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Il suicidio della Destra - Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse

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LA CINA È (PER FORTUNA) VICINA<br />

Non siamo più un popolo, non abbiamo più una patria, non siamo più una nazione, non siamo più<br />

uno stato, non siamo più neanche un paese.<br />

Ci troviamo con un Presidente del Consiglio che, ogni giorno che passa, assomiglia sempre <strong>di</strong> più<br />

ad un comico d’avanspettacolo degli anni ’30. Ci troviamo alle prese con dei partiti che si sono<br />

trasformati in masse gelatinose informi e spesso ripugnanti. Abbiamo un sistema finanziario e<br />

bancario che trasforma in pochi anni un oscuro e misterioso odontotecnico fallito, in un personaggio<br />

che tenta <strong>di</strong> impadronirsi del “Corriere <strong>della</strong> Sera”, appetitoso boccone fin dai tempi <strong>della</strong> P2, ed<br />

ancor più appetitoso oggi, visti i soli<strong>di</strong>ssimi legami tra politica, finanza, affari e malavita che<br />

nessuna inchiesta e nessuna volontà ha saputo troncare.<br />

Siamo <strong>di</strong>ventati il “luogo geometrico” <strong>di</strong> convergenza <strong>di</strong> brame fameliche che ogni giorno fanno<br />

<strong>di</strong>ventare un italiano miliardario (in euro), e altri centomila più poveri, sempre più poveri, in lire<br />

equivalenti.<br />

Non posse<strong>di</strong>amo più un vero sistema industriale ma facciamo finanza creativa, ingegneria<br />

economica, produciamo debiti per tutti: mutui, carte <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, piccole e comode rate mensili a<br />

tasso zero (finto), prestiti per tutti, per una massa sempre più i<strong>di</strong>ota felice e contenta. Mona<strong>di</strong><br />

impazzite che si commuovono per un ostaggio liberato e, subito dopo, accoltellano un automobilista<br />

al primo semaforo. Mona<strong>di</strong> che tra poco potrebbero <strong>di</strong>vidersi in mona<strong>di</strong> padane e mona<strong>di</strong> terrone,<br />

portando finalmente a conclusione il processo irreversibile <strong>di</strong> annientamento <strong>della</strong> comunità.<br />

E allora ben venga la Cina! Ci invada con i suoi prodotti, le sue scarpe, le sue magliette, le sue<br />

mele, i suoi pomodori, i suoi televisori, le sue automobili, i suoi telefonini.<br />

Come si poteva pensare che avrebbero continuato a fabbricare “Lacoste” o “Polo” a un dollaro<br />

facendo guadagnare 99 dollari ai furbi dell’Occidente? Come si poteva pensare che sarebbero<br />

rimasti buoni e tranquilli accontentandosi <strong>delle</strong> “lunghe marce”, <strong>delle</strong> “rivoluzioni culturali” e <strong>delle</strong><br />

nuotate <strong>di</strong> Mao?<br />

Abbiamo voluto il libero mercato mon<strong>di</strong>ale, il mondo globalizzato, la libera circolazione <strong>delle</strong><br />

merci? Abbiamo voluto l’uomo schiavo del consumismo, <strong>della</strong> produttività, <strong>della</strong> tecnologia? E<br />

allora becchiamoci il comunismo capitalista dei cinesi! E non illu<strong>di</strong>amoci <strong>di</strong> esportare laggiù il<br />

sindacalismo <strong>di</strong> casa nostra. Non è merce da esportazione. Là sanno quello che fanno: prima<br />

conquisteranno i nostri mercati, poi creeranno quello interno, ed è un mercato <strong>di</strong> un miliardo e<br />

trecento milioni <strong>di</strong> persone! Ed è giusto che sia così. Abbiamo la puzza sotto il naso e non<br />

riusciamo più a trovare il filo <strong>della</strong> nostra storia, la coscienza <strong>di</strong> noi stessi. Come <strong>di</strong>ceva il grande<br />

Celine: “Se <strong>di</strong> noi rimarrà la parola merda sarà gran cosa”. (marzo-giugno 2005)<br />

SE PIERO OTTONE PARLA BENE DI BENITO...<br />

L’estate è finita. Tra una bomba e l’altra, tra un aereo che cade e l’altro, tra un cataclisma naturale e<br />

l’altro, tra una guerra finita che continua e l’altra. Londra si è risvegliata molto meno multietnica,<br />

multireligiosa, tollerante. Le compagnie aeree sono sempre più schiave del mercato, dei costi e <strong>della</strong><br />

concorrenza. New Orleans (forse l’unica città americana con una storia ed una cultura) è sparita<br />

sotto l’effetto <strong>di</strong> un uragano annunciatissimo che nei quin<strong>di</strong>ci giorni precedenti aveva già colpito i<br />

Caraibi, Cuba, il Golfo del Messico. Nella città del Jazz sono stati lasciati al loro destino i poveri, i<br />

neri e gli anziani. Tanto, come ha “can<strong>di</strong>damente” detto mamma Bush, stavano già male.<br />

In Afganistan e in Iraq tutto bene: si continua a morire come prima. L’importante è che si voti.<br />

Come, perché e per che cosa non importa.<br />

<strong>Il</strong> prossimo anno si voterà anche in Italia. Ancora non sappiamo come e con quali contendenti.<br />

Pro<strong>di</strong> è il più acceso tifoso <strong>di</strong> Berlusconi e viceversa. Se cambiasse uno dei can<strong>di</strong>dati cambierebbe<br />

fatalmente anche l’altro. Gli italiani che, secondo Berlusconi, stanno tutti benissimo tanto è vero<br />

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