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Il suicidio della Destra - Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse

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13- E ADESSO SI FACCIA PULIZIA<br />

DI TUTTE LE TOGHE CORROTTE<br />

<strong>Il</strong> mio vecchio amico Pannella, a volte petulante, altre in<strong>di</strong>sponente, sempre stimolante, prima <strong>di</strong><br />

passare al silenzio stampa amava ripetere che l’inchiesta su Tangentopoli non sarebbe stata<br />

cre<strong>di</strong>bile fino a che, oltre ai politici ladroni, agli impren<strong>di</strong>tori corruttori, ai tangentomani <strong>di</strong><br />

professione, non fossero finiti in galera anche dei magistrati. Non c’è alcun dubbio, infatti, che se il<br />

sistema <strong>della</strong> corruzione partitocratica ha potuto alimentarsi ed espandersi per oltre 40 anni in Italia,<br />

ciò non sarebbe potuto avvenire senza la connivenza dei vertici del sistema giu<strong>di</strong>ziario. Adesso che<br />

un alto magistrato è finalmente finito in galera, non vorremmo che la coscienza (sporca) <strong>di</strong> molti si<br />

sentisse a posto e Diego Curtò <strong>di</strong>ventasse il parafulmine su cui scaricare responsabilità che sono più<br />

estese e più elevate. Curtò è un magistrato corrotto come ce ne sono, probabilmente, tanti altri a<br />

Milano come a Roma, a Napoli come a Palermo. Magistrati che si sono venduti e che si sono<br />

arricchiti operando soprattutto in quel particolare settore dei proce<strong>di</strong>menti civili, <strong>delle</strong> sezioni<br />

fallimentari dei tribunali, nei quali gli interessi in gioco sono giganteschi e gli attori che si agitano<br />

sulla scena sempre gli stessi, siano essi magistrati, periti, curatori fallimentari o consulenti <strong>di</strong><br />

professione. I nomi <strong>di</strong> questi signori sono sulle bocche <strong>di</strong> tutti quelli che frequentano le orde <strong>della</strong><br />

“cosiddetta” giustizia civile o dei lettori <strong>di</strong> tante strane riviste specializzate in <strong>di</strong>ritto fallimentare.<br />

Ma il problema non è questo o, per lo meno, non è solo questo. Curtò è in galera e ci sta bene così<br />

come ci è stato bene quell’infamone <strong>di</strong> Palla<strong>di</strong>no ex titolare <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o legale con quell’altro bel<br />

soggetto dell’ex senatore comunista Maris. Ma gli altri? Tutti quei procuratori <strong>della</strong> Repubblica dei<br />

vari tempi che hanno sistematicamente ignorato quanto accadeva sotto i loro occhi o che si sono<br />

attivati per insabbiare, mettere nei cassetti le documentate e circostanziate denunce che un ristretto<br />

gruppo <strong>di</strong> imbecilli, <strong>di</strong> illusi, <strong>di</strong> inguaribili ingenui si ostinava a presentare inseguendo la chimera <strong>di</strong><br />

uno Stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong>feso a parole da tutti e tra<strong>di</strong>to puntualmente nei comportamenti, dove sono<br />

finiti?<br />

Purtroppo ne sento qualcuno che ancora pontifica e leggo il nome <strong>di</strong> altri in calce a qualche<br />

articolessa su “prestigiosi” quoti<strong>di</strong>ani nazionali. Quando i magistrati <strong>di</strong> Mani Pulite <strong>di</strong> tutta Italia si<br />

decideranno a voler vedere chiaro nei comportamenti omissivi o penalmente rilevanti <strong>di</strong> queste<br />

“Toghe sporche”? Tutto ciò che è accaduto in Italia e che sta faticosamente emergendo <strong>di</strong>mostra<br />

che si era formata una “cupola” composta da politici, impren<strong>di</strong>tori, burocrati, magistrati, e<strong>di</strong>tori,<br />

<strong>di</strong>rettori <strong>di</strong> giornali e giornalisti tutti impegnati a imbrogliare gli italiani. In associazione per<br />

delinquere con le organizzazioni criminali che offrivano danaro e mano d’opera “specializzata”.<br />

Perché non è stata solo una storia <strong>di</strong> ruberie e <strong>di</strong> illeciti arricchimenti, <strong>di</strong> furto <strong>di</strong> verità, <strong>di</strong> legalità e<br />

d’informazione, ma anche <strong>di</strong> avvenimenti sanguinosi, <strong>di</strong> stragi, <strong>di</strong> bombe, <strong>di</strong> assassinii. Tutti<br />

impuniti, tutti funzionali al mantenimento <strong>di</strong> un potere sempre più teso alla propria<br />

autoconservazione. D’altra parte Falcone e Borsellino, tanto per ricordare i casi più recenti, non<br />

sono certamente morti <strong>di</strong> polmonite. E se è per davvero esistita una sorta <strong>di</strong> “Spectre” che ha <strong>di</strong><br />

fatto governato il nostro Paese in tutto questo tempo, è giusto che a risponderne vengano chiamati<br />

tutti, ma proprio tutti. Non soltanto i politici, non solo gli impren<strong>di</strong>tori, non solo i ladroni più noti.<br />

Ma anche i magistrati felloni o massoni, gli e<strong>di</strong>tori con interessi industriali o finanziari, i <strong>di</strong>rettori <strong>di</strong><br />

giornale servi del potere politico e/o economico, i giornalisti con la schiena curva e le chiappe<br />

larghe. “Penne pulite”, certamente, ma a 360 gra<strong>di</strong>, andando a vedere non solamente le esaltazioni o<br />

i panegirici a gettone per questo o quell’impren<strong>di</strong>tore, per questa o quella “ar<strong>di</strong>ta e moderna”<br />

operazione finanziaria costata qualche decina <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> miliar<strong>di</strong> agli ingenui lettori che ci<br />

credevano, ma anche i complici silenzi in cambio <strong>di</strong> qualche vantaggioso contratto pubblicitario.<br />

Vedo in giro troppa gente che si ricicla. Leggo troppe interviste a personaggi che sono stati il docile<br />

strumento del potere in questi anni. La sola cosa <strong>di</strong> cui proprio non sentiamo il bisogno è <strong>di</strong> una<br />

restaurazione mascherata. Ne sento lo sgradevole odore. Occhio alla penna! (9 settembre 1993)<br />

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