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Il suicidio della Destra - Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse

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CARA DANIELA SANTANCHE’, ORA TI SPIEGO<br />

CHE COSA VUOL DIRE ESSERE DI DESTRA…<br />

Cara Daniela, le cose che sto per scriverti te le avrei dette a voce se tu avessi trovato il tempo per<br />

quel colloquio che ti avevo chiesto dopo la “bizzarra” riunione alla quale ho partecipato<br />

all’indomani del risultato elettorale <strong>di</strong> aprile. Ma questo colloquio non è mai avvenuto.<br />

Troppi i tuoi impegni: per lo stu<strong>di</strong>o dei flussi del voto alla <strong>Destra</strong>; per la preparazione al quesito<br />

referendario (ma ti pare davvero il caso <strong>di</strong> riaprire le “case chiuse” in un paese che non è finito “a<br />

puttane” ma “alle puttane”?); per la partecipazione al favoloso e raffinato matrimonio <strong>di</strong> Briatore,<br />

con quel tuo spettacolare cappello che ha strappato gridolini d’ammirazione in quel ricercato dandy,<br />

ex comunista durissimo e purissimo folgorato, sulla via <strong>della</strong> Fiat <strong>di</strong> Agnelli prima, e su quella <strong>di</strong><br />

Arcore poi, che risponde al nome <strong>di</strong> Carlo Rossella; e infine per tenere a bada quegli orsi <strong>di</strong> Storace<br />

e Buontempo.<br />

Pazienza! Capisco e mi adeguo, anche perché non ho nessun motivo <strong>di</strong> risentimento nei tuoi<br />

confronti. Al contrario, ti ringrazio per la determinazione con la quale hai condotto la campagna<br />

elettorale almeno fino all’ultima settimana; quella del “darla o non darla”, <strong>delle</strong> posizioni<br />

“orizzontali e verticali” e <strong>della</strong> improbabile e poco cre<strong>di</strong>bile <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> ciò che tu pensi sia stato il<br />

Fascismo.<br />

Parte del risultato, buono a mio parere, è dovuto alle tue capacità <strong>di</strong> apparire, <strong>di</strong> esserci, <strong>di</strong><br />

comunicare, specie nelle due trasmissioni <strong>di</strong> Michele Santoro, cui dovresti mandare un gran mazzo<br />

<strong>di</strong> fiori. Per intenderci non nutro verso la tua persona quell’astio che invece provo per la nipotina<br />

Scicolone-Mussolini. Quando una come lei, senza colpe ma anche senza alcun merito, si trova a<br />

portare il peso <strong>di</strong> quel nome, per il quale centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> italiani, da una parte e dall’altra,<br />

sono andati a morire, ha il dovere morale <strong>di</strong> non sputtanarlo con un comportamento da pescivendola<br />

napoletana.<br />

Se avessimo avuto quel colloquio, Daniela, ti avrei consigliato <strong>di</strong> tornare rapidamente a casa: quella<br />

<strong>di</strong> Berlusconi, si intende, dal quale hai ricevuto un imprinting assolutamente indelebile.<br />

Avresti potuto, e ancora potresti, trovare una sponda utile in Ignazio La Russa, con il quale hai<br />

avuto un lungo rapporto, credo proficuo per entrambi.<br />

Ve<strong>di</strong>, cara Daniela, quella dell’MSI e <strong>della</strong> destra italiana, non è la tua storia e cercare <strong>di</strong><br />

attribuirtela non è cre<strong>di</strong>bile. E suona anche un po’ ri<strong>di</strong>colo. Per età ed esperienze vissute, io sono il<br />

primo a sapere che “quella” storia è fatta <strong>di</strong> luci e <strong>di</strong> ombre, <strong>di</strong> cose poco nobili e forse anche<br />

vergognose, <strong>di</strong> vicende oscure, ma anche <strong>di</strong> pagine esaltanti, <strong>di</strong> passioni genuine, <strong>di</strong> sangue versato,<br />

<strong>di</strong> slanci <strong>di</strong>sinteressati, <strong>di</strong> comunanza con il popolo italiano e <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>camento nella nostra cultura.<br />

E’, insomma, la “nostra” storia e, come tale, ce la dobbiamo tenere tutta intera (delitti compresi),<br />

cercando <strong>di</strong> nobilitarla, buttando alle ortiche tutto ciò che è legato al folklore, alle contingenze<br />

storiche; <strong>di</strong>menticando le stupide e acritiche riven<strong>di</strong>cazioni, i pellegrinaggi turistici, le<br />

commemorazioni vuote e retoriche, per salvare invece principi e valori fondanti, intuizioni politiche<br />

che, cre<strong>di</strong>mi, continuano ad essere attuali, persino rivoluzionarie.<br />

D’altra parte, se a quasi tutti - religioni, ideologie politiche, teorie economiche - è consentito <strong>di</strong><br />

sbarazzarsi senza problemi <strong>delle</strong> pagine più imbarazzanti e vergognose del proprio passato con<br />

<strong>di</strong>sinvolte autocritiche ed ancor più <strong>di</strong>sinvolte auto-assoluzioni, perché solo noi dovremmo<br />

condannare in toto e in blocco ottant’anni <strong>di</strong> storia italiana?<br />

Anche nella ributtante contabilità dei milioni <strong>di</strong> morti potremmo avere le carte in regola per <strong>di</strong>re la<br />

nostra.<br />

Quali possono essere i punti fondanti per una moderna azione politica <strong>della</strong> destra italiana?<br />

Provo ad elencarteli in rapida sintesi.<br />

1 - Sovranità, <strong>di</strong>gnità e in<strong>di</strong>pendenza dell’Italia proiettate nell’idea-forza (la forza del mito) <strong>di</strong><br />

un’Europa unita, forte economicamente e militarmente, conscia del proprio ruolo e che torni ad<br />

essere protagonista sulla scena mon<strong>di</strong>ale. Ciò significa anche che non possiamo più essere il<br />

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