28.05.2013 Views

Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil

Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil

Storia e Idealità Laico Socialiste Riformiste - Uil

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Diamo lettura del messaggio del Presidente emerito della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi,<br />

affermando di considerare particolarmente felice la scelta di celebrare il 25 aprile con un convegno<br />

dedicato a un tema che ancora oggi può offrire elementi di riflessione, oltre ad aggiungere<br />

conoscenza di fatti e vicende che segnarono gli anni della nostra ritrovata dignità. Scrivendo al nostro<br />

Segretario Generale, così dice: “Voglia considerarmi idealmente presente, anche con le accluse brevi<br />

considerazioni che il tema del convegno mi ha suggerito”.<br />

Scrive Ciampi: “Della presenza femminile nella lotta di liberazione si è talora parlato come di una<br />

parte della Resistenza, lungamente taciuta. Se silenzio c'è stato, certamente la storiografia più recente<br />

ha provveduto con ricchezza e varietà di contributi a dar voce a quella esperienza. Di quella stagione<br />

abbiamo anche alcune importanti testimonianze in prima persona; penso ad Ada Gobetti, a Giuliana<br />

Benzoni, a Carla Capponi, che in forma diaristica o autobiografica ci hanno trasmesso, con accenti<br />

semplici, la memoria di vicende come semplici non furono.<br />

Le donne giustiziate o cadute in combattimento dal '43 al '45 sono quasi tremila, ma assai di più<br />

furono quelle non meno valorose, certo più fortunate, che dettero in vario modo il loro contributo<br />

all'azione collettiva di riscatto morale, a quel soprassalto di dignità con cui il popolo italiano scelse di<br />

reagire, all'8 settembre. In alcuni casi la scelta fu la resistenza armata; in molti, tantissimi altri fu<br />

resistenza civile, fu un opporsi alla brutalità, all'abbrutimento causato dalla guerra e dall'occupazione<br />

nazifascista, chi cercando di salvare dalla distruzione quello che serviva per vivere, chi fornendo<br />

assistenza nei più svariati modi, chi assicurando con discrezione i collegamenti, essenziali non meno<br />

dei piani di battaglia. Erano mogli, madri, figlie, sorelle, che ripetevano i gesti consueti di ogni giorno,<br />

quelli ordinari, che in tempi che ordinari non erano potevano essere eroici.<br />

Sfamare un partigiano, ospitare un clandestino o un ebreo, travestire un militare in fuga da Salò,<br />

proteggere, insomma, è la scelta di resistenza magari inconsapevole di molte donne, che<br />

nell'accudimento della protezione di chi correva un pericolo, assecondavano un insopprimibile istinto<br />

di vita, opponevano la forza della vita a quella scellerata e distruttrice dell'odio. Donne che in fondo<br />

volevano solo che il domani, se non per sé, almeno per i propri figli potesse essere diverso e migliore.<br />

Non a caso qualcuno, con una immagine suggestiva, ha parlato di maternità collettiva.<br />

Sono ormai passati più di 60 anni da allora, è un tempo lungo, anche se sembra non esserlo, lungo<br />

abbastanza per dimenticare i troppi lutti, il troppo dolore, il troppo odio. Ugualmente, non è<br />

abbastanza lungo per oscurare la luce dei sentimenti, che nonostante l'odio, la morte, il dolore,<br />

rischiarò la mente e il cuore di molti di quegli uomini e di quelle donne.<br />

ADA GOBETTI<br />

È alle parole di Ada Gobetti che affido il mio saluto e il mio augurio a tutti i<br />

partecipanti della odierna manifestazione. Dedico questi ricordi ai miei amici, vicini<br />

e lontani, di vent'anni e di un'ora sola, perché proprio l'amicizia, legame di<br />

solidarietà fondato non su comunanza di sangue, né di Patria, né di tradizione<br />

intellettuale, ma sul semplice rapporto umano del sentirsi uno, come uno tra molti,<br />

mi parso il significato intimo, il segno della nostra battaglia. E forse lo è stato<br />

veramente, e soltanto se riusciremo a salvarla e perfezionarla, o a ricercarla al di<br />

sopra dei tanti errori e dei tanti smarrimenti, se riusciremo a capire che questa unità,<br />

questa amicizia, non è stata e non deve essere solo un mezzo per raggiungere<br />

qualche altra cosa, ma è un valore in se stessa, poiché in essa forse è il senso dell'uomo, soltanto allora<br />

potremo ripensare al nostro passato e rivedere il volto dei nostri amici, vivi e morti, senza malinconia<br />

e senza disperazione. Carlo Azeglio Ciampi”.<br />

Piero BONI, partigiano, Medaglia d'Argento al Valor Militare<br />

E' già stato sottolineato, introducendo questo nostro convegno, il valore che esso sia stato promosso da<br />

un'organizzazione sindacale e io non vorrei essere un po' maligno - anche se talvolta, come dice<br />

qualcuno, se si pensa male si fa peccato, però ci si azzecca – a pensare che ci sia un'attenuazione nel<br />

89

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!