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Il suicidio della Destra - Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse

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veniva a Montecitorio cercando <strong>di</strong> risultare simpatico. Urso invece era stato l’addetto stampa <strong>di</strong><br />

Rauti (in quota Mennitti) nel 1990. Intelligente, anche se parlava con tono <strong>di</strong> voce così basso che<br />

era <strong>di</strong>fficile capirlo. Diceva “tera”, “guera”, “bira”, etc. etc.<br />

Dopo la vittoria <strong>di</strong> Berlusconi alle politiche del 2008 solo a Storace non toccò niente. Per La <strong>Destra</strong>,<br />

<strong>di</strong> cui non le fregava niente, solo la Santanchè, qualche tempo dopo, passò all’incasso con<br />

Berlusconi <strong>di</strong>ventando sottosegretario. Dopo averlo accusato <strong>di</strong> volere tutte le donne solo in<br />

posizione orizzontale, dopo le elezioni si è riavvicinata al Cavaliere fin dal giorno dopo il voto.<br />

Bisignani ha molto brigato per lei. Poi è arrivato Alessandro Sallusti, il <strong>di</strong>rettore del “Giornale”: si è<br />

dato completamente a quella mangiatrice <strong>di</strong> uomini con l’hobby <strong>delle</strong> famiglie. Basta guardare<br />

com’è sempre più pallido, ogni giorno che passa. Storace ha approfittato del ritorno <strong>della</strong><br />

“pecorella” Daniela nell’ovile <strong>di</strong> Arcore per riempire con uno dei suoi almeno una casella negli<br />

ultimi mesi <strong>di</strong> vita del governo Berlusconi: Nello Musumeci è stato nominato sottosegretario. E’<br />

uno che è come una meteora. Se non guar<strong>di</strong> il cielo, non la ve<strong>di</strong>.<br />

E torniamo ai La Russa. Per le più <strong>di</strong>verse circostanze, in questi anni ho avuto più volte l’occasione<br />

<strong>di</strong> scrivere sulla “Famiglia”, anzi, sulla “Famigghia”. <strong>Il</strong> “capostipite” è Antonino La Russa. Dalla<br />

sua unione con Concettina Maria, avvenuto nella natìa Paternò, provincia <strong>di</strong> Catania, il 6 ottobre<br />

1937, sono nati quattro figli: a luglio 1938 arrivò il primogenito, Vincenzo, <strong>di</strong>eci anni dopo toccò a<br />

Ignazio Benito Maria, poi a Emilia e infine a Romano Maria.<br />

A darmi lo spunto a scrivere <strong>di</strong> loro sono stati alcuni singolari episo<strong>di</strong>, come ad esempio la storia<br />

del necrologio de<strong>di</strong>cato alla madre del futuro ministro <strong>della</strong> <strong>di</strong>fesa. Quando la signora venne a<br />

mancare, 6 maggio 2004, pochi mesi prima del marito, sul “Giornale” fu pubblicato tra gli altri una<br />

partecipazione al lutto a pagamento che abbinava il nome <strong>di</strong> Concettina Maria Oliveri in La Russa a<br />

un cognome che la defunta in realtà non aveva, ma che risultava essere molto “pesante” e scomodo<br />

e fece andare su tutte le furie gli esponenti del clan. Si trattava <strong>di</strong> un errore, probabilmente voluto, o<br />

forse no. <strong>Il</strong> cognome aggiunto era: Virgillito. L’ignoto autore (mancava qualsiasi in<strong>di</strong>cazione <strong>della</strong><br />

firma) ricordava, commosso, la defunta Concettina Maria “Virgillito” in La Russa. A molti,<br />

soprattutto <strong>della</strong> famiglia, quel richiamo al cognome Virgillito suonò come una sorta <strong>di</strong><br />

“messaggio” trasversale ai La Russa e un modo per segnalare pubblicamente i legami, che per<br />

lunghi anni si era cercato <strong>di</strong> cancellare, con quel cognome evidentemente ritenuto ingombrante<br />

perfino dai figli <strong>della</strong> defunta e anche dal consorte rimasto vedovo. Tutti loro non mancarono <strong>di</strong><br />

manifestare il gra<strong>di</strong>mento all’autore, forse in assoluta buona fede – ma che fu rintracciato attraverso<br />

gli uffici amministrativi del “Giornale” - <strong>di</strong> quel necrologio che la Famiglia evidentemente riteneva<br />

così fasti<strong>di</strong>oso. Ho saputo da fonte certa che Ignazio era furibondo per questa iniziativa (voluta?<br />

casuale?) che collegava la sua famiglia al “<strong>di</strong>sinvolto” finanziere degli anni ’40.<br />

In realtà era tutto vero, non c’era niente da nascondere. Michelangelo Virgillito, un controverso<br />

personaggio che a vent’anni aveva lasciato la natìa Paternò per fare fortuna a Milano, va<br />

considerato a tutti gli effetti il fondatore <strong>della</strong> “<strong>di</strong>nastia” dei La Russa, l’artefice <strong>delle</strong> loro fortune<br />

economiche e <strong>della</strong> loro rete <strong>di</strong> relazioni <strong>di</strong> potere. E quin<strong>di</strong> un minimo <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne postuma<br />

l’avrebbe certo meritata invece <strong>di</strong> tanta irritazione.<br />

A parte quell’episo<strong>di</strong>o curioso, per capire fino in fondo gli atteggiamenti <strong>di</strong> Ignazio La Russa,<br />

bisogna sempre fare riferimento agli interessi del suo clan. La “Famiglia” (Virgillito-La Russa)<br />

nasce a Paternò, ma il centro dei suoi interessi si sposta e si ramifica nel capoluogo lombardo.<br />

Virgillito, nato a Paternò nel 1901 e morto a 76 anni a Milano, è stato ed è definito “impren<strong>di</strong>tore e<br />

filantropo”. Figlio <strong>di</strong> Domenico e Provvidenza Bonaccorsi – dunque, i nonni materni <strong>di</strong> Ignazio La<br />

Russa e dei suoi fratelli -, Michelangelo fin da ragazzo mostrò ingegno e inventiva. Qualche anno<br />

dopo la fine <strong>della</strong> prima guerra mon<strong>di</strong>ale lasciò la provincia <strong>di</strong> Catania per emigrare a Milano.<br />

Cominciò a lavorare nel commercio <strong>di</strong> materiali ferrosi e scarti <strong>di</strong> rottami. I guadagni erano buoni e,<br />

insieme ad altri finanziamenti, venivano subito reinvestiti nell’acquisto <strong>di</strong> immobili, soprattutto<br />

cinematografi: prima la sala <strong>di</strong> via Cimarosa poi nel 1925 un altro locale in via Farini, due anni<br />

dopo il cinema “Principe” <strong>di</strong> viale Bligny.<br />

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