Il suicidio della Destra - Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse
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cagnolino sco<strong>di</strong>nzolante ai pie<strong>di</strong> degli Stati Uniti. Chi ricorda l’atteggiamento servile del tuo amico<br />
Berlusconi durante la sua prima visita a Bush, può capirmi benissimo. Per me gli americani non<br />
sono stati dei liberatori ma degli occupanti! Le guerre si possono vincere o perdere, ma se si<br />
perdono, occorre farlo con <strong>di</strong>gnità e senza fingere <strong>di</strong> averle vinte. Io non credo che l’Italia debba<br />
gratitu<strong>di</strong>ne agli americani, ma, anche se così fosse, la gratitu<strong>di</strong>ne non è un sentimento eterno; specie<br />
in politica estera, con gli scenari che, soprattutto ora, cambiano rapidamente. Allo stesso modo<br />
credo che quella americana all’Irak, con le menzogne che l’hanno preceduta, sia stata una vile<br />
aggressione che ha provocato danni (vittime, <strong>di</strong>struzioni, scollamento <strong>di</strong> una nazione, pulizie<br />
etniche e religiose, reazioni a catena nel mondo e nel Me<strong>di</strong>o Oriente in particolare), enormemente<br />
superiori a quelli attribuibili a Saddam (morto, tra l’altro, con fierezza, come Josè Antonio Primo<br />
De Rivera, come il “Che”, come Allende). Saddam aveva tenuto unito il paese, era riuscito a<br />
contenere l’influenza dell’Iran e aveva garantito (certo da <strong>di</strong>ttatore) la laicità e la libertà religiosa.<br />
Te la senti, Daniela, <strong>di</strong> lottare contro la condanna a morte <strong>di</strong> Tareq Aziz? L’America e<br />
l’americanismo ci hanno inquinato culturalmente, hanno ucciso le nostre più autentiche tra<strong>di</strong>zioni,<br />
ci hanno offerto e imposto i loro modelli e la loro visione economicistica <strong>della</strong> vita. Gli Stati Uniti<br />
si comportano con l’arroganza <strong>di</strong> un impero che tuttavia non possiede una superiore visione del<br />
mondo e <strong>della</strong> vita che non comprende la ricchezza feconda <strong>delle</strong> <strong>di</strong>fferenze. E inoltre, adesso, ci<br />
scarica addosso il prezzo <strong>di</strong> una gigantesca crisi economica, dovuta alla “sua” finanza virtuale, al<br />
“suo” liberismo sfrenato, alla “sua” globalizzazione, figlia <strong>di</strong> un progetto politico, il mon<strong>di</strong>alismo,<br />
che richiede un pensiero unico e che non solo non assicura libertà e progresso al pianeta, ma lo sta<br />
portando alla povertà, alla fame e al declino.<br />
2 - Riaffermazione <strong>della</strong> necessità <strong>di</strong> uno stato forte e autorevole. La progressiva <strong>di</strong>struzione dello<br />
stato italiano ci ha regalato l’attuale società, una sorta <strong>di</strong> poltiglia in<strong>di</strong>stinta fondata sugli egoismi<br />
in<strong>di</strong>viduali. Finito lo spirito del risorgimento con la sua aspirazione all’Italia unita, finito il<br />
Fascismo che riven<strong>di</strong>cava una missione per la nazione italiana, è finito anche lo Stato, ucciso dai<br />
partiti antinazionali e dal liberismo da giungla nel quale viviamo da qualche decennio. Come <strong>di</strong>ceva<br />
Prezzolini, lo Stato nasce da un contratto tra briganti - tali sono gli uomini nella loro più intima<br />
essenza - che, stanchi <strong>di</strong> ammazzarsi tra loro, decidono <strong>di</strong> darsi <strong>delle</strong> regole per poter stare insieme.<br />
Lo Stato deve perciò essere “omnia potens” anche se non “omnia facens” e la sua eticità dovrebbe<br />
essere patrimonio <strong>di</strong> tutti. Essere contro lo Stato in nome <strong>di</strong> non si sa quali libertà dalle regole (e qui<br />
il tuo amico Berlusconi è un maestro), equivale ad affermare che poiché si è contro le malattie, si è<br />
contro gli ospedali che, com’è noto, sono pieni <strong>di</strong> malattie. E’ vero esattamente il contrario: chi è<br />
contro le malattie vuole ospedali efficienti e ben organizzati per meglio combatterle, pur nella<br />
consapevolezza che è impossibile eliminarle. Fin qui Prezzolini. Lo Stato deve essere quin<strong>di</strong> forte e<br />
unito per imporre a tutti il rispetto <strong>delle</strong> leggi (a tutti, Daniela, a tutti…), potenti e comuni citta<strong>di</strong>ni,<br />
al nord come al sud dove, nel 1943, gli Stati Uniti, oltre alla “loro” democrazia, ci hanno anche<br />
imposto il ritorno <strong>della</strong> mafia.<br />
3 - Politica Sociale. Lo Stato ed una buona politica devono tendere a realizzare il maggior grado<br />
possibile <strong>di</strong> giustizia sociale per avere il massimo possibile <strong>di</strong> pace sociale. E questo non per<br />
adeguarsi a un astratto principio <strong>di</strong> uguaglianza che non esiste in natura e nemmeno tra gli uomini,<br />
ma per perseguire fini alti e nobili che sono quelli dell’elevazione morale e culturale <strong>di</strong> tutto un<br />
popolo. I lavoratori devono partecipare alla vita <strong>delle</strong> imprese (pubbliche e private) con l’ingresso<br />
dei loro rappresentanti nei consigli <strong>di</strong> amministrazione e negli organi <strong>di</strong> controllo. Forse, se questo<br />
fosse accaduto per “Alitalia”, oggi non ci troveremmo nella presente situazione che, grazie a<br />
Berlusconi, finiremo per pagare tutti quanti. Anche la finanza e il capitalismo devono trovare dei<br />
confini invalicabili e devono essere richiamati alla loro funzione sociale. Oggi siamo al capitalismo<br />
e alla finanza senza patria né regole, i cui padroni sono i moderni usurai. Quin<strong>di</strong> la necessità <strong>della</strong><br />
rappresentanza <strong>della</strong> realtà sociale italiana - lavoro, cultura, impresa autentica, arte, scienza,<br />
professioni e mestieri - nelle se<strong>di</strong> istituzionali repubblicane. Altro che ri<strong>di</strong>colo e dannoso Senato<br />
<strong>delle</strong> Regioni!<br />
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