ITALIA JUDAICA. Atti del I Convegno internazionale. Bari 18-22 ...
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oli e cinquecentine, o per le carte di guardia di codici e di stampe; da qui<br />
deriva la speciale attnzione che va posta agli archivi notarili, dai quali ricaveremo<br />
un abbondante materiale che presenta caratteristiche peculiari, varianti<br />
da città a città. E queste divers·e caratteristiche ho potuto rilevare a Pavia,<br />
Cremona, Modena e Viterbo, grazie alla premurosa collaborazione dei Direttori<br />
e <strong>del</strong> personale degli Archivi di Stato.<br />
Sembra cosÌ di poter individuare <strong>del</strong>le botteghe artigiane, che raccoglievano<br />
i vecchi codici e se ne servivano per soddisfare le esigenze dei propri<br />
clienti. Ciò accade per i codici latini e, in particolari circostanze, anche per<br />
quelli ebraici.<br />
Per cominciare dalla città di Pavia, possiamo già avere un'idea sufficientemente<br />
ampia ed esauriente <strong>del</strong>la situazione di questo Archivio Notarile. Il<br />
dr. Ugo Fiorina, direttore <strong>del</strong>l'Archivio di Stato, ha provveduto con passione<br />
e sistematicità all'analisi <strong>del</strong>le pergamene recuperabili. Tra i cartoni che proteggono<br />
le oltre dodicimila filze notarili, quasi duemila sono ricoperti da<br />
una o più pergamene (o da frammenti cartacei), tratte da codici di epoche<br />
diverse, tra il secolo IX ed il secolo XVI. Di queste migliaia di frammenti, un<br />
centinaio proviene da manoscritti latini di carattere giuridico, ed il rimanente<br />
è di vario contenuto: religioso (Bibbia, liturgia, patristica), medico, musicale,<br />
letterario (anche testi classici latini copiati nei secco X-XII), documentario pubblico<br />
e privato. Cinquantaquattro cartoni sono ricoperti con uno o più<br />
frammenti in pergamena di codici ebraici medievali. Tutti i cartoni (<strong>del</strong>la<br />
misura di circa mm 300 x 200), diversi per tipo e per epoca 12, mostrano però<br />
una certa omogeneità nella manifattura e ricoprono le imbreviature notarili lungo<br />
un arco di tre secoli e mezzo: sono forati nel centro per infilzare i documenti,<br />
e la pergamena che li ricopre in molti casi è stata tagliata o rovinata,<br />
mentre i frammenti da essa recuperati si ritrovano metodicamente incollati<br />
all'interno <strong>del</strong> cartone, a rinforzo <strong>del</strong> foro <strong>del</strong>la filza o di quella parte di<br />
cartone sottoposta alla pressione <strong>del</strong>lo spago. Talora una rifilatura posteriore<br />
<strong>del</strong> cartone ha ulteriormente mutilato i diplomi; a volte, infine, più pergamene<br />
sono state incollate l'una sull'altra, e ne restano per ora leggibili solo le<br />
parti rimaste all'esterno.<br />
In tal modo ogni filza era difesa esternamente da due cartoni, collocati<br />
in maniera che all'esterno rimanesse il Iato rinforzato con la pergamena, con<br />
la scrittura visibile ma annerita e sbiadita dai secoli, ed all'interno, a contatto<br />
con le carte, rimanesse il piatto <strong>del</strong> cartone non protetto dalla pergamena, o<br />
recante al massimo i lembi estremi dei diplomi, ripiegati in modo da difendere<br />
egregiamente il bordo dei cartoni. Confezionata cosÌ la filza, generalmente<br />
(ma non sempre) si aggiungeva ad inchiostro sul piatto esterno l'indicazione<br />
<strong>del</strong>la data dei documenti contenuti, ed in determinati casi iI nome <strong>del</strong> notaio.<br />
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12 Vi sono cartoni di epoca rinascimentale, ed altri più recenti.<br />
I Quest'ultimo<br />
vi poneva talvolta il proprio segno di tabellionato; in altri casi,<br />
queste indicazioni si trovano direttamente sopra il cartone, all'interno.<br />
Una prima serie di pergamene ebraiche (6 cartoni) è stata tolta dalle<br />
filze all'inizio <strong>del</strong> Novecento, quando si cominciò a riconoscerne l'importanza:<br />
si trascurò purtroppo di rilevare il numero di filza di provenienza, sicché solo<br />
con clifficoltà si può risalire all'origine dei cartoni.<br />
In occasione <strong>del</strong> recente recupero sistematico vennero ritrovati gli altri<br />
48 cartoni, che recano ora il numero d'origine di recupero (a matita, sul<br />
cartone), il che permette di risalire sempre alla cartella di provenienza, e<br />
quindi al notaio. Per il momento la misur-azione e-- la lettura dei frammenti<br />
sono assai parziali, mentre di nuovi potrebbero trovarsene incollati sotto i<br />
primi: ciò rende impossibile la compilazione di un catalogo completo prima<br />
<strong>del</strong> definitivo restauro 1 3 . Converrà comunque anticipare qui un sommario<br />
resoconto; nel frattempo il Centro di Fotoriproduzione, Legatoria e Restauro<br />
<strong>del</strong> Ministero per i Beni Culturali e Ambientali di Roma ha già sperimentato<br />
la soluzione ideale per questo procedimento di restauro che si presenta assai<br />
<strong>del</strong>icato.<br />
I frammenti sono diversi per grandezza e per contenuto: Sl lllcontrano<br />
scritture tedesche ed itala-tedesche dei secco XIV-XV (se non più antiche), appartenenti<br />
ad almeno una ventina di codici biblici, giuridici e liturgici 14.<br />
Di quattro o cinque codici biblici rimangono 13 frammenti; altri 6 frammenti<br />
provengono dalle Mahberòt di Menahèm ben Sarùq ha-Sefardì, e due<br />
da un manoscritto <strong>del</strong> Sèfer T eSuv6, di DoneS ben Labràt. Di due glossar! biblici<br />
ebraico-francesi o ebraico-giudeo francesi restano due carte. Al più bello dei<br />
codici halakhici appartengono 7 diplomi pressoché integri, estratti da fascicoli<br />
molto vicini tra loro: si tratta <strong>del</strong> Sèfer miéw6, qdtdn di R. Yi\>àq da Corbeil.<br />
Altro importante ritrovamento è quello di 3 diplomi <strong>del</strong>le Tosaf6t sul trattato<br />
talmudico Bdbd' mesrd', 6 frammenti provengono dal Sèfer ha-Ravyah di R.<br />
Elizier ben Yoèl ha- L evi, ed un frammento contiene halakh6t sullo Sabbàt-<br />
13 In appendice fornisco un breve inventario dei frammenti ritrovati a Pavia, con<br />
alcuni essenziali dettagli paleografici, codicologici ed archivistici. A restauro ultimato si<br />
potranno analizzare con maggior sicurezza i testi, la fascicolatura, le misure, la rigatura ed<br />
il tipo d'inchiostro dei frammenti, dato che la parte rimasta aderente al cartone è spesso<br />
la meglio conservata. Non è escluso che nel frattempo vengano ritrovati altri cartoni.<br />
14 E' nota la difficoltà di datare con una certa precisione le scritture ebraiche, dato<br />
l'estremo conservatorismo degli usi scrittorii: cfr. M. BEIT-ARIÈ, Elementi stereotipi ed<br />
individuali nelle scritture dei copisti medievali (in ebraico), in Aleì Sèfer, V (1978), pp.<br />
54-72 (articolo tratto dalla relazione tenuta al « Settimo Congresso di Studi Ebraici », Gerusalemme,<br />
1977). Si può restare talora incerti e spesso non è dato di stabilire se determinati<br />
frammenti provengano da codici diversi o da parti di un medesimo codice curate da mani<br />
di Soferzm diversi: e il caso specialmente dei frammenti biblici e di quelli liturgici di<br />
Pavia, dove ho elencato venticinque gruppi di frammenti, alcuni dei quali potrebbero però<br />
risalire ad uno stesso manoscritto, vergato da vari copisti. Analoghe difficoltà si incontrano<br />
per le scritture latine coeve <strong>del</strong>la gotica libraria, la cui evoluzione può rendere più comprensibile<br />
anche l'evolversi <strong>del</strong>le scritture ebraiche: cfr. C. SIRAT, Ecriture et civilisation,<br />
Paris 1976, p. 20.<br />
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