimere<br />

elaborazioni sulle trasformazioni del Paese. La <strong>Uil</strong> ha ben chiaro come le aspirazioni, che<br />

erano tali in quel marzo 1950, prendono corpo con sempre maggiore convinzione nel paese e<br />

che una nuova “epoca” sta per aprirsi.<br />

Fino alla fine degli anni sessanta l’azione del sindacato passerà alternativamente da forti<br />

avanzate a battute d’arresto, dimostrando comunque che la vera forza del suo operare era nella<br />

certezza di continuare ad agire nel solco dello sviluppo, coinvolgendo e facendo partecipare<br />

quella parte del mondo del lavoro che si riconosceva nell’idealità riformista e che sempre più<br />

era disponibile ad un impegno di “governo” del Paese.<br />

La tumultuosità degli avvenimenti di quegli anni, scuote profondamente tutta la società<br />

italiana, mette in discussione molte situazioni ritenute inamovibili o insuperabili, introduce<br />

nuove forme di rappresentanza sindacale e sociale, coinvolge parti della società, che in altri<br />

tempi sarebbe stato impensabile vederle partecipare, apre nuovi orizzonti ed obbliga le forze<br />

organizzate della società a rapidi adeguamenti e veloci rincorse. Il sindacato partecipa<br />

attivamente, divenendo protagonista della crescita democratica del paese e contribuendo alla<br />

determinazione delle nuove e complesse condizioni nelle quali la società si sarebbe andata ad<br />

assestare.<br />

Si spostano i rapporti di potere e di forza in fabbrica, come nella società. Il sindacato riesce a<br />

far accogliere, pressoché integralmente, molte piattaforme contrattuali dai contenuti<br />

fortemente innovativi. Esse, infatti, non solo spostano il centro delle relazioni industriali dalle<br />

problematiche individuali e professionali a quelle aziendali e di settore, ma accentuando le<br />

rivendicazioni di tipo egualitario, su temi come salario e qualifiche, diminuiscono la loro<br />

tecnicità tutto a profitto di una maggiore intelligibilità d’insieme. E’ così arrivano in un sol<br />

colpo: la riduzione dell’orario di lavoro a 40 ore, gli aumenti salariali uguali per tutti, il<br />

riconoscimento del diritto di assemblea e dei consigli di fabbrica, la completa definizione<br />

dell’obbligo da parte delle imprese di trattenere le contribuzioni sindacali volontarie. Ed<br />

ancora: l’abolizione delle gabbie salariali - stabilite e rinnovate nel dopoguerra – fino<br />

all’accordo raggiunto sulle pensioni, che consentirà al sindacato di compiere quella svolta che<br />

lo portava per la prima volta a condizionare direttamente i flussi di spesa pubblica.<br />

Il sindacato accresce notevolmente la sua capacità d’influenza a scapito dei maggiori centri di<br />

potere politico ed economico, le confederazioni si ritrovano ad essere soggetti politici di<br />

primo piano nelle scelte di sviluppo industriale e sociale di tutto il paese.<br />

I due fatti importanti, in alcune circostanze anche decisivi, che permettono tali successi sono,<br />

da un lato una sempre più praticata autonomia dai partiti (in quel tempo si comincia a parlare<br />

d’incompatibilità) e dall’altro l’avvio di un processo d’unificazione delle tre confederazioni,<br />

alimentato dalle nuove forme di rappresentanza sui posti di lavoro garanti, con la raccolta del<br />

capillare consenso, della partecipazione dei lavoratori al processo stesso.<br />

Tra il 1966 ed il 1970 i temi al centro dell’analisi della <strong>Uil</strong>, nei lavori dei propri organi<br />

direttivi, furono il confronto ed il ruolo del sindacato nella società democratica, la legge sui<br />

diritti dei lavoratori, la riforma penale, la riforma tributaria, tanto per citare alcuni argomenti<br />

distanti dalla normale politica rivendicativa del sindacato confederale.<br />

Dal 1970 la <strong>Uil</strong>, dando più di un segnale di continuità alla propria azione cominciata<br />

vent’anni prima, accompagnò questa evoluzione della politica sindacale, in modo da impedire<br />

che la radicalizzazione del confronto-scontro sulle vicende dell’unità sindacale, all’interno<br />

come all’esterno con CGIL e CISL, non pregiudicasse la sostanza delle risposte che il mondo<br />

del lavoro richiedeva. Il documento finale del comitato centrale della <strong>Uil</strong> – 13 aprile 1970 –<br />

rilevava:” La <strong>Uil</strong> ritiene che il significato delle lotte unitarie dell’autunno stia essenzialmente<br />

nell’aver saputo collegare le battaglie contrattuali con le iniziative di rinnovamento della<br />

società civile, attraverso un processo di sintesi che impegna ormai l’intero movimento<br />

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