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Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil

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Quando il fascismo imperversò Badaloni ebbe un sussulto politico schierandosi apertamente<br />

contro, ma nonostante le pressioni ricevute non volle più rientrare nell’attività politica.<br />

Con il passare degli anni le sue sofferenze aumentarono fino a paralizzarlo e farlo diventare<br />

cieco. Morì in tarda età, in miseria, vivendo gli ultimi anni della sua vita assistito e mantenuto<br />

dai vecchi amici, avendo rifiutato l’assegno di sostentamento che il regime fascista voleva<br />

assegnarli, fu la conclusione di una vita spesa per il bene degli altri che si chiuse con la stessa<br />

grande dignità di così come era iniziata.<br />

Fu un apostolo, prima ancora che “sindacalista” tenace e politico capace, il suo parlare dolce e<br />

fluido era l’espressione concreta della sua bontà, rettitudine e inflessibilità nel comportarsi<br />

con se stesso, come con i lavoratori e gli avversari di classe.<br />

L’opera e la personalità di Badaloni non poteva essere meglio ricordata di com’è stato fatto<br />

nell’epigrafe impressa sulla sua lapide nel cimitero di Trecenta e su quella apposta nella sua<br />

casa natale a Recanati, ma senza voler nulla togliere alle amministrazioni che hanno voluto<br />

dare l’importante riconoscimento e trasmettere, con parole di così alto significato, alle<br />

generazioni future il ricordo del pensiero e dell’opera di Badaloni. Credo che ugualmente<br />

importante e significativo sia il riconoscimento spontaneo contenuto in una nota poesia<br />

popolare a lui dedicata da Guido Rizzati, laddove il poeta in un passo condensa con semplicità<br />

come la gente “sentiva” l’opera di Badaloni “l’ha speso tute le so energie e capacità par<br />

solevar la pora zente della poertà.”<br />

✵✵✵✵✵✵✵✵✵✵✵✵✵✵<br />

Il 22 settembre 2006 si è svolto a Recanati il convegno su Nicola Badaloni. Le motivazioni<br />

che hanno spinto l’Istituto di studi sindacali a proporre questa celebrazione - ricordo è molto<br />

bene espressa nella presentazione del pieghevole del programma e cioè “quella di organizzare<br />

due incontri: uno nella terra che lo ha visto protagonista del riscatto delle povere genti del<br />

Polesine, tenutosi a Rovigo il 24 febbraio 2006e l’altra a Recanati nella città che gli ha dato i<br />

natali. Un incontro omaggio del sindacato ad un uomo che, senza mai essere stato sindacalista<br />

come si è usi intendere l’attività svolta per conto di un organizzazione sindacale, ha saputo<br />

realizzare come politico e scienziato, per i lavoratori ed i cittadini del Polesine, molto di più<br />

da solo di quanto abbia saputo e potuto fare le neonate organizzazioni sindacali dell’epoca.<br />

Un riconoscimento che la FPL e<br />

l’Istituto di Studi Sindacali<br />

sentitamente partecipano nei<br />

confronti di un compagno socialista<br />

riformista che, con l’attività politica<br />

svolta, è stato uno dei protagonisti<br />

della formazione di quelle radici<br />

ideali che da sempre sono parte<br />

integrante del bagaglio culturale e<br />

dell’azione della UIL.<br />

L’opera e la personalità di Badaloni non<br />

poteva essere meglio ricordata di<br />

come è stato fatto nell’epigrafe<br />

impressa sulla sua lapide: “Medico,<br />

Scienziato, Apostolo, Deputato e<br />

Senatore socialista riscattò dalla<br />

pellagra la Padania, dalla servitù<br />

della miseria il Polesine e ne sollevò a dignità umanai lavoratori. Nel cuore delle popolazioni<br />

riconoscenti è il suo monumento”.<br />

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