Dopo le iniziative dedicate ai protagonisti del sorgere del socialismo in Italia nel secolo XIX, dalle radici ideali incarnate in alcuni protagonisti, l’Istituto ha avviato una riflessione su coloro che poi hanno realizzato quegli ideali. Dopo Viglianesi è stato organizzato insieme alla <strong>Uil</strong> di Roma e del Lazio - a Roma il 29 marzo 2007, presso la Camera dei Deputati, Sala del cenacolo - un convegno sulla figura di Ezio Vigorelli. 67
COMUNICAZIONE DI GIANNI SALVARANI Vice Presidente dell’Istituto di Studi Sindacali UIL Al convegno su: IL CONTRIBUTO DELLA UIL E DEI SOCIALISTI PER IL LAVORO. Il socialista EZIO VIGORELLI Da dirigente della UIL a Ministro del Lavoro. Roma, 29 marzo 2007, Camera dei Deputati, Sala del Cenacolo Guardando con attenzione la storia personale e politica di Vigorelli, la sua azione sindacale e parlamentare, l’agire nel sociale e come amministratore, possiamo affermare che è stato troppo presto dimenticato e il suo valore sottovalutato. Ecco perché mi sento di dire che ricordarlo è come ricordare uno dei grandi protagonisti degli albori del socialismo, tanto è stato prestigioso e alto il suo apporto alla causa del lavoro, della libertà, della democrazia, dei lavoratori e del sindacato,ed anche di affermare che nel dopoguerra uno dei primi e qualificati contributi dei socialisti in generale e della UIL in particolare per dare valore al lavoro è venuto con l’assunzione, da parte di questo dirigente della confederazione, della responsabilità del Ministero del Lavoro Vigorelli fu un combattente in armi come nella politica e nella società. Giovanissimo militare in Africa e sul Carso, quando ferito volle ritornare al fronte dopo la caduta di Caporetto, così come partigiano nella Resistenza. Alla fine della prima guerra mondiale fu decorato e come grande invalido fu tra i fondatori dei Comitati d’azione tra i mutilati e invalidi di guerra, per rivendicare dallo Stato, una maggiore considerazione sociale ed economica della categoria. Questa condizione non gli impedì di battersi contro il fascismo, né di partecipare alla guerra di Resistenza, neppure di essere protagonista in Parlamento di un incessante impegno politico in favore dei lavoratori, dei più deboli e in particolare della categoria degli invalidi civili e di guerra. In uno dei suoi tanti interventi svolti in aula difese la legittimità della manifestazione che la categoria organizzò davanti a Montecitorio per rivendicare miglioramenti alla loro condizione e contro la quale vi fu un intervento “brusco” delle forze di polizia, Vigorelli, contestato dall’estrema destra, concludendo il suo discorso si rivolse con fierezza e determinazione verso di loro affermando: “Tenete presente voi dell’estrema destra, che io sono fra coloro che hanno concorso a restituire all’Italia questo parlamento che voi avevate distrutto” ottenendo la convinta approvazione di tutti gli altri gruppi presenti in aula. Il suo impegno nella Resistenza, nella clandestinità prima e come combattente poi nella repubblica dell’Ossola, fu totale e continuò con immutata intensità anche dopo la valorosa morte in combattimento dei suoi unici due figli, Fofi e Bruno, decorati rispettivamente di medaglia d’oro e d’argento al valor militare. Un uomo che come lo ha definito Saragat nella prefazione del libro “l’Offensiva contro la miseria” scritto da Vigorelli nel 1948 “….Che continua a combattere per la liberazione per cui sono caduti i suoi due figli ai quali, con le sue opere, sta elevando il monumento più degno”.. Quella tragedia familiare segnò profondamente tutta la sua esistenza e in tutte le attività intraprese vi si dedicò con una straordinaria forza d’animo, spinto da quella idealità che lo aveva strettamente unito ai suoi figli e nella quale riviveva in ogni momento il loro sacrificio per la patria e la libertà. 68
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