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Il suicidio della Destra - Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse

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7 - SCIOGLIETE LE VOSTRE<br />

“ASSOCIAZIONI A DELINQUERE”<br />

Se “Bonjour Tristesse” Martinazzoli e il dottor Benvenuto (a Santo Domingo), possedessero ancora<br />

un briciolo <strong>di</strong> buon gusto e, soprattutto, una parvenza <strong>di</strong> amore verso questo Paese, chiederebbero<br />

alle reti Rai <strong>di</strong> loro rispettiva spettanza un quarto d’ora <strong>di</strong> tempo per annunciare agli italiani la<br />

decisione <strong>di</strong> autosciogliere i loro partiti.<br />

Qualche anno fa, l’allora deputato ra<strong>di</strong>cale Gianluigi Melega, si fece espellere dall’aula <strong>di</strong><br />

Montecitorio per avere urlato che si doveva mettere sotto processo la Dc perché era una<br />

associazione per delinquere. Fu presa come la solita becera provocazione ra<strong>di</strong>cale.<br />

Ora sappiamo che Melega era rimasto abbondantemente al <strong>di</strong> sotto <strong>della</strong> realtà, non contestando al<br />

partito <strong>di</strong> maggioranza relativa il 416 bis del Co<strong>di</strong>ce penale che contempla, appunto, l’associazione<br />

per delinquere <strong>di</strong> stampo mafioso. Facciamo un po’ <strong>di</strong> conti.<br />

Andreotti, l’uomo simbolo <strong>di</strong> cinquant’anni <strong>di</strong> potere, indagato per collusioni mafiose, Gava, ex<br />

ministro dell’Interno indagato per associazione camorristica nonostante i numerosi by-pass fatti a<br />

Houston (Texas, Usa), Cirino Pomicino, ex ministro del Bilancio idem come sopra, il vice<br />

presidente <strong>della</strong> Camera D’Acquisto, sospettato <strong>di</strong> collegamenti mafiosi, e potremmo proseguire<br />

all’infinito, per non parlare <strong>di</strong> quel rottame politico che è <strong>di</strong>ventato il Psi dell’ex “lider maximo”<br />

Bettino (Turatello, Epaminonda e compagnia cantante non vi <strong>di</strong>cono nulla compagni socialisti?) e <strong>di</strong><br />

quelle cacchette <strong>di</strong> mosca che sono Pli, Pri e Ps<strong>di</strong>. Avevamo netta la sensazione che i nostri (si fa<br />

per <strong>di</strong>re!) rappresentanti a Montecitorio soffrissero <strong>della</strong> famosa sindrome <strong>della</strong> moglie cinese che,<br />

come è noto, devi picchiare appena arrivi a casa dato che tu non sai perché la stai menando ma lei<br />

sicuramente sì, ma mai avremmo pensato che gli strilli che avevano lanciato per l’inchiesta sul<br />

cosiddetto voto <strong>di</strong> scambio servissero, in realtà, a tentare <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re che si facesse un po’ <strong>di</strong> luce su<br />

altre più “sostanziose” vicende. Inten<strong>di</strong>amoci bene: non è che noi riusciamo a immaginare Andreotti<br />

che si fa pungere il <strong>di</strong>to da qualche mafioso per il giuramento <strong>di</strong> sangue (con il rischio Aids, poi…!)<br />

o che bacia sulla bocca (che schifo...!) qualche altro “coppoluto”, ma che l’ex <strong>di</strong>vino Giulio possa<br />

essere stato il supremo garante <strong>di</strong> quel patto tra spezzoni <strong>di</strong> Stato, mondo politico e mafia che ha<br />

contrassegnato 50 anni <strong>di</strong> vita italiana e le cui ra<strong>di</strong>ci affondano negli accor<strong>di</strong> presi ai tempi dello<br />

sbarco alleato in Sicilia, questo non soltanto è cre<strong>di</strong>bile ma del tutto evidente. Ci viene alla mente il<br />

volto teso, grigio, livido <strong>di</strong> Andreotti al funerale <strong>di</strong> Lima. Non c’era commozione, come qualcuno,<br />

frettolosamente scrisse in quella occasione, bensì paura e preoccupazione. <strong>Il</strong> messaggio contenuto<br />

nella morte <strong>di</strong> Lima era arrivato a destinazione e chi doveva capire aveva capito. Quando Andreotti<br />

elenca i meriti suoi e del suo governo nella cosiddetta lotta alla mafia, altro non fa se non spiegare<br />

le ragioni vere <strong>della</strong> morte <strong>di</strong> Lima. Lui e il suo governo non erano più nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

assicurare impunità alle cosche. <strong>Il</strong> clima stava cambiando. Carnevale non poteva più fare il bello e il<br />

cattivo tempo alla Cassazione, si stava manifestando un cambiamento <strong>di</strong> clima in Sicilia e in tutta<br />

Italia, gli equilibri internazionali (il cui garante era stato per decenni proprio lui) stavano saltando.<br />

Ma “quelli” non vollero o non poterono capire e gli buttarono tra i pie<strong>di</strong> il cadavere <strong>di</strong> Lima e poi,<br />

tanto per far comprendere che facevano proprio sul serio, arrivarono le uccisioni <strong>di</strong> Falcone e<br />

Borsellino, Non basteranno i patetici ritrattini sulla sua devozione religiosa, sulle Pie Suore <strong>di</strong><br />

Cortina, sulla sua frugalità (a tavola), sulle sue battute <strong>di</strong> spirito, ad allontanare dal suo capo e dalla<br />

sua schiena curva il peso dei segreti, le ombre del sospetto.<br />

Ragazzi miei, qui si tratta dei più sanguinosi misteri d’Italia, da Sindona a Calvi, da Pecorelli a<br />

Dalla Chiesa, dall’uso dei servizi segreti nelle stragi ai tanti fantomatici “golpes” agitati come<br />

spauracchio, dal ruolo <strong>della</strong> massoneria alle gran<strong>di</strong> operazioni finanziarie internazionali.<br />

Siamo stati governati da bande <strong>di</strong> ladri e <strong>di</strong> assassini che si sono riunite in associazioni denominate<br />

partiti politici e che hanno dettato le leggi in questo nostro povero Paese a loro piacimento e senza<br />

rischiare nulla. Adesso se ne vadano tutti a casa e, magari, qualcuno in galera. Ci liberino <strong>della</strong> loro<br />

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