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Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil

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Il Sindacato Confederale quindi, non può non dimostrare rispetto e riconoscenza alla<br />

resistenza, alle donne ed agli uomini che con il loro impegno e sacrificio, con i loro ideali e le<br />

loro lotte ci hanno portato la liberazione dal fascismo e dal nazismo.<br />

Sessanta anni sono tanti.<br />

Ritrovare nell’esperienza della resistenza quei valori capaci di comunicare ancora oggi<br />

passione e impegno civile non è facile, tanto più se ci si limita esclusivamente ai venti mesi<br />

che vanno dal 1943 al 1945.<br />

Ma se alziamo lo sguardo a come la memoria della resistenza ha agito in questi decenni, come<br />

ha contribuito alla formazione della identità collettiva del nostro paese, come è stata assunta<br />

nelle varie fasi storiche a difesa della democrazia italiana, allora possiamo davvero riflettere<br />

con rinnovato interesse, a partire dalla nostra esperienza di oggi, su quella vicenda e su quelle<br />

ragioni etiche, civili, morali che l’hanno prodotta e l’hanno attraversata, per dare profondità<br />

agli interrogativi che riguardano le forme attuali della nostra democrazia.<br />

Questo anno la festa ha una duplice valenza: il 25 aprile prossimo è anche il sessantesimo<br />

anniversario di quella giornata.<br />

La liberazione non è una semplice coincidenza di data o di avvenimento, è una scelta per<br />

celebrare la libertà del nostro Paese.<br />

Il 25 aprile è la festa della liberazione, non una manifestazione qualunque, una<br />

commemorazione fra le tante come viene richiesto con ostinazione da parte di quei politici<br />

eredi del fascismo che vorrebbero stabilire per legge che i militari di Salò debbano essere<br />

considerati a tutti gli effetti militari belligeranti equiparati a quanti prestarono servizio nei<br />

diversi eserciti dei Paesi tra loro in conflitto durante la seconda guerra mondiale.<br />

Strana idea quella della destra in questo sessantesimo anniversario della fine della guerra<br />

mondiale. Invece di onorare i militari del governo nazionale, quelli che come il Presidente<br />

della repubblica combatterono per l’Italia, i partiti di governo si preoccupano di militari che<br />

combattevano assieme ai tedeschi, anzi che avevano per istruttori ed organizzatori quei<br />

tedeschi, contro i quali il regno d’Italia era in guerra.<br />

In parlamento giace un disegno di legge che apparentemente ha un’impostazione minimalista<br />

ma che ha in sé l’obiettivo di riconoscere la Repubblica di Salò come parte della storia<br />

italiana. Questo è il contrario della storia d’Italia ed è contrario alla costituzione. Così si nega<br />

la patria.<br />

Se, per lor Signori, la resistenza non è stata quel grande fattore di liberazione, allora si può<br />

affermare che anche la democrazia parlamentare nata da essa e la costituzione repubblicana<br />

che ne è il primo grande frutto vengono a perdere il loro valore e le loro basi fondative.<br />

Quale diventa allora il tessuto connettivo della nazione e della patria?<br />

Quali i valori su cui si costruisce la civile convivenza?<br />

Sono domande ineludibili alle quali il sindacato confederale,CGIL-CISL e UIL, non possono<br />

che rispondere schierandosi senza esitazione alcuna con coloro che ritengono occorra<br />

impegnarsi per dare risposte nelle quali continuino a trovare affermazione i principi ed i valori<br />

di unità nazionale, di libertà, di giustizia, solidarietà e pace.<br />

Ritenere che le conquiste civili e politiche siano destinate a durare, che non vengano messe in<br />

discussione e minacciate e che non tocchi ad ogni generazione impegnarsi per mantenere e<br />

reinterpretare ciò che i padri ci hanno dato non è per noi un errore.<br />

Donne e uomini di età, cultura, idee politiche e religiose diverse, sessanta anni fa hanno<br />

operato una scelta e hanno riconquistato libertà e democrazia.<br />

A loro va la nostra gratitudine; a noi tocca impegnarci per far vivere oggi nella mutata<br />

situazione nazionale ed internazionale, quei valori e quei principi.<br />

Anche il mondo del lavoro ha avuto un ruolo importante nella lotta per la liberazione:<br />

ricordare con gratitudine quella moltitudine dei lavoratori che in seguito agli scioperi del<br />

43/44 sono stati deportati nei campi di sterminio nazisti è un atto più che dovuto.<br />

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