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Il suicidio della Destra - Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse

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6 - SARÀ IL TERRORISMO MAFIOSO<br />

A DARE UNA MANO AI VECCHI PARTITI<br />

E’ proprio vero che il sistema in <strong>di</strong>sfacimento non è più in grado <strong>di</strong> dare risposte a quanto è<br />

accaduto, accade e accadrà ancora, a seguito <strong>di</strong> Tangentopoli?<br />

È così sicuro che nessuno sia più nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> contrastare l’“effetto domino” che si è<br />

determinato a partire dal fati<strong>di</strong>co 17 febbraio 1992? Non parliamo, ovviamente, <strong>di</strong> risposte<br />

politiche. La risposta politica alla quale alludeva Di Pietro, e prima <strong>di</strong> lui Gherardo Colombo, non<br />

verrà dal sistema e abbiamo la netta sensazione che i giu<strong>di</strong>ci dovranno rassegnarsi a faticare ancora<br />

per molto tempo.<br />

Ciò <strong>di</strong> cui invece abbiamo timore è che possano venire altre risposte; risposte nel solco <strong>della</strong><br />

tra<strong>di</strong>zionale capacità del sistema <strong>di</strong> mobilitare, nei momenti più delicati e pericolosi, tutto<br />

l’armamentario <strong>di</strong> apparati palesi e occulti che, nel passato, sono serviti a <strong>di</strong>stogliere l’attenzione<br />

<strong>della</strong> gente comune dalle manifestazioni più evidenti e nauseanti dello sfascio che ci stava davanti.<br />

Bombe, terrorismo, criminalità organizzata, massoneria, complicità internazionali hanno costituito<br />

gli strumenti per alimentare quella strategia <strong>della</strong> tensione permanente creata, alimentata e utilizzata<br />

per allontanare la resa dei conti.<br />

Ora, certo, la situazione è del tutto <strong>di</strong>versa da quelle che abbiamo vissuto nel passato. Ma al Sud?<br />

Al Sud la Lega non ha ancora saputo o voluto darsi una organizzazione efficiente. C’è, è vero, la<br />

Rete che potrebbe essere cre<strong>di</strong>bile se non fosse per una persistente mentalità catto-leninista che<br />

finisce o finirà per limitarne moltissimo la possibilità <strong>di</strong> aggregare tutti coloro che, pur essendo<br />

uomini-contro, non intendono (politicamente) battezzarsi, cresimarsi, fare la prima comunione e,<br />

magari, contrarre vincolo <strong>di</strong> matrimonio per la vita intera. E c’è anche il Msi, apparentemente in<br />

grado <strong>di</strong> raccogliere la protesta, ma troppo “partito” nel senso vecchio e tra<strong>di</strong>zionale del termine e<br />

troppo con<strong>di</strong>zionato da vecchi tromboni e giovani trombette per poter <strong>di</strong>ventare il soggetto politico<br />

“nuovo” <strong>della</strong> politica meri<strong>di</strong>onale.<br />

E’ in questo quadro politico e sociale, profondamente <strong>di</strong>sgregato da quarant’anni <strong>di</strong> politica<br />

clientelare retta a mezzadria tra partitocrazia, criminalità organizzata e affarismo impren<strong>di</strong>toriale,<br />

che sono possibili e ipotizzabili estremi e pericolosi conati per prolungare l’esistenza del malaffare<br />

<strong>di</strong> sistema che ha con<strong>di</strong>zionato la nostra storia più recente.<br />

I sintomi ci sono tutti. E il caso Contrada, con tutti gli altri Contrada ancora non scoperti, la <strong>di</strong>ce<br />

lunga sui “lavoretti” <strong>di</strong> tanti apparati dello Stato che, quando vengono presi con le mani nel sacco,<br />

<strong>di</strong>ventano “deviati”, ma tali non sono e non sono mai stati perché rispondevano perfettamente a una<br />

certa logica <strong>di</strong> esercizio e <strong>di</strong> mantenimento del potere.<br />

Ci preoccupano anche certe denunce sulle possibili rie<strong>di</strong>zioni del terrorismo rosso o nero al Sud<br />

come quella del ministro Mancino che, in una certa ottica, sembra essere la ricerca preventiva <strong>di</strong> un<br />

alibi per quello che potrebbe accadere. Parliamoci chiaro: da Portella <strong>delle</strong> Ginestre, all’assassinio<br />

<strong>di</strong> Giuliano, dalla morte <strong>di</strong> Mattei ai tanti “suici<strong>di</strong>” eccellenti (uomini dei servizi, Sindona, Calvi<br />

ecc.); dai “misteri” <strong>di</strong> Ustica ai servizi nelle mani <strong>delle</strong> varie P2; dalla mafia alle stragi <strong>di</strong>chiarate<br />

mafiose come quelle <strong>di</strong> Falcone, <strong>di</strong> Borsellino e degli uomini <strong>delle</strong> scorte o dello stesso Lima,<br />

attribuiti a quello straccio <strong>di</strong> uomo che risponde al nome <strong>di</strong> Totò Riina ci hanno abituati a tali e<br />

tante nefandezze, da nutrire il fondato sospetto che sia proprio il Sud il nuovo terreno <strong>di</strong><br />

sperimentazione <strong>di</strong> una nuova strategia <strong>della</strong> tensione in grado <strong>di</strong> far ingoiare agli italiani qualche<br />

soluzione <strong>di</strong> sistema per Tangentopoli. Non è un mistero per nessuno che al Sud stanno arrivando<br />

dai posti più <strong>di</strong>sparati armi ed esplosivi. Lo denuncia il dottor Vigna da Firenze. Si alimenta<br />

l’ipotesi <strong>di</strong> un nuovo separatismo (chi lo farebbe? con quali mezzi? con quali scopi?), da<br />

contrapporre al <strong>di</strong>scorso federalista <strong>della</strong> Lega e che servirebbe a spaventare i benpensanti al Nord e<br />

a ricondurre sotto le ali <strong>della</strong> partitocrazia i sud<strong>di</strong>ti del Sud.<br />

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