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Il suicidio della Destra - Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse

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CI VORREBBE UN “MOVIMENTO<br />

DI LIBERAZIONE NAZIONALE”<br />

E NON UN “KU-KLUX-KLAN” DEI POVERI<br />

Mancheremmo ai nostri compiti se non parlassimo anche <strong>delle</strong> cose, ahimè piccole o piccolissime,<br />

che sono accadute o, meglio, non sono accadute, nella nostra area.<br />

D’accordo, è una area marginale che non può incidere in modo rilevante sugli eventi e sulla politica,<br />

la piccola politica, <strong>di</strong> questo paese. Ma, purtroppo ci è venuto il sospetto che non ci sia neppure la<br />

volontà <strong>di</strong> contare qualcosa da parte <strong>di</strong> coloro che si sono autoproclamati rappresentanti dell’intero<br />

ambiente.<br />

Avevamo salutato con entusiasmo l’annuncio <strong>della</strong> possibilità <strong>di</strong> dare vita ad una unica lista per le<br />

elezioni europee dello scorso giugno. Non ci sfuggivano le <strong>di</strong>fficoltà, la dovuta gradualità nel<br />

processo, le necessarie tappe interme<strong>di</strong>e, le resistenze e le <strong>di</strong>ffidenze <strong>di</strong> chi, abituato da troppo<br />

tempo a guardare piccole realtà al microscopio, si illudeva <strong>di</strong> vedere una montagna dove invece<br />

c’era un sassolino ed una foresta dove c’era solo un arbusto.<br />

Ma sapevamo anche che quella era la strada, l’unica e forse l'ultima, per ridare <strong>di</strong>gnità e futuro alla<br />

nostra storia.<br />

Ci siamo impegnati anche al <strong>di</strong> là <strong>delle</strong> nostre possibilità umane, fisiche e politiche. Abbiamo finto<br />

<strong>di</strong> non vedere ciò che ci veniva sbattuto davanti agli occhi. Abbiamo ingoiato rospi come se fossero<br />

squisite tartine. Ma alla fine abbiamo dovuto arrenderei e ritirarci.<br />

Cercavamo <strong>di</strong> dare vita e spinta ad una forza politica che non si rifugiasse nei como<strong>di</strong> e pigri<br />

nostalgismi, nel folklore, nel reducismo, nel commemorazionismo, nel ritualismo, ma volesse essere<br />

partecipe ed attiva nel presente sui temi politici e sociali <strong>di</strong> oggi, nella grande politica, insomma.<br />

Tutto questo ci è scivolato tra le <strong>di</strong>ta come sabbia. Difficile far pensare in grande chi è abituato al<br />

piccolo!<br />

Risultato? L'unificazione non c’è stata, moltissimi non sono andati a votare o hanno votato a caso,<br />

ed ora abbiamo due signori che hanno risolto i loro problemi per i prossimi cinque anni,<br />

approdando, più o meno per il rotto <strong>della</strong> cuffia, al parlamento europeo.<br />

Ma, si provi ad immaginare che cosa sarebbe accaduto se una lista unitaria avesse superato, come<br />

tutti i sondaggi in<strong>di</strong>cavano, la soglia del tre per cento. I riflessi sulla situazione italiana, sui due poli,<br />

sulle forze interne ad essi, sarebbero stati imme<strong>di</strong>ati e devastanti. Invece ci hanno costretto a fare il<br />

tifo per Follini, Dio ci perdoni!<br />

Le cose sono andate come sono andate, e i rimpianti e le recriminazioni a questo punto non servono<br />

a nulla. Per fortuna in politica non esiste l’ultima spiaggia e ciò che oggi sembra impossibile,<br />

domani può <strong>di</strong>ventare possibile e dopo domani probabile.<br />

Cosa fare allora? E l’occasione potrebbe esserci abbastanza presto. Sì, proprio dopo le elezioni<br />

suppletive dello scorso ottobre che a Milano hanno registrato il nostro personale <strong>di</strong>sastro per il<br />

quale ci assumiamo tutte intere le nostre responsabilità senza invocare alcuna attenuante.<br />

L’ormai famoso sette a zero, tuttavia, dovrebbe insegnare qualcosa.<br />

Oltre alla crisi ormai cronica <strong>della</strong> Casa <strong>delle</strong> Libertà, oltre all’ennesima vittoria del centro-sinistra,<br />

oltre al fallimento <strong>di</strong> “questa” democrazia che lascia a casa il 60% degli elettori, sono evidenti due<br />

dati.<br />

<strong>Il</strong> primo: sei can<strong>di</strong>dati a Milano fuori degli schieramenti sono forse troppi ma sono anche la palese<br />

prova <strong>di</strong> un malessere che corrode il sistema politico italiano.<br />

I Movimenti, alcuni dei quali monotematici o quasi, manifestano esigenze e realtà che il<br />

bipolarismo non riesce a sod<strong>di</strong>sfare e che, anzi, con le sue scelte, manda <strong>di</strong> fatto all’opposizione del<br />

sistema milioni <strong>di</strong> Italiani.<br />

Questo “Fronte del No” ha raccolto, dove era presente, percentuali ragguardevoli che potrebbero<br />

in<strong>di</strong>care nuove vie da battere.<br />

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