Il suicidio della Destra - Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse
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L’EUROPA: UN GIGANTE ECONOMICO,<br />
UN NANO POLITICO, UN “VERME” MILITARE<br />
Qualche tempo fa si <strong>di</strong>ceva che l’Europa era un gigante economico, un nano politico ed un verme<br />
dal punto <strong>di</strong> vista militare. <strong>Il</strong> gigante si è impicciolito per la crisi economica e per i colpi inferti<br />
dagli USA, dalla Cina e dall’In<strong>di</strong>a e per le conseguenze dell’avvento dell’Euro.<br />
Già, l’Euro, salutato dai nostri soloni politici ed economici come il salvatore dei nostri destini<br />
produttivi, finanziari e non solo, si è rivelato ben presto per quello che effettivamente era: uno<br />
strumento nelle mani <strong>di</strong> burocrati e banchieri strutturalmente incapaci <strong>di</strong> comprendere le ansie, le<br />
speranze, le aspettative ed i patimenti <strong>di</strong> popoli e nazioni che devono vivere secondo le esigenze <strong>di</strong><br />
bilancio dei “signori <strong>della</strong> finanza”. E non, come invece dovrebbe accadere, secondo tra<strong>di</strong>zione,<br />
cultura, specificità e, perché no, volontà <strong>di</strong> sovranità, <strong>di</strong>gnità nazionale, in<strong>di</strong>pendenza ed orgoglio.<br />
L’Euro è un <strong>di</strong>sastro soprattutto per noi Italiani. Per le nostre famiglie, per i nostri pensionati, per i<br />
nostri giovani, per i nostri produttori e lavoratori. E non soltanto per la selvaggia e liberistica<br />
speculazione messa in atto da chi era nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> praticarla, benevolmente “ignorato” dai<br />
nostri liberisti governanti. Ma, anche e soprattutto, per le con<strong>di</strong>zioni che ha determinato sul piano<br />
interno ed internazionale per la nostra economia.<br />
Non abbiamo più una vera e grande industria ed i settori nei quali “tiravamo”, sono <strong>di</strong>ventati<br />
marginali e <strong>di</strong> segmento. Non esportiamo più, non siamo più competitivi e ora non possiamo<br />
nemmeno più svalutare per dare ossigeno alla nostra economia. Sentiamo i nostri “soloni” ripetere<br />
fino alla nausea, che l’Euro è stato una bene<strong>di</strong>zione per il nostro debito pubblico, dato che ha<br />
consentito la <strong>di</strong>minuzione e la stabilizzazione dei tassi <strong>di</strong> interesse e, pertanto, anche la possibile<br />
riduzione del debito stesso. Tutto teoricamente vero. Ma in pratica, le cose non sono andate<br />
esattamente così. A parte il piccolo particolare che il debito pubblico non è <strong>di</strong>minuito ma, anzi, è<br />
aumentato, va rilevato che il risparmio italiano, non più attratto dai BOT e dai CCT, si è in<strong>di</strong>rizzato<br />
prevalentemente verso il “mattone”, determinando così un aumento spropositato dei prezzi che si è<br />
riversato anche sugli affitti, contribuendo, in tal modo, al vertiginoso incremento del costo <strong>della</strong><br />
vita. Ma c’è <strong>di</strong> più: i mancati introiti da interessi sul risparmio, per le famiglie, hanno ulteriormente<br />
<strong>di</strong>minuito i consumi interni, allargando così la misura <strong>della</strong> nostra crisi strutturale. Davvero un<br />
bell’affare l’Euro!<br />
<strong>Il</strong> nano politico europeo, poi, si è trasformato in una sorta <strong>di</strong> gigantesca, informe ameba, priva <strong>di</strong><br />
identità comune, <strong>di</strong> valori comuni, <strong>di</strong> volontà comune, che rischia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare una trappoleria nella<br />
quale qualche patria abbandonata si scioglierà nel localismo e nell’autonomismo, fonte <strong>di</strong> ulteriori<br />
costose burocrazie e <strong>di</strong> egoismi regionali. L’Italia, da questo punto <strong>di</strong> vista, docet.<br />
Del “verme militare” non vale neppure la pena <strong>di</strong> parlare tale era e tale è rimasto. La crisi me<strong>di</strong>oorientale,<br />
quella nei Balcani, l’aggressione americana all'Iraq, sono lì a testimoniare la “volontà <strong>di</strong><br />
impotenza” <strong>di</strong> questa Europa.(marzo-<strong>di</strong>cembre 2004)<br />
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