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Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil

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Patria per la quale ho combattuto. Ora sono qui, fra poco non sarò più. Muoio sicura di aver fatto quanto mi era<br />

possibile affinché la libertà trionfasse. Baci e baci dal tuo e vostro Paggetto.<br />

Vorrei essere seppellita a Sestola”.<br />

Marisa SOLINAS e Leandro AMATO<br />

Onorati, ringraziano.<br />

Nirvana NISI<br />

Segretaria Confederale della UIL<br />

La UIL ha voluto aprire l’anno europeo delle Pari Opportunità con un ricordo che è anche un doveroso<br />

atto di ringraziamento per le donne italiane che hanno partecipato alla guerra di liberazione del nostro<br />

Paese dal nazifascismo.<br />

E mai scelta – che cade a ridosso del 25 aprile – credo sia più opportuna di questa perché è proprio<br />

dalla Resistenza che parte la lenta conquista delle donne del nostro Paese alle pari opportunità, a<br />

quella assunzione di responsabilità che fa di loro i soggetti nuovi di una società in evoluzione.<br />

Ricordare le donne della Resistenza, il loro eroismo, la loro partecipazione alla Liberazione del Paese<br />

non è dunque solo una opportunità da non tralasciare ma soprattutto una esigenza civile, un dovere<br />

irrinunciabile affinché nella Memoria la società possa trovare e ritrovare le ragioni della propria storia,<br />

quella con la S maiuscola ma anche con la s minuscola, e le modalità di crescita e di sviluppo civile.<br />

È dalla Memoria che vengono gli insegnamenti per le nuove generazioni. È la Memoria che – come<br />

“saggio grillo parlante” – ci mette in guardia dai rischi e dai pericoli delle degenerazioni delle utopie,<br />

palesandoci in maniera cruda quanto queste possano costare in termini di vite umane e di sacrifici di<br />

nazioni intere quando dall’utopia si passa all’errore.<br />

È su questi sacrifici che è rinato – dopo il 25 aprile del 45 – il nostro Paese; e per non dimenticare il<br />

dolore che ha portato alla Liberazione dobbiamo fare nostro quanto è impresso sul cancello di<br />

Aushwitz “ Chi dimentica la <strong>Storia</strong> è costretto a riviverla!”. Un monito che è anche una urgenza,<br />

quella del ricordo, che si applica a qualunque tragedia abbia segnato un’epoca.<br />

E il novecento è stato punteggiato da immani tragedie, infiniti dolori che hanno sconvolto una intera<br />

generazione annullandola nel corpo ma non nello spirito. E queste donne che hanno offerto la loro vita<br />

sull’altare della libertà, quella vera, quella del pensiero, dell’autodeterminazione, della volontà di<br />

essere società civile attiva e non schiava di ideologie infami; queste donne sono il ponte ideale,<br />

costruito dall’amore per il proprio Paese, attraverso il quale tutti abbiamo potuto traghettare in<br />

un’epoca che rifiuta la guerra come metodo di conquista, privilegiando il dialogo e la comprensione<br />

tra diversi.<br />

Questo ci viene da loro, insieme al cadere di uno degli stereotipi più comuni. Quello cioè che il<br />

coraggio, sostantivo maschile, sia proprio del maschio e la debolezza, sostantivo femminile, sia<br />

assolutamente una peculiarità muliebre.<br />

La lotta di Liberazione ha determinato il sovvertimento di questo credere comune anche se nelle<br />

motivazioni d’onore dell’epoca, all’attribuzione delle medaglie d’oro alla memoria il coraggio e le<br />

azioni di queste donne venivano esaltati da aggettivi quali “virile” o vigoroso”.<br />

Non c’è niente di virile o vigoroso nel sopportare torture inenarrabili con la forza che soltanto la<br />

consapevolezza di essere componenti attivi di una società può dare. La forza della dignità che ognuno<br />

deve a se stesso, in quanto individuo e dunque portatore di valori che sono la storia stesa di un popolo.<br />

Queste donne, nel momento della verità più crudele, hanno risposto come qualsiasi persona deve e sa<br />

rispondere quando ad essere in pericolo non è soltanto la singola persona, ma la propria casa, la<br />

propria famiglia, in una parola la propria Patria. Qualsiasi persona, uomo o donna, senza differenze.<br />

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