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Il suicidio della Destra - Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse

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che solo il due per cento usa il treno e solo il tre la metropolitana per spostarsi, si appassionano alle<br />

scalate <strong>delle</strong> banche e del maggior quoti<strong>di</strong>ano italiano. E se incontrano nei mezzanini <strong>delle</strong><br />

metropolitane o fuori dalle stazioni qualcuno con un tavolino e tre carte coperte, lo salutano con<br />

deferenza. Potrebbe essere il Governatore <strong>della</strong> Banca d’Italia.<br />

In mezzo a tutte queste quisquilie c’è, per fortuna, qualcuno che si occupa <strong>di</strong> cose serie ed<br />

importanti. E’ Francesco Damato, ex <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>ani, ex notista politico e forse anche ex<br />

giornalista che, dalle colonne de “il Giornale” <strong>di</strong> giovedì l settembre affronta con fiero cipiglio una<br />

questione <strong>di</strong> vitale importanza.<br />

Riassumiamo per chi si fosse persa la vicenda. Pare che Piero Ottone, ex <strong>di</strong>rettore del “Corriere<br />

<strong>della</strong> Sera” negli anni settanta, ed oggi penna <strong>di</strong> punta <strong>della</strong> “Repubblica”, si sia macchiato <strong>di</strong> un<br />

delitto gravissimo: ha parlato bene <strong>di</strong> Mussolini. Ha confessato <strong>di</strong> essersi emozionato nel vedere, in<br />

una trasmissione televisiva, le immagini <strong>di</strong> Mussolini all’inaugurazione <strong>di</strong> Aprilia. Ed è andato<br />

ancora più in là, definendo bella impresa quella <strong>di</strong> aver creato comuni dove c’erano prima le palu<strong>di</strong><br />

pontine. Ha inoltre aggiunto che Mussolini parlava e scriveva bene e, soprattutto, manteneva le<br />

promesse. Lo ha detto a “Repubblica” che ha così commentato: “Nel ventennio l’Italia si era<br />

industrializzata, l’IRI nei primi anni era una cosa seria, la bonifica <strong>delle</strong> palu<strong>di</strong> fu un’opera<br />

meritoria ed i treni, se non altro, erano puntuali”.<br />

Noi, se non temessimo <strong>di</strong> turbare i sonni <strong>di</strong> Francesco Damato, potremmo aggiungere all’elenco<br />

anche l’Enciclope<strong>di</strong>a Italiana, l’Accademia d’Italia, il CNR, Cinecittà, l’Eiar, la Mostra <strong>di</strong> Venezia,<br />

il Co<strong>di</strong>ce Rocco, la Previdenza sociale, le Colonie ed i treni popolari, l’EUR, le Autostrade, l’Agip,<br />

la Flotta Aerea e quella Navale.<br />

Ma la più grande colpa <strong>di</strong> Ottone e <strong>di</strong> “Repubblica” agli occhi <strong>di</strong> Damato è stata quella <strong>di</strong> aver<br />

paragonato le realizzazioni <strong>di</strong> Mussolini a quelle <strong>di</strong> Berlusconi, concludendo che non c’era partita.<br />

Ci mancherebbe altro, aggiungiamo noi: sarebbe come paragonare Maria Goretti a <strong>Il</strong>ona Staller!<br />

Non vogliamo fare altri commenti. Nostalgico dell’antifascismo, Damato si deve guadagnare la<br />

pagnotta e lo fa nel modo che più gli è congeniale, da ex craxiano (quando Craxi era potente,<br />

s’intende) e da attuale lacchè, con una leccatina da una parte (a Fedele Confalonieri) ed una<br />

dall'altra, a Egi<strong>di</strong>o Sterpa. Da lui citato come luminoso esempio <strong>di</strong> “vero” liberale.<br />

Qui però Damato prende un abbaglio clamoroso. Egi<strong>di</strong>o Sterpa non è stato sempre liberale. Negli<br />

anni giovanili era un purissimo fascista che apparteneva ai FAR (Fasci <strong>di</strong> Azione Rivoluzionaria).<br />

Finì anche in galera e solo quando ne uscì si scoprì liberale. Probabilmente anche lui teneva,<br />

“longanesianamente”, famiglia.<br />

P.S. Non vorremmo provocare un altro “sturbo” a Damato, ma proprio su “il Giornale” <strong>di</strong> sabato<br />

10 settembre, Francesco Cossiga <strong>di</strong>ce che ci sono stati quattro gran<strong>di</strong> uomini <strong>di</strong> Stato <strong>della</strong> Storia<br />

Italiana: Cavour, Giolitti, De Gasperi e Mussolini. Prosit! (luglio-ottobre 2005)<br />

NOI E GLI USA: SI DEVE INFORMARE<br />

UN SERVO DI QUELLO CHE FA IL PADRONE?<br />

In Italia tutto bene. <strong>Il</strong> segretario nazionale <strong>di</strong> una dozzina <strong>di</strong> partiti politici italiani, car<strong>di</strong>nal Ruini,<br />

traccia il solco e quasi tutti corrono ad adeguarsi, così a destra come a sinistra. Parlare <strong>di</strong> Stato Etico<br />

è come pronunciare una bestemmia. I valori civili e morali, ci vengono dettati da oltre le mura<br />

vaticane e le istituzioni repubblicane, magari al termine <strong>di</strong> qualche debole contorcimento,<br />

obbe<strong>di</strong>scono.<br />

Ritrovare qualche labile traccia <strong>di</strong> Giovanni Gentile, che non esitò a pronunciarsi contro il<br />

Concordato, è totalmente impossibile, oggi ad<strong>di</strong>rittura inimmaginabile.<br />

Ormai non c’è argomento che investa le prerogative dello Stato italiano su cui non si registri, con<br />

puntualità cronometrica, la pesante interferenza del Pontefice e dei suoi delegati. La Politica, quella<br />

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