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Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil

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Convegno promosso dall’Istituto di Studi Sindacali della UIL unitamente alla Opera<br />

benefica Camillo Prampolini in occasione del 75° anniversario della morte di Prampolini<br />

e della inaugurazione della UIL di R. Emilia R. Emilia, 30 maggio 2005<br />

Comunicazione di Gianni Salvarani<br />

Sono convinto che Prampolini sarebbe sicuramente molto felice d’essere oggi qui tra noi,<br />

certamente per avere la possibilità di testimoniare sulla sua attività, ma in particolare per<br />

prendere parte all’inaugurazione di una sede sindacale. In quanto non solo è un evento verso il<br />

quale indirizzava tutti i suoi sforzi affinché i lavoratori si unissero e costituissero<br />

l’Associazione di Resistenza, come lui definiva l’organizzazione dei lavoratori, richiamandosi<br />

al modello delle Trade Union inglesi ed alle altre forme di sindacato già operanti, in America,<br />

in Francia e in Belgio, ma soprattutto perché ciò avviene con il riconoscimento e la<br />

considerazione della società, delle autorità civili e religiose, cosa che al suo tempo non<br />

sarebbe mai potuta avvenire. Ecco perché penso di non forzare né la storia, ed ancor meno il<br />

pensiero di Prampolini, affermando che oggi avrebbe esultato con noi per quest’ulteriore<br />

progresso compiuto da un’organizzazione di lavoratori. Ciò, naturalmente, prescindendo dalla<br />

sigla che realizza l’iniziativa, anche se l’idealità prampoliniana e la nostra militanza in<br />

un’organizzazione d’ispirazione laico-socialista lasciano trasparire la convivenza di ampie<br />

convergenze.<br />

Il suo impegno in favore dei lavoratori si riscontra fin dal momento dei suoi studi universitari.<br />

Infatti, lui giovane rampollo di famiglia benestante, educato nel rispetto del re, della società<br />

così come costituita, non riesce a vedersi come un “padrone” che risponde alle logiche<br />

politiche e gestionali dominanti. E’ proprio all’università, che Prampolini matura il<br />

convincimento che le teorie degli economisti “conservatori” si scontravano con il diritto al<br />

lavoro di tutti i proletari e come tali andavano combattute. Era per lui inaccettabile la teoria<br />

secondo la quale l’operaio non poteva avere nessuna ragione di pretendere il diritto al lavoro,<br />

avendo riconosciuto il diritto del lavoro, e che con ciò si stabiliva la parità fra capitale e<br />

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