Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil
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Quando si riunivano, quegli uomini dovevano guardarsi dagli agenti della polizia fascista,<br />
dalle SS, la posta in palio era la vita - cito fra tutti Bruno Buozzi che pagò con la vita il suo<br />
coraggio e la sua voglia di libertà - quindi in una condizione che noi non abbiamo mai<br />
conosciuto e con molta difficoltà riusciamo ad immaginare. Ma è stato fatto quel Patto ed è<br />
questa la cosa importante. Ovviamente, come dire, ci sono stati dei limiti, che erano però<br />
secondo me del tutto fisiologici. Questi sindacalisti erano persone che, pur avendo una<br />
profonda e radicata cultura politica, non potevano prevedere che il vero problema sarebbe<br />
sorto nel rapporto tra il sindacato e il nuovo sistema politico pluralista, con il potere politico,<br />
con le sue organizzazioni, con i partiti. Anche perché i partiti, nel ’44, erano così deboli che<br />
era impossibile immaginare che in pochi anni avrebbero preso nettamente il sopravvento, non<br />
solo dal punto di vista istituzionale, ma anche nelle coscienze delle persone, degli stessi<br />
militanti sindacali. Né, ovviamente, potevano prevedere le conseguenze che le divisioni<br />
ideologiche, le scelte politiche, soprattutto quelle di politica estera avrebbero determinato<br />
dentro il sindacato. Questo è stato il vero limite. Io però francamente non so quanti nel ’44,<br />
potevano avere questa lungimiranza nell’immaginare che la ideologizzazione delle masse si<br />
manifestasse velocemente, che milioni di persone, compresi i lavoratori iscritti al sindacato,<br />
avrebbero intrapreso quella forte battaglia politica connotata da visioni ideologicamente e<br />
politicamente diverse sul modello di società, sul concetto di democrazia, sul concetto di<br />
capitalismo e sul rapporto tra il sindacato ed il sistema economico. In conseguenza di ciò,<br />
quel Patto di unità tra diversi, tra culture politiche diverse non poteva superare il 1948.<br />
Durante le prime elezioni politiche libere, la contrapposizione ideologica e le visioni della<br />
società futura non potevano, in conseguenza di ciò, non scontrarsi. E’ evidente che questa<br />
incapacità di pensare che in una società democratica, in una società nella quale il potere<br />
politico è legittimato dai consensi che ha tra gli elettori, il rapporto tra il sindacato e la politica<br />
avrebbe seguito altre strade, una situazione totalmente diversa rispetto a quella vissuta durante<br />
la dittatura del fascismo. Io credo però che ci sono delle lezioni importanti da cogliere da<br />
quella vicenda storica, una vicenda che ha cambiato la storia del sindacato e probabilmente<br />
anche i rapporti politici nel nostro paese. E’ un fatto che la democrazia e il sindacato<br />
democratico siano assolutamente indissolubili, che le battaglie per la giustizia sociale e le<br />
battaglie per la libertà non siano scindibili. Non sono scindibili mai, neanche quando le<br />
persone hanno bisogni assolutamente fondamentali come quelli di sopravvivere e di mangiare,<br />
perché non si può immaginare che per rispondere ai bisogni sociali si possa sorvolare,<br />
trascurare, cancellare la necessità di salvaguardare la democrazia, per questo i valori di<br />
giustizia sociale, e di libertà, sono intrinsecamente legati. L’altro grande insegnamento è il<br />
fatto che in un sistema politico pluralista, aggiungerei anche a maggior ragione in un sistema<br />
politico tendenzialmente bipolare, l’autonomia, l’indipendenza dal potere politico, è<br />
fondamentale per conseguire un bene altrettanto importante, che è quello dell’unità. Dell’unità<br />
non tanto dei sindacati, in quanto tali, ma dell’unità dei lavoratori, cioè di coloro che noi<br />
rappresentiamo. Ma questa unità è così importante, il bisogno di unità così forte, che<br />
bisognerebbe ogni tanto pensare, e porsi sempre la domanda: - un sindacato ha il dovere<br />
morale e politico di capire sempre qual è la politica che difende meglio gli interessi delle<br />
persone - e non piuttosto, come alcuni fanno, chiedersi a chi conviene, a quale parte politica è<br />
utile. Prendiamo questo impegno, soggettivo e collettivo, di capire che il nostro problema è di<br />
fare un grande sindacato per conservare e sviluppare il patrimonio che abbiamo ereditato.<br />
Seguire l’insegnamento dei nostri predecessori e di tutte quelle persone che hanno fatto<br />
veramente la storia di questo paese, non solo la storia del sindacato, è la lezione politica che<br />
non dobbiamo sciupare. L’autonomia e l’unità sono anch’essi due valori che non si possono<br />
disgiungere, certo ci possono essere periodi, tempi, fasi, durante i quali in nome dell’unità non<br />
si può sacrificare la propria autonomia, la propria identità di organizzazione, per una unità di<br />
facciata.<br />
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