Il suicidio della Destra - Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse
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a spillo nel fango dei campi Rom, si fa assegnare una scorta. E che cazzo, non é uno status symbol?<br />
Fini ci ripensa e torna a casa: impone l’allontanamento <strong>di</strong> Storace e <strong>della</strong> Garnero-Santanché-<br />
Bisignani. Lei si arrabbia molto, attacca Silvio, gli ricorda le sue preferenze per le donne <strong>di</strong>stese, si<br />
fa can<strong>di</strong>dare alle elezioni come premier. Un flop. Ho modo <strong>di</strong> conoscerla in quella occasione. Un<br />
amico mi porta ad una sua conferenza stampa. Mi accoglie: “E’ un onore per me, sei sempre stato il<br />
mio mito!”. L’onore non l’ho mai capito, il mito neanche. Qualche giorno dopo mi chiama al<br />
telefono: “Devi assolutamente essere in lista con noi!”. Ci penso. Ho fatto tante stronzate nella mia<br />
vita: una in più o una in meno..... le ho tentate tutte, ma proprio tutte per dare vita a un progetto<br />
politico serio. Prendo tempo, poi le rispondo: “Sì, a una con<strong>di</strong>zione”. Sento il gelo dall’altra parte.<br />
Immagino quello che pensa: “Che vorrà mai questo? Un capolistato?”. Le <strong>di</strong>co: “Voglio l’ultimo<br />
posto <strong>della</strong> lista”. Sento <strong>di</strong>stintamente il suo sospiro <strong>di</strong> sollievo. Finisce lì. Dopo le elezioni mi<br />
accorgo che lei e Storace vogliono tornare con Berlusconi. Non sono fascisti, al massimo dei<br />
fascistelli. Hanno bisogno del posto, del potere, degli intrallazzi romani, <strong>delle</strong> spartizioni e dei<br />
privilegi.<br />
Per Daniela ne va proprio <strong>della</strong> sua vita, anzi, del suo tenore <strong>di</strong> vita. L’amicizia con Feltri, persino<br />
quella con Sallusti, l’agenzia “Visibilia” per la pubblicità de “il Giornale”, “Libero”, e “il<br />
Riformista”, i pranzi con i fotografi dei rotocalchi al seguito. Buon lavoro e buon appetito.<br />
Qualche tempo fa ho conosciuto casualmente Rita Rusic. Quella che le ha portato via il compagno,<br />
il padre del suo “Lorenzino il magnifichino” secondo la felice definizione <strong>di</strong> Gianantonio Stella.<br />
Mi sono congratulato calorosamente con lei. Lei non sapeva perché. Io, invece, sì. (30 ottobre 2010)<br />
MOFFA, IL RESPONSABILE TRASPARENTE,<br />
RARO ESEMPIO DI INVISIBILITA’<br />
Mi sono detto: scrivo qualcosa su Silvano Moffa, capo, vicecapo o sottocapo, non ho capito bene,<br />
del gruppo dei responsabili. Quello <strong>di</strong> Razzi, Scilipoti e altre brave persone. Moffa dovrei<br />
conoscerlo bene. Eravamo insieme nel vecchio MSI. Allora era rautiano e, ai rautiani, il termine<br />
destra non é mai andato giù. Quando portammo Rauti alla Segreteria Nazionale, Moffa <strong>di</strong>ventò capo<br />
del cerimoniale: quello che stava nella stanza vicina a quella del boss, che doveva filtrare telefonate,<br />
visite, bloccare gli immancabili scocciatori, i per<strong>di</strong>tempo e tutti coloro che ritenevano <strong>di</strong> avere<br />
qualcosa <strong>di</strong> importante da <strong>di</strong>re. Lo conosco, mi sono detto; perché allora non scrivere <strong>di</strong> lui, <strong>di</strong><br />
quello che pensava, <strong>di</strong> che cosa si occupava, <strong>delle</strong> sue prese <strong>di</strong> posizione, dei suoi interessi politici e<br />
culturali? <strong>Il</strong> fatto é che non mi viene in mente nulla. Moffa é sempre stato un esempio <strong>di</strong> invisibilità.<br />
Certo, partecipava a tutte le riunioni, alle sedute del Comitato Centrale, ai Congressi: ma non si<br />
vedeva. Si confondeva con la parete, quando era seduto a un tavolo, la se<strong>di</strong>a sembrava vuota: non<br />
parlava ma sussurrava, il sorriso inerte stampato su una faccetta da puttino col ricciolo biondo e<br />
l’occhio color acqua. il nulla fatto persona. Eppure é <strong>di</strong>ventato Presidente <strong>della</strong> Provincia <strong>di</strong> Roma,<br />
deputato e non so cos’altro ancora. Ora é un “responsabile”, si <strong>di</strong>ce tifoso <strong>di</strong> Cameron, tenace<br />
sostenitore <strong>di</strong> quella destra che prima considerava becera ed inutile. Ha, <strong>di</strong> tanto in tanto, qualche<br />
riflettore acceso su <strong>di</strong> lui, ma sembra sempre più trasparente, più invisibile <strong>di</strong> una micella (particella<br />
colloidale in sospensione). Immagino che si senta a suo agio con Alfano, Cicchitto, Bon<strong>di</strong>, la<br />
Santanché, la Gelmini, la Brambilla, la Bernini (per favore non mandatela più in TV che fa venire il<br />
mal <strong>di</strong> mare), la Scicolone, Stracquadanio, Bonaiuti, Ver<strong>di</strong>ni, Gasparri, La Russa e compagnia<br />
cantante. Vive <strong>della</strong> loro visibilità. Mi viene il dubbio che se fosse stato invitato ai festini <strong>di</strong> Arcore,<br />
nessuno si sarebbe accorto <strong>della</strong> sua presenza e nessun pm l’avrebbe mai scovato. In fondo, é solo<br />
un <strong>di</strong>to che schiaccia un bottone. Alla Camera. Molto responsabilmente. (24 agosto 2011)<br />
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