Quando si parla o si scrive di martiri troppo spesso ci si dimentica dei familiari, dei congiunti, delle loro sofferenze, dei sacrifici che hanno affrontato per le scelte compiute dal loro caro, quanto gli è costato sostenerlo e condividerne gli impegni di lotta e soprattutto al dolore che per tutta la vita gli accompagna per la sua perdita, anche se si verifica questa dimenticanza, i familiari devono però sapere che il dolore da loro provato è condiviso da tutti coloro che ricordano la presenza, le gesta e il pensiero del loro congiunto. Fondamentale per un Paese ricordare i propri figli, la propria storia e come amava ripetere il più grande Presidente della nostra Repubblica, Sandro Pertini “gli anziani ricordino i giovani sappiano”. Sollecitazione ancor più attuale oggi in presenza di tentativi di revisionismo storico, di voler riscrivere pagine gloriose della Resistenza e della conquista della libertà, quella libertà della quale questi personaggi abusano per strumentalizzare alcune delle loro stravaganti teorizzazioni per fini personali o di parte politica. Nel libro “autobiografia di un socialista, da Torino a Mauthausen”, la figura di Acciarini viene molto efficacemente proposta nell’introduzione scritta dal prof. Marziano Guglielminetti il quale la descrive puntualmente traendola dai suoi scritti. Leggendola mi sono però posto la domanda di quanto questa introduzione, sicuramente autorevole e di alto livello scientifico, sia stata dal punto di vista dell’attività politica e sindacale svolta da Acciarini la più rispondente. La domanda non vuole minimamente sminuire l’alto valore culturale che il prof. Guglieminetti ha profuso a piene mani soprattutto laddove individua: il parallelismo fra lo scontro di Acciarini con il padre con quello fra Leopardi e suo padre, in Acciarini un appassionato lettore e seguace del Foscolo, nella cultura carducciana che traspare nella lettura di uno scrittore ironico e ribelle come lui lo definisce, oppure classificandolo come un duro nel partito per i suoi no a Bissolati, Turati e ai riformisti, ma anche a Mussolini e ai rivoluzionari, come un socialista pieno di una moralità Leopardiana che emerge anche nella sua polemica con Gramsci sui fondi ad Ordine Nuovo. In questo caso Guglieminetti ha una visione riduttiva dello scontro di Acciarini con Gramsci, dato che la polemica fu molto più ampia ed aspra, politicamente di maggior spessore investendo tra l’altro la diversa concezione che essi avevano del rapporto da doversi intrattenere tra il partito e il sindacato. Così come anche il giudizio severo emesso su una Recanati ostile ad ogni atto di generosità, ignorando gli illustri figli come Falleroni, Badaloni e Brodolini e la presenza della solidarietà mutualistica e cooperativa fin dalla metà del 1800. Stride soprattutto il silenzio assordante relativamente al periodo 1927-1943 che ha come conseguenza una sottovalutazione del grande impegno politico nella lotta antifascista di Acciarini. E’ una introduzione contenente analisi di grande valore culturale che forse avrebbe assunto ancora maggior rilievo ed efficacia se fosse stata accompagnata da un’altra fatta da uno storico o da un politico che avrebbero potuto meglio interpretare e in maniera più rispondente non solo la “passione politica e sociale di Acciarini, ma anche la sua azione, con una particolare considerazione di un uomo che ha fatto della coerenza, della continuità nell’azione e della fermezza nelle scelte il suo modello di vita. Con quest’iniziativa non abbiamo voluto onorare solo la memoria di un compagno socialista, di un organizzatore sindacale, di un martire della Resistenza, ma fornire anche un’occasione di riflessione per tener viva la memoria su uomini e fatti che possono, anzi devono, non solo essere tramandati per gli insegnamenti che il loro sacrificio ha consegnato alla storia ma anche per stimolare, soprattutto ai giovani, a “coltivarne”, la memoria per mantenerla viva, nella coscienza della gente. Il positivo esempio di uomini come Acciarini, è sicuramente tale da essere capace di far riscoprire gli ideali per i quali si sono battuti e hanno sacrificato la vita. Un’azione alla quale abbiamo voluto, come Istituto di Studi Sindacali UIL, dare il nostro apporto contribuendo all’organizzazione di questo convegno e all’illustrazione, con grande e convinta partecipazione, della figura di un compagno socialista che con molta modestia, ma con una straordinaria forza ci ha lasciato un contributo di inestimabile valore. 53
Il 19 gennaio 2007 alla Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, nell’ambito della partecipazione ad iniziative di altre fondazioni od istituti di ricerca storica, e della volontà dell’Istituto di creare, ogni qualvolta se ne presenti l’occasione, azioni di sinergia e di collaborazione, l’ISS ha aderito all’incontro di commemorazione del Senatore Viglianesi svoltosi a Roma. Italo Viglianesi, l’immagine del leader sindacale nei ricordi della periferia della UIL di Gianni Salvarani* 54
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